Arrivati ques’estate, il fratello di Thuram e l’ex centrocampista del ‘Gladbach sono di sicuro fra le rivelazioni dell’annata.

Da ormai diversi anni, quando si parla delle differenze esistenti fra il nostro campionato e quelli degli altri paesi, uno degli aspetti che emerge di più è la minore imponenza fisica della Serie A, in cui la tattica e, al massimo, la tecnica individuale sono preponderanti rispetto all’irruenza e alla solidità.

Il problema, però, è che molto spesso le squadre italiane escono prematuramente dalle varie competizioni UEFA proprio per questo motivo, trovandosi di fronte avversari molto prestanti i quali, imponendosi sotto quel punto di vista, riescono, nonostante un tasso tecnico minore, a portare la partita dalla loro causa.

Nelle ultime stagioni, dunque, varie squadre italiane hanno iniziato a fare acquisti dall’estero seguendo questa logica, andando, ossia, ad accaparrarsi calciatori più solidi fisicamente che abili con i piedi, capaci, magari, di fare reparto da soli.

Ecco, allora, che due delle big del nostro campionato, durante la finestra di mercato della scorsa estate, hanno deciso di puntare su due calciatori molto simili, i quali, tra le altre cose, condividono anche la medesima nazionalità francese.

Entrambi, poi, sono sicuramente fra le rivelazioni di questo campionato, in cui, alla prima esperienza assoluta, si sono trovati subito a loro agio, integrandosi alla perfezione nelle rispettive squadre grazie alla loro preponderanza fisica.

Signore e signori, ecco a voi Khepren Thuram e Manu Koné.

Thuram e Koné, perché sono diventati indispensabili

Sia Thiago Motta, nonostante tutte le sue rivoluzioni tattiche, che Claudio Ranieri, arrivato sulla panchina della Roma a Novembre, hanno deciso di impostare lo schema della propria squadra affidandosi a due soli centrocampisti di ruolo, propriamente due mediani.

Per riuscire a trovare un equilibrio con una formazione così povera in mezzo al campo, è indispensabile che almeno uno dei due mediani disponga di una grande resistenza fisica, utile a proteggere la propria difesa dagli assalti degli avversari, ma, allo stesso tempo, di una discreta abilità di palleggio.

Senza quest’ultima qualità, infatti, la squadra si ritroverebbe spaccata in due, senza il famigerato “reparto di collegamento” fra difesa e attacco, fondamentale per garantire organicità alla manovra di ogni formazione.

Ebbene, Thuram e Koné sono esattamente questo tipo di giocatori e, fin da subito, nonostante i momenti di difficoltà che entrambe le loro squadre hanno attraversato, hanno ampiamente dimostrato di poter recitare un ruolo da protagonisti sul terreno di gioco.

Il centrocampista della Roma, in particolare, è risultato, in tutte e tre le gestioni dell’annata giallorossa, imprescindibile, impossibile da togliere a causa della sua capacità di rappresentare contemporaneamente un faro ed una diga per i propri compagni, i quali, probabilmente, senza di lui sarebbero abbastanza persi.

Anche Thuram, sebbene con un po’ di ritardo per gli infortuni patiti, ha imparato egregiamente a svolgere questo ruolo e, a differenza del connazionale, sta dimostrando anche un’invidiabile pericolosità offensiva, che lo rende un calciatore molto completo.

E’ impossibile, dunque, non osservare come la nostra Serie A sia diventata un campionato più debole fisicamente, nel quale calciatori del genere possono tranquillamente prendersi il proscenio.

Non stupiamoci, allora, se, fra qualche tempo, Thuram e Koné verranno considerati dei precursori, i primi calciatori di questo tipo ad aver deciso di approdare in Italia…

Foto: facebook AS Roma.