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Serie A, calciatori a confronto: Bove alla Roma vs Bove alla Viola

Serie A, Bove a confronto.

Andiamo a vedere come è cambiato uno dei centrocampisti in rampa di lancio, per ora, della Serie A 2024-2025.

La storia della As Roma, fin dalla sua nascita nell’ormai lontanissimo 1927, ha da sempre visto, in qualità di protagonisti, capitani romani e romanisti, nati, cresciuti e, in molti casi, anche morti con il giallorosso addosso e nel cuore.

Nonostante un calcio che si sta allontanando sempre più da questo tipo di valori, dove i soldi e la popolarità sembrano essere diventati i fattori più potenti, la squadra capitolina non ha variato più di tanto questa sua tradizione, scegliendo di affidare la fascia di capitano, tolto Edin Dzeko, a calciatori con le qualità descritte prime.

Tralasciando il bosniaco, infatti, dopo le leggende Totti e De Rossi, in veste di guida della compagine giallorossa si sono succeduti Alessandro Florenzi e, tutt’ora, Lorenzo Pellegrini, entrambi romani e romanisti, cresciuti fin da piccoli con la maglia della Lupa cucita addosso.

Un altro che ha percorso questo tipo di tragitto, partendo dal vivaio di Trigoria per arrivare alla prima squadra, e che sembrava avere tutte le carte per guadagnarsi, un giorno, i gradi da leader del club era Edoardo Bove.

Il ragazzo del 2002, esordiente in prima squadra nel 2021, negli anni con Mourinho, infatti, dava tutta l’impressione di poter diventare un’altra bandiera della storia della Roma, stupendo il resto della Serie A per la propria aggressività tecnica.

Inaspettatamente, invece, l’esperienza “derossiana”, per lui che ne era un grande tifoso, non si è rivelata così fruttuosa come avrebbe potuto essere e, di conseguenza, Edoardo ha scelto di approdare in un club dove avrebbe avuto modo di giocare.

Ora, alla guida del centrocampo della Fiorentina, sta di nuovo impressionando tutta la Serie A, grazie anche ad alcune correzioni apportate al suo gioco.

Edo Bove alla Roma

L’esperienza in prima squadra di Edoardo Bove, nel dicembre del 2021, iniziò sotto la guida di José Mourinho, che non ebbe paura a lanciarlo in una gara di Conference League, dandogli fiducia addirittura da titolare.

Secondo il portoghese, infatti, il ragazzo romano disponeva di alcune qualità fondamentali per il suo tipo di calcio, quali l’aggressività e la voglia di lottare su ogni pallone, dovuta anche alla propria incrollabile fede giallorossa, che gli permetteva di sacrificarsi ancora di più.

Nella stagione successiva, poi, quella della finale di Budapest, Bove ottenne ancora più spazio, raggiungendo il punto più alto della sua esperienza romanista nel maggio del 2023, quando, sulla ribattuta del portiere del Leverkusen, infilò in rete il pallone che portò la sua squadra in finale, per la gioia dei settantamila dell’Olimpico.

In quella squadra, che si disponeva in campo con una specie di 3-5-2, l’allora numero 52 giallorosso andava a disporsi di fianco ad uno tra Matic’ e Cristante, costruendo una diga davanti alla difesa e lasciando a Pellegrini l’opportunità di svariare con Abraham e Dybala.

E’ probabilmente questo l’assetto tattico che permetteva a Bove di esprimersi nella maniera migliore, visto che, se in fase difensiva era costretto a compiere un importante lavoro di pressing, in attacco aveva la facoltà di inserirsi pericolosamente, giocando con la superiorità numerica del centrocampo giallorosso.

Nel 4-3-3 di De Rossi, invece, Edo ha fatto molta più fatica ad integrarsi, non essendo una mezzala pura, capace di palleggiare con qualità e, di conseguenza, il mister gli ha preferito a lungo Cristante, Paredes e Pellegrini, a lungo inamovibili nella gestione di DDR.

Bove alla Viola: la dinamo della Serie A

Raffaele Palladino, alla sua prima esperienza su una panchina importante della nostra Serie A, inizialmente ha dovuto studiare tanto la sua nuova squadra per comprenderne la formula migliore, andando incontro anche a numerose critiche.

Non ci si deve dimenticare, infatti, che poco più di un mese fa, la strabiliante Fiorentina di oggi, lontana appena un punto dalla vetta, era considerata già un grande fallimento, a causa di alcuni risultati, maturati in avvio di campionato, tutt’altro che buoni.

Se la macchina gigliata ha cominciato a girare così bene, dunque, il merito è sicuramente del mister, che, alla fine ha compreso come il 4-2-3-1 fosse l’assetto più adatto ai suoi calciatori, i quali, dal canto loro, però, hanno sicuramente alzato il livello delle prestazioni.

Oltre a Kean, Gudmundsson e Colpani, mattatori offensivi nelle ultime giornate, una delle note più liete della Viola di questo scorcio di campionato è stata proprio quella suonata da Edoardo Bove, diventato imprescindibile al fianco di Adli nella mediana toscana.

Grazie ad una pressione asfissiante e ad una vena offensiva assai più pulsante rispetto a quella ammirata a Roma, infatti, il numero 4 della compagine di Firenze si sta rivelando una delle più belle sorprese di questa Serie A, di cui è diventato una vera e propria rivelazione.

Un “cane malato”, come lo aveva descritto Mou agli inizi della sua carriera, che, continuando a produrre prestazioni così solide, rischia di guadagnarsi una convocazione stabile da parte del ct Luciano Spalletti, il quale, dal canto suo, non ha mai nascosto la sua ammirazione verso il romano.

Edo lo sa, ma per ora resta concentrato sulla Fiorentina, la quale, grazie alla potenza della sua dinamo, continua a volare sulle ali dell’entusiasmo.

Foto: instagram personale Edoardo Bove.

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