Con la bella vittoria di Parma, sancita dalla splendida punizione mancina di Mati Soulé, la Roma ha conquistato il terzo successo esterno.
All’inizio del nuovo anno, poco dopo la bella ed entusiasmante vittoria nel derby, la Roma di Claudio Ranieri conquistava un pareggio in extremis al Dall’Ara contro il Bologna, salvandosi all’ultimo minuto grazie al rigore di Dovbyk dall’ennesima sconfitta esterna.
In quel momento della stagione, alla prima giornata del girone di ritorno, i giallorossi non avevano ancora mai vinto fuori dalle mura dell’Olimpico, cadendo anche su campi non impossibili da superare, perdendo punti importanti per la zona Europa.
A circa quaranta giorni da quel 2 a 2 così insperato, dunque, la terza vittoria consecutiva in trasferta non sembra più un evento tanto clamoroso come lo sarebbe stato allora, quando anche un successo ad Udine appariva come una montagna quasi invalicabile.
E’ indubbio, di conseguenza, che la Roma di Claudio Ranieri sia cresciuta molto in queste settimane, andando a ritrovare l’equilibrio che, a partire da agosto, gli è sempre mancato, causandogli la pessima posizione in classifica in cui si trova ora, lontana dall’iniziale obiettivo Champions della società.
Quest’ultima, aldilà della quasi sicura esclusione dalla coppa più prestigiosa, non può che ringraziare il tecnico di Testaccio per il lavoro svolto in un tempo così esiguo e con una squadra totalmente demoralizzata, in preda a tormenti tattici e psicologici non indifferenti.
Una grande opera di pazienza, tempo e costanza quella di Claudio, il quale, ora, non vuole porsi limiti sia in Europa League che in Serie A, dove, senza considerare la distanza in classifica, vuole cercare di fare il meglio possibile, senza lasciare nulla di intentato.
La chiave del lavoro di Ranieri
Se si analizza bene il lavoro di Claudio sulla panchina della Roma, su cui si è seduto da appena tre mesi, appare chiaro come tutte le partite disputate sotto la sua guida abbiano seguito un andamento, con le dovute proporzioni, da serial televisivo.
Ad ogni appuntamento, infatti, i giallorossi hanno riscoperto uno dei loro interpreti, rimasto, magari, ai margini durante l’esperienza di Juric’, che, per esempio, non riteneva un campione del mondo come Hummels “degno” del suo gioco, relegandolo ai margini delle rotazioni.
Seguendo questo canovaccio, dunque, la Roma ha lentamente ritrovato quasi tutti i suoi giocatori, a partire proprio dal tedesco e Paredes fino ad arrivare a Baldanzi e Celik, risultati protagonisti nella bella prestazione di giovedì in Portogallo.
L’ultimo episodio, quello di ieri, ha, invece, fornito dei segnali molto rassicuranti sul reintegro in toto di Matias Soulé, capace di regalare al proprio tecnico e ai suoi tifosi tre punti molto importanti con una pannellata degna dei migliori artisti, in grado di sorprendere l’ottimo Suzuki sul palo difeso dalla barriera.
Risulta evidente, a questo punto, tutta la bontà della paziente e costante opera di Claudio Ranieri, il quale, fin dall’inizio, ha sempre spiegato a tutti di essere fermamente convinto di disporre di un organico di valore e preparato, di cui andavano solamente scoperti e messi in mostra i veri punti di forza.
Ora che tutti sono finalmente tornati sui loro livelli abituali, il tecnico ha un ampio mazzo di alternative da cui pescare e, come ha detto anche ieri sera nell’intervista post-partita, sperando che contro il Porto arrivi un risultato positivo, il turnover diventerà necessario nei prossimi mesi.
Roma, la rimonta è possibile?
Rispondere alla provocatoria domanda con cui questo paragrafo e l’articolo stesso titolano è abbastanza complicato, se è vero che, nonostante i giallorossi sembrino aver definitivamente trovato un equilibrio più o meno stabile, da questa versione della Roma non ci si può mai aspettare nulla.
In ogni caso, anche ammettendo che la banda di Ranieri mantenga questo ritmo da Champions, la zona Europa è ancora lontana e il suo raggiungimento passa necessariamente da qualche piccolo inciampo delle avversarie che la precedono, senza cui sarà di sicuro impossibile “tornare a riveder le stelle”.
La Conference League, infatti, al momento dista quattro lunghezze, le quali, però, potrebbero diventare sette in caso di un successo o del Milan o del Bologna nella gara che si recupererà al Dall’Ara fra queste due compagini, al momento entrambe appaiate a quota 41.
L’Europa League, poi, è distante un altro punto, a differenza della Champions, che, ad oggi, non tenendo conto del possibile quinto posto aggiuntivo nell’ex Coppa dei Campioni, è lontana ben nove punti, margine di sicuro non facilmente colmabile in poco più di tre mesi.
Crederci, dunque, non è assolutamente un reato e, anzi, è doveroso, ma la Roma mai come in questa stagione deve provare a farsi valere nella sua competizione continentale di competenza, provando ad arrivare più avanti possibile sulla strada per San Mamés.
Foto: facebook AS Roma.