La Roma di Juric rischia tantissimo, ma alla fine riesce a vincere contro il Venezia di Di Francesco. C’è tanto su cui lavorare.
Su cosa deve lavorare Juric
Alla ripresa la Roma è sotto di uno contro il Venezia ( non di certo la squadra più spaventosa del campionato visti i 4 punti in 6 partite). Al 56 esimo minuto la Roma rischia di subire anche il secondo gol ma si salva grazie al fuorigioco.
Senza la solita spinta alla quale l’Olimpico aveva abituato i suoi giocatori ( a causa dell’ennesima rivolta contro la società per il trattamento riservato all’ormai ex Daniele De Rossi) la Roma fatica ad ingranare.
Alla fine Cristante con una deviazione rimette tutto in parità, l’Olimpico inizia ad alzare il volume e con il “core de Roma” Niccolò Pisilli la Roma la ribalta.
Per ribaltare il risultato la Roma di Juric impiega 83 minuti, c’è qualcosa da migliorare.
La prima cosa da migliorare è l’attenzione, dopo 43 minuti l’intera difesa, e anche parte del centrocampo, si ritrova nell’area per difendere una punizione molto vicina alla porta e, nonostante ciò, dopo un rimpallo la cerniera difensiva si apre lasciando il pallone Pohjanpalo che carica il destro e la mette in rete.
La Roma deve ritrovare il gioco esposto a Udine, lo sappiamo tutti che la prima partita con un nuovo allenatore è una partita in cui tutti danno il massimo ma il gioco esposto contro l’Udinese era facilmente replicabile contro il Venezia.
Non si parla di un gioco alla Guardiola ma un play-stile che cerca e trova Dobvyk. Stando ai dati della partita di ieri ( via sofascore), l’ucraino ha toccato meno palloni rispetto a quella contro l’Udinese.
Mettere al centro del gioco il numero 11 significa far aumentare sicuramente le occasioni da gol per la Roma, e in più, permette agli altri di appoggiarsi a Dobvyk, che spalle alla porta potrebbe fare da sponda e amministrare la fase offensiva.
Niccolò Pisilli, da dove viene il crack della Roma?
Niccolò Pisilli, classe 2004 entra nel vivaio della Roma a 9 anni e da lì segue tutta la trafila fino ad arrivare ad esordire sotto l’ala di José Mourinho che aveva visto in lui un potenziale.
Non è una novità che lo Special One lanci giovani in prima squadra, e che questi non ne escano più. Un esempio? L’ormai ex giocatore Varane, lanciato a 18 anni, oppure un altro ex blancos, Álvaro Morata pescato dalla cantera del Real.
Pisilli esordisce contro l’Inter, sostituendo Camara. È romano e romanista da sempre, e il suo sogno, se non fosse riuscito a sfondare nel calcio, sarebbe stato diventare giornalista. È sempre stato attratto da questo mondo e, in un modo o nell’altro, voleva farne parte.
Il primo gol in maglia giallorossa arriva contro lo Sheriff in Europa League, il suo gol ha fatto emozionare José Mourinho che nel post partita ammise “Al suo gol sono scappato per non piangere“. Il primo gol in Serie A invece arriva ieri ed è pesantissimo.
Pisilli a differenza degli altri ieri è entrato con la garracharrua (si dice così in Uruguay per indicare: una grinta, determinazione e spirito combattivo indomabili, anche nelle situazioni più difficili) che lo ha aiutato a trovare il gol.
Difatti non era il primo pallone toccato, Pisilli corre e ringhia su ogni pallone, sente la maglia come nessun’altro in campo e quando trova il gol tutto quello che prova si riassume nei suoi occhi, nella sua corsa a braccia aperte a cercare Juric e la panchina e nelle sue parole a fine partita: ” é un sogno che si avvera segnare in questo stadio con questa maglia, è quello che qualunque romanista sogna“.
La vittoria contro il Venezia mostra una Roma capace di lottare fino alla fine, ma anche con tante cose su cui lavorare.
Juric ha portato grinta e determinazione, ma l’equilibrio tattico è ancora lontano dall’essere perfetto.
La squadra deve migliorare l’attenzione difensiva, specialmente su palle inattive, come dimostrato dal gol subito nel primo tempo, e ritrovare quel gioco fluido visto contro l’Udinese, sfruttando al meglio le qualità di Dovbyk e perché no anche dello star-boy Pisilli.