Volendo arrivare preparato ai mesi concitati che lo attendono, il tecnico della Roma ha operato delle decisioni sorprendenti nelle ultime uscite.
Le ultime settimane della Roma, trascorse, aldilà dell’eliminazione in Coppa Italia con il Milan e della sconfitta di Alkmaar, senza mai perdere, hanno sicuramente parzialmente raddrizzato un campionato che, almeno nei mesi del 2024, aveva preso una direzione veramente malaugurata, diretta verso le zone bassissime della graduatoria.
Con otto risultati utili consecutivi, invece, la banda di Claudio Ranieri, tornato sulla panchina di casa sua a Novembre, è riuscita ad allontanarsi dalle posizioni calde della classifica e a riavvicinarsi al treno Europa, il quale, nonostante corra forse troppo veloce per i giallorossi, non è ancora scappato definitivamente.
Come si può intuire, dunque, l’allenatore testaccino, giunto a Trigoria in una situazione complicatissima, merita tutti i complimenti possibili, se è vero che, in breve tempo, ha avuto la capacità di riportare un pò di tranquillità in un ambiente sconquassato dagli acutissimi terremoti societari, riuscendo a trovare, dopo tanto rodaggio, un equilibrio accettabile per una piazza come Roma.
Nonostante questo, però, alcune sue scelte di formazione degli ultimi tempi, aldilà dei buoni risultati conseguiti, hanno stupito molti addetti ai lavori, che, sebbene il turnover sia diventato un mezzo molto usato dagli allenatori di molte squadre, non si aspettavano un suo impiego così massiccio da parte del testaccino.
A questa rotazione molto ampia, poi, si è aggiunta una situazione extra-campo abbastanza particolare, consumatasi nell’ultimo fine settimana, quando Ranieri ha regalato ad Hummels e Paredes un turno di riposo, concedendogli una breve due giorni di vacanza.
Insomma, un atteggiamento molto particolare, il cui giudizio finale, ovviamente, passerà soprattutto dai risultati che la Roma conseguirà nelle prossime decisive settimane.
Gli ultimi undici titolari della Roma
La strana strategia di Ranieri, il quale, nei primi mesi della sua terza esperienza nella Capitale, ha spesso riproposto a lungo la stessa formazione titolare, è iniziata ad Udine due settimane fa, quando, dopo la brutta sconfitta olandese, alla Roma serviva disperatamente ritornare al successo esterno, mancante da nove mesi esatti.
Pur con qualche patema, i giallorossi riuscirono a conquistare i tre punti, grazie ai rigori di Pellegrini e Dovbyk, schierati fin dall’inizio insieme al nuovo arrivo Rensch e l’inedito Celik da braccetto, il quale, in quel momento, appariva come una semplice alternativa temporanea, ma che, in realtà, rappresentava una realtà destinata a essere replicata.
La domenica successiva, quindi, dopo la bella vittoria contro l’Eintracht, nella quale schierò tutti gli effettivi titolari, Claudio gettò la maschera: contro il Napoli capolista, infatti, la formazione fu completamente rimaneggiata, con Rensch, Pisilli, Cristante, El Shaarawy, Soulé e Shomurodov dall’inizio, utili, almeno in teoria, a far rifiatare i titolari in vista della gara di Coppa Italia del mercoledì successivo.
All’inizio di quest’ultima, però, i tifosi romanisti rimasero ancora una volta sopresi osservando come il proprio allenatore avesse lasciato fuori calciatori come Dovbyk, Pellegrini e Mancini, scegliendo di dare ancora fiducia ad alcuni esperimenti visti in precedenza.
Anche ieri, infine, il tecnico testaccino si è affidato a tante seconde linee, lanciando dal primo minuto il nuovo acquisto Gourna-Douath e, durante la ripresa, inserendo Nelsson e altre riserve, preservando molti giocatori per l’impegno europeo.
Sembra, quindi, scontato che, giovedì a Porto, la Roma si presenterà in campo con la sua formazione tipo, ma, evidentemente, non ci si può aspettare nulla dall’ineffabile Ranieri di questo periodo.
Pazzo o visionario?
Come sempre accade nel mondo del calcio, il giudizio sull’operato di Ranieri, ma, purtroppo, anche sulla sua condizione mentale, è variato molto rapidamente in queste settimane, dipingendolo, alternatamente, sia come un genio che come un malato psichiatrico.
Secondo l’opinione di chi scrive, la verità non è assolutamente esprimibile in due valutazioni così esagerate dall’una e dell’altra parte e, soprattutto, non è ancora formulabile dopo sole due settimane.
La Roma, difatti, deve ancora disputare l’importantissima doppia sfida europea per cui Claudio ha organizzato questo turnover così massiccio e, eventualmente, solo alla fine di quest’ultima si potrà formulare un’opinione, positiva o negativa che sia, sulla sua strategia.
In conclusione, la valutazione deve necessariamente essere rimandata di almeno quindici giorni, quando, concluso questo tour de force così stancante, ci saranno gli elementi fondamentali per giudicare con obiettività, mediante l’ausilio dei dati, tutta la situazione.
L’unico fatto certo, per ora, è che questo signore di settantatré anni, ancora una volta, ha dimostrato di non temere nulla e nessuno, ma soprattutto, di non essere minimamente condizionabile da alcun fattore esterno, fermamente convinto com’è della sua idea.
Questo sì che si può già affermare: Ranieri ha due attributi di dimensioni ragguardevoli.
Foto: facebook AS Roma.