La Juve riparte con la vittoria sul Genoa per 1-0: Yildiz regala il primo successo a mister Tudor ed illumina lo Stadium con una magia
Juve 1 – 0 Genoa: Vecchia Signora cinica contro il Grifone
Tudor parte subito deciso con le sue idee per la prima da allenatore della Juve e contro il Genoa si affida al suo solito 3-4-2-1, scelta coraggiosa che paga e gli consente di trovare la prima vittoria da mister bianconero.
Di Gregorio tra i pali, difesa a tre con Gatti (costretto al cambio nel primo tempo), Veiga e Kelly, Thuram e Locatelli in mediana, Nico e McKennie esterni a tutta fascia, Koop e Yildiz sulla trequarti e davanti piena fiducia a Vlahovic.
L’impronta del nuovo tecnico serbo si vede sin dai primi minuti, con la Signora che parte con un pressing alto uomo su uomo e alla costante ricerca della verticalità per gli inserimenti del proprio numero nove.
Deve prendere spazi e misure, ed è in questo momento che il Grifone si rende maggiormente pericoloso con due conclusioni verso la porta bianconera che però arrivano troppo scariche dalle parti di Di Gregorio.
Il match prosegue in equilibrio fin quando non è Yildiz a sbloccarlo, il numero 10 turco riceve il pallone da Dusan che involontariamente lo serve con un colpo di schiena, Kenan si avventura in una serie di dribbling che mettono al tappeto la difesa rossoblù per poi concludere all’incrocio dei pali.
Nella ripresa poche emozioni, la squadra di Vieira palleggia tanto ma quando si tratta di creare pericoli lo fa con troppa incertezza, è Pinamonti a trovare la girata più insidiosa dei 90′ che si spegne di poco fuori.
Nel finale la Juve si divora il gol del raddoppio con Weah a seguito di un’ottima azione in ripartenza con il Grifone ormai riversato in avanti, poco importa, però, i bianconeri ripartono nel migliore dei modi: dai tre punti.
Pressing alto e verticalità: il diktat di mister Tudor
Con la vittoria di oggi inizia ufficialmente l’era Igor Tudor, la sensazione è quella di un periodo di transizione, una fase intermedia per cercare di arrivare a giugno cercando di centrare la qualificazione in Champions e successivamente fare le giuste considerazioni sulla migliore figura da mettere in panchina.
Nonostante tutto, non è detto che il nome in questione non possa essere proprio Tudor, il tecnico serbo è stato preso come traghettatore ma avrà a disposizione queste nove partite per dimostrare di meritarsi questo ruolo.
Una cosa è certa, il mister è partito subito forte con le proprie idee e convinzioni, stravolgendo la mentalità di una squadra che fino ad oggi aveva interpretato il calcio in maniera completamente diversa, da un altro punto di vista.
Addio al palleggio sterile per consolidare il possesso e al blocco medio basso in fase difensiva, la Juve di Tudor vista contro il Grifone è tutta un’altra storia.
Pressing alto sin dalla prima fase di costruzione avversaria, con ogni giocatore che va ad associarsi all’uomo opposto, appena recuperata palla testa alta e passaggio diretto alla punta o ai trequartisti alla ricerca della profondità.
Una Vecchia Signora molto più verticale rispetto a quella marchiata Thiago Motta, seppur le proprie difficoltà che un approccio simile ne comporta.
Tante imbucate per vie centrali perse con una difesa a tre ancora da registrare, sbavature negli ultimi metri e le solite imprecisioni di giocatori sotto tono come Koopmeiners, Nico Gonzalez e anche Vlahovic, che nonostante il gran lavoro di sacrificio pecca ancora di lucidità.
Fonte immagine: Instagram @Juventus FC
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