Raggiunta l’ormai abituale salvezza, al Torino non resta che rammaricarsi ripensando al maledetto infortunio del proprio centravanti in avvio di campionato.
È uso comune, quando si ripensa a come si è svolto un certo evento, ragionare con i “se”, riflettendo su come sarebbe potuto variare lo svolgimento del fatto sopracitato qualora fosse intervenuta un’altra situazione o, invece, non lo avesse fatto per niente.
Il caso del Torino, evidentemente, appartiene alla seconda categoria, visto che, alla luce degli ultimi risultati finalmente positivi e della salvezza praticamente già acquisita con largo anticipo, molti tifosi granata si staranno sicuramente chiedendo come sarebbe potuta svolgersi questa annata nel caso in cui il loro attaccante più forte non si fosse infortunato alla settima giornata.
Nel momento in cui, in una strana serata milanese di inizio Ottobre, Duvan Zapata ha concluso anticipatamente la propria stagione, il Toro di Vanoli, infatti, viaggiava ad un ritmo da zona Europa, mettendo grande paura a molte grandi.
Il 3-5-2 di “contiana” memoria sembrava funzionare alla perfezione e la squadra girava molto bene, dando la netta impressione di essere più avanti delle rivali nel processo di assestamento post-preparazione estiva.
La perdita del centravanti colombiano, dunque non potè che essere una gran brutta tegola per il Torino, il quale, per molto tempo, fra le proteste dei tifosi e risultati che stentavano ad arrivare, appariva quasi a rischio retrocessione.
Con il cambio di modulo, poi, la situazione è nettamente migliorata.
Il nuovo assetto del Torino
Paolo Vanoli, fin da quando si è seduto sulla panchina granata, ha subito dimostrato di essere un fedele ammiratore delle teorie di Antonio Conte, tecnico che ha assistito in numerose esperienze in giro per il mondo, imparando a condividerne la filosofia calcistica.
Il 3-5-2 di inizio campionato, il quale aveva immediatamente portato a numerosi dividendi, nonostante i risultati stentassero ad arrivare, continuava ad essere un chiodo fisso del tecnico del Torino, ancora convinto della bontà di questo assetto.
Con l’eclissarsi di alcuni calciatori, quali Tameze e Ilic’, e con il calo di altri, come Sanabria, la scelta dell’allenatore è stata finalmente quella di cambiare strada, tentando una strategia alternativa al modulo con cui la sua squadra aveva proceduto fino a quel momento.
Non ancora sicuro di abbandonare la difesa a 3, Paolo, all’inizio di Febbraio, sperimentò un assetto ibrido, scegliendo di disporsi a volte con il 5-4-1 o con il 3-4-2-1, andando a variare i propri interpreti soprattutto nella metacampo offensiva.
Contro il Bologna, poi, in una gara disputata bene e persa sfortunatamente a causa di un autogol di Biraghi, avvenne il definitivo passaggio alla difesa formata da quattro uomini e, di conseguenza, la virata sull’attuale 4-2-3-1, in cui, ovviamente Ricci e Casadei hanno la grandissima responsabilità di dare solidità in mezzo, dovendo reggere la mediana da soli.
I due italiani, nonostante i dubbi di diversi scettici, hanno dimostrato di poter adempiere egregiamente a questo compito e, nelle ultime gare, il Torino si è riavvicinato con velocità alla colonna di sinistra della classifica, grazie ad una bella sequela di risultati utili.
Nessun rimpianto…o quasi
Max Pezzali, deluso da una sua qualche fiamma, magari proprio da quella Silvia ammirata nella bella “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” di questo autunno, cantava il titolo di questo paragrafo, autoimponendosi di non ripensare alla storia d’amore appena conclusa.
Paolo Vanoli, e in generale tutti i torinisti in questo momento, giocatori compresi, è molto probabile che si stiano convincendo da soli, aiutati dagli ultimi risultati, dello stesso assunto che terrorizzava il cantante di Pavia, tentando, nel loro caso, di evitare di tornare con la mente a quel maledetto infortunio di Ottobre.
Nonostante la squadra sembri aver trovato un suo equilibrio, con Che Adams che si è di sicuro rivelato un degno sostituto del nove colombiano, ritengo che sia inevitabile avere più di qualche rimpianto riguardo a come questa stagione sarebbe potuta andare con tutti gli effettivi a disposizione.
Secondo il parere di chi scrive, considerati anche gli ottimi acquisti che sono arrivati durante il mercato di Gennaio, il Torino avrebbe potuto seriamente puntare ad una posizione nella colonna di sinistra, andando a giocarsi l’accesso alla Conference o, forse, anche all’Europa League, sfruttando il grande equilibrio di questo campionato.
Arrivati a questo punto, tuttavia, l’unica cosa da fare per i granata da qui a Maggio è dare continuità agli ultimi positivi risultati ottenuti, con un occhio, ovviamente alla prossima stagione.
Qualora Cairo, infatti, dovesse decidere di stringere i denti e mantenere l’ossatura della rosa attuale, andando magari a rinforzarla in qualche reparto, le ambizioni del Torino potrebbero finalmente tornare a volare alte nel cielo limpido delle Alpi.
Foto: Facebook Torino FC.