Analizziamo il confronto tra gli allenatori: Gasperini e Thiago Motta
Gian Piero Gasperini e Thiago Motta si distinguono per approcci tattici molto diversi ma altrettanto efficaci.
Gasperini, alla guida dell’Atalanta, e Motta, attualmente alla Juventus, incarnano due visioni del calcio che meritano un confronto approfondito.
Gasperini: il maestro del calcio verticale
Gian Piero Gasperini è ormai sinonimo di calcio spettacolare e propositivo.
Alla guida dell’Atalanta dal 2016, il tecnico piemontese ha rivoluzionato il modo di vedere il calcio italiano con il suo sistema di gioco basato sul pressing alto, la costruzione dal basso e la verticalità.
Il modulo di riferimento è il 3-4-1-2, ma ciò che rende speciale l’Atalanta di Gasperini è la fluidità tattica.
I suoi giocatori cambiano spesso posizione, creando superiorità numerica in ogni zona del campo.
La squadra di Gasperini è nota per la sua capacità di attaccare in modo diretto e veloce, sfruttando le fasce e l’intelligenza tattica dei trequartisti.
Il pressing asfissiante costringe gli avversari a errori, e questo porta l’Atalanta a recuperare il pallone in zone avanzate, rendendola una delle squadre più prolifiche in fase realizzativa.
Gasperini è un maestro nel valorizzare giocatori non di primissimo piano, trasformandoli in elementi fondamentali del suo sistema, come dimostrano le esplosioni di calciatori come Duvan Zapata e Robin Gosens.
Il rischio del calcio di Gasperini è legato all’esposizione difensiva.
Il gioco ad alta intensità richiede grande condizione fisica e concentrazione costante, e quando l’Atalanta non riesce a mantenere questi standard, può andare incontro a partite difficili, specialmente contro squadre forti in contropiede.
Thiago Motta: un approccio razionale e moderno
Thiago Motta, ex centrocampista di grande classe, ha una visione tattica che riflette il suo passato da giocatore: razionale, moderna e strutturata.
Dopo un’esperienza di alti e bassi con il Genoa, Motta ha trovato maggiore stabilità al Bologna, dove ha dimostrato una grande maturazione come allenatore.
Il suo sistema di gioco preferito è il 4-2-3-1, che mette al centro del progetto il possesso palla e la gestione delle transizioni.
La Juventus di Motta è una squadra che cerca il controllo del gioco, con una costruzione ragionata dell’azione fin dalla difesa.
Rispetto a Gasperini, l’approccio di Motta è meno basato sull’intensità, preferendo una disposizione tattica che riduca gli spazi e permetta alla squadra di difendersi collettivamente.
I suoi centrocampisti hanno un ruolo cruciale nel dettare i ritmi di gioco, mentre gli esterni offensivi e il trequartista hanno libertà di muoversi per creare superiorità nelle zone di campo più avanzate.
Thiago Motta si distingue per la sua attenzione ai dettagli e la capacità di adattare la squadra agli avversari.
La sua squadra è solida, compatta e difficilmente va in crisi sotto pressione.
Motta ha saputo dare identità e fiducia ai suoi giocatori indipendentemente dall’età, come dimostrato dagli ottimi esordi di Savona e Mbangula.
Il confronto a livello tattico tra i due allenatori
Il confronto tra Gasperini e Motta si basa principalmente sull’approccio al gioco: se Gasperini preferisce un calcio ad alta intensità, verticale e basato sul pressing, Motta punta su un controllo più ragionato della partita e su una maggiore gestione del pallone.
Le squadre di Gasperini tendono ad attaccare in maniera feroce, cercando di schiacciare l’avversario, mentre quelle di Motta preferiscono manovrare con pazienza, aspettando il momento giusto per colpire.
Entrambi gli allenatori hanno dimostrato di saper ottenere il massimo dai propri giocatori, ma con filosofie diverse.
Gasperini sfrutta il caos organizzato per sorprendere gli avversari, mentre Motta si affida alla struttura e alla disciplina tattica.
Questo rende entrambi allenatori di grande interesse nel panorama italiano, capaci di dare spettacolo e risultati pur seguendo strade differenti.