Nella partita contro Israele il ct Spalletti applica cambiamenti mirati per fare fronte allo squalificato pellegrini e fare turnover.
Italia travolge Israele
Partono subito forte gli azzurri, come contro il Belgio, ma sono gli ospiti, all’8′, ad andare a un passo dal vantaggio.
Fagioli perde una palla sanguinosa nella propria metà campo e Gloukh, talento ventenne del Salisburgo, avanza e dal limite lascia partire un rasoterra che esce di un soffio.
La formazione azzurra resta compatta e al 15′ si divora la rete. Uno splendido lancio dalla destra di Di Lorenzo mette solo davanti alla porta Retegui, ma Glazer risponde da campione al tiro potente.
Dopo soli 3′ minuti un’altra occasione. Raspadori pesca Frattesi che d’esterno al volo libera ancora Retegui al limite. La sciabolata del centravanti sembra indirizzata in fondo al sacco ma Glazer si supera ancora e mette in angolo.
Il tiro al bersaglio riprende già al 20′. Tonali riceve solo in area piccola e scarica una fucilata che centra il portiere avversario.
Tre enormi occasioni gettate al vento in soli 5′ che lasciano nella disperazione il ct Spalletti.
Gli azzurri riprendono fiato per una decina di minuti e al 30′ Dimarco, con il solito sinistro fatato, mette un cross su cui Frattesi non arriva di un soffio e Retegui, sempre lui alle spalle spara sull’esterno.
Al 32′ D. Peretz fa da boa e assiste l’accorrente Gloukh la cui mira è da rivedere.
Al 40′ Tonali riceve un pestone per intervento in ritardo di D. Peretz all’ingresso in area e Retegui esegue la sentenza dal dischetto per la sua sesta rete in nazionale.
Primo tempo spumeggiante e vantaggio minimo un po’ bugiardo.
La ripresa parte con una correzione in cabina di regia. Ricci si posiziona davanti alla difesa al posto di uno spento Fagioli, ma lo schema è il medesimo del primo tempo: azzurri in pressing asfissiante a tutto campo.
Proprio su una palla rubata al 53′ scaturisce una punizione dal limite per un fallo di mani. Sul cross pennellato di Raspadori, Di Lorenzo salta più in alto di tutti e insacca di testa per il raddoppio.
Il match si riapre improvvisamente al 66′. Abu Fani calcia un angolo a rientrare e Baltaxa sembrerebbe ostruire l’uscita di Vicario che gli salta letteralmente sulla schiena. Non è dello stesso avviso l’arbitro che convalida il gol tra le proteste degli azzurri.
I padroni di casa non ci stanno e un solo minuto dopo sfiorano la rete con un’inzuccata di Bastoni che l’ennesimo intervento stupefacente di Glazer spinge in angolo.
Il gol arriva invece al 72′. Dimarco, vede l’inserimento di Frattesi che non dà scampo al portiere avversario.
Daniel Maldini fa poi il suo debutto in azzurro nello stadio in cui papà Paolo iniziò la sfavillante carriera in A e nella regione del triestino nonno Cesare.
Proprio il figlio e nipote d’arte propizia la rete del poker, favorendo l’inserimento di Udogie e l’assist per il rimorchio di Di Lorenzo, che segna una doppietta personale, gettandosi alle spalle quell’Europeo da dimenticare.
La preparazione
Contro Israele era quasi obbligatorio il turnover attuato da Spalletti.
Il fatto che l’Italia possieda adesso un’identità in campo ha favorito un ricambio efficace.
Con un’Italia impostata con continuità sul 3-5-2 infatti anche le convocazioni vengono attuate in virtù del modulo e i ricambi sono idonei.
Grazie al lavoro iniziato più di un mese fa poi Spalletti non è stato chiamato a fare gli straordinari.
Anche questo è un grande vantaggio dell’avere una visione continua e a lungo termine di quel che può essere la squadra e di come farla giocare.
L’unica forzatura ricade sulla sostituzione di Pellegrini. Raspadori però non ha fatto certo rimpiangere il romanista e ancora una volta ha dato impressione di poter essere lui il vero titolare al fianco di Retegui.
Vicario nel complesso sfrutta bene la chances e Fagioli aveva bisogno di farsi vedere in campo con i connazionali e Spalletti bene ha fatto a schierarlo titolare.
Lo juventino non ha particolarmente brillato contro l’Israele, ma dopo aver trovato un solido schieramento titolare, per Spalletti adesso è tempo di sondare le seconde scelte.
La mossa vincente della partita è stata non stravolgere la squadra, con i cambi giusti e mantenendo lo stesso tipo di gioco.
Unico cambiamento effettivo sta nel ruolo e posizione di Raspadori, anche per via di caratteristiche tecniche del giocatore, ma nulla che vada fuori dai binari impostati per questa nuova Italia.
Bene dunque la gestione di Spalletti fin qui dopo il fallimento europeo. Primo solido posto in Nations league e qualificazione al mondiale che dopo 3 edizioni mancate sembra non essere un miraggio.
Foto, Ig: @azzurri