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Torino, gli attaccanti si esaltano: differenze tra Vanoli e l’ex Juric

Il Toro è in testa, differenze con Juric

Grazie alla vittoria per 3-2 contro il Verona, il Torino di Vanoli si trova in testa alla classifica in solitaria. Quali sono le differenze con la precedente gestione Juric?

Grazie ad un sorprendente inizio di campionato, i granata saranno almeno fino al big match dell’Allianz Stadium, in testa alla classifica. Grande merito di questo avvio è sicuramente del nuovo tecnico, Paolo Vanoli.

Vanoli, è solo alla sua 3° esperienza da allenatore, dopo un’esperienza allo Spartak Mosca, e due stagioni al Venezia. Ciò nonostante, ha dimostrato sin da subito una grandissima preparazione tattica. Il tecnico di Varese eredita infatti molte delle sue idee da Antonio Conte.

Quando l’allenatore salentino era al Chelsea infatti, Vanoli è stato il suo principale collaboratore, e da lui ha ripreso il 3-5-2 con cui i granata si schierano.

Vanoli-Juric come cambia il Torino

Questa è già dunque una delle principali differenze rispetto a Ivan Jurić. L’attuale tecnico della Roma schierava i suoi utilizzando un 3-4-2-1 oppure un 3-4-1-2 prediligendo dunque maggiore densità per vie centrali. Nel 3-5-2 Vanoli predilige invece la ricerca dell’ampiezza, richiesta agli esterni.

Un’altra novità riguarda invece l’impostazione difensiva della squadra. L’ex allenatore del Venezia, predilige infatti una marcatura a zona, al contrario del tecnico croato, che chiedeva ai suoi una marcatura uomo su uomo a tutto campo.

Proprio in quest’ultima novità si trova la chiave che permette a Duván Zapata e Che Adams di essere più incisivi. Vanoli svincola i suoi da molte delle funzioni difensive strettamente richieste da Jurić.

Lo stesso tecnico croato prediligeva inoltre maggiore distanza tra le due punte, che venivano serviti esclusivamente dal trequartista alle loro spalle, non avendo così possibilità di dialogare tra di loro.

Nel modulo di Vanoli invece, non essendoci un giocatore di rifinitura, Zapata e il suo compagno di reparto, Sanabria o Che Adams, giocano più vicini. Questa soluzione da modo agli attaccanti di combinare, e rendersi più pericolosi.

Un chiaro esempio di questa tendenza si osserva ad esempio sia nel primo gol stagionale del Torino, contro il Milan, nato proprio da un uno-due tra Sanabria e Zapata, sia nel match giocato ieri contro il Verona.

Il vantaggio del Torino infatti arriva proprio grazie alla rete di Sanabria, servito con un bel colpo di tacco, seppur deviato, del centravanti colombiano.

L’ultima innovazione introdotta dal tecnico italiano riguarda la ricerca costante della profondità favorita anche dalla posizione degli esterni. Nel 3-5-2 gli esterni rimangono più alti. Così facendo hanno la possibilità di venire dentro al campo e servire con palloni filtranti le due punte.

La ricerca della profondità arriva anche dalle mezzali del Toro, che spesso cercano Zapata, incaricato di proteggere palla per liberare lo spazio per il suo compagno di reparto.

Il campionato è soltanto all’inizio ed è ancora presto per parlare di nuove ambizioni per i granata, ma la strada sembra tracciata, e sognare l’Europa si sa, non costa nulla.

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