Dimarco vs Theo Hernandez. Due giocatori in ruoli simili, seppur con caratteristiche tra loro diverse, che giocano nella stessa città. Quali sono affinità e differenze tra i due?
Dimarco contro Theo Hernandez. Una discussione che anima le conversazioni tra interisti e milanisti. Chi dei due è il migliore, chi dei due è più forte?
In primis bisogna specificare che i due giocatori sono schierati in posizioni diverse. L’Inter infatti gioca con un 3-5-2 e in questo contesto tattico, Dimarco è il quinto di sinistra.
Il Milan invece, sia con Pioli, sia con Fonseca, ha praticamente sempre giocato con una difesa a quattro. Theo dunque, parte da una posizione più arretrata rispetto al suo avversario.
Prima di addentrarsi in un paragone puramente tecnico-tattico è importante parlare dell’aspetto mentale, dei due giocatori. L’ultima partita di campionato in questo senso è stato un esempio lampante.
Theo Hernandez da capitano del Milan, è stato espulso per proteste, e per giunta non ha rispettato le direttive dell’allenatore, per quanto riguarda il ruolo di rigorista. Così come a inizio campionato, contro la Lazio, lui e Leao, avevano già sollevato un polverone mediatico. non partecipando al cooling break con la squadra.
Anche in ambito nazionale, Theo in una selezione fenomenale come quella francese, fatica a imporsi come invece fa Dimarco con l’Italia. L’esterno neroazzurro, rappresenta un punto di riferimento, sia per i suoi compagni all’Inter, sia con la nazionale di Spalletti, dove è uno dei migliori giocatori.
Di Marco vs Theo: i numeri a confronto
Secondo i numeri il confronto è facilmente risolvibile. Dimarco, ha disputato 179 partite in Serie A, segnando 18 goal e fornendo 25 assist per i suoi compagni.
Theo Hernandez invece ne ha disputate 10 in meno, 169, segnando 29 gol e fornendo 26 assist. Sotto un punto di vista puramente numerico dunque il giocatore francese è più incisivo rispetto all’esterno neroazzurro.
Pur partendo da una posizione più arretrata infatti il giocatore del Milan, ha numeri migliori rispetto al suo rivale neroazzurro. Tuttavia, non bisogna fermarsi soltanto alle statistiche. Theo ha sempre giocato nel Milan, dimostrandosi decisivo fin dalla prima stagione in Italia.
Di Marco invece, prima di trovare la sua collocazione nello scacchiere neroazzurro, ha giocato col Parma e col Verona, contesti nei quali era sicuramente più difficile riuscire a fare la differenza.
Posizione in campo e caratteristiche tecniche
Anche se giocano in due ruoli diversi, i due occupano spesso la stessa zona di campo. Theo Hernandez infatti ama sganciarsi dalla linea dei difensori, per salire in avanti e dialogare con Leao.
Di fatto, nei momenti di maggiore difficoltà, il Milan si affida proprio alla sua fascia sinistra, per creare pericoli alle squadre avversarie. Theo quindi parte in una posizione più arretrata ma gioca in una posizione molto alta, rappresentando così l’uomo in più per la fase offensiva rossonera.
Palla al piede infatti, grazie ad un mix incredibile di velocità e fisicità, in ripartenza, Theo Hernandez non ha probabilmente eguali nel suo ruolo.
Dimarco d’altra parte anche solo per richiesta di Simone Inzaghi si trova a partire in una posizione più avanzata. Non vanta tuttavia lo stesso strapotere fisico di Theo Hernandez. L’Italiano però ha dalla sua caratteristiche che al francese mancano.
L’interista è probabilmente il migliore nel nostro campionato e tra i migliori al mondo per quanto riguarda la capacità di servire palloni in area per i suoi compagni. Anche l’attacco della nazionale di fatto passa tutto dai piedi dell’esterno lombardo.
Dimarco infatti dimostra un’eccezionale raffinatezza tecnica, come evidenziato anche da alcuni dei goal che ha segnato. Theo al contrario, colma le lacune tecniche grazie al proprio strapotere fisico. Dimarco vs Theo, un confronto infinito, dunque, ma senza un vero e proprio vincitore.
Si tratta infatti di giocatori che seppur simili, hanno caratteristiche diverse, con pregi e difetti opposti. L’uno più fisico, l’altro meno fisico, l’uno più tecnico, l’altro meno, chi è più disciplinato, tatticamente e mentalmente chi lo è meno.
Due giocatori ad ogni modo fortissimi, di cui la Serie A e i tifosi neutrali non possono fare a meno di essere contenti.