Si aspetta solo il comunicato della società che annuncia che Claudio Ranieri, per la terza volta, allenerà la Roma.
Nella serata di ieri le prime indiscrezioni, i Friedkin volano a Londra, nel pomeriggio li raggiunge Ranieri, le parti si siedono al tavolo e inizia la trattativa, dopo 4 ore arriva l’ok di Sir Claudio, stretta di mano e volo di ritorno prenotato.
Nella tarda serata di ieri, Roma lo accoglie all’aeroporto con il più classico dei benvenuti, o meglio bentornati, in stile giallorosso: decine di tifosi a cantare e a regalare sciarpe. Bentornato a Roma mister.
Cosa succederà?
Prevedere lo stile di gioco e il modulo scelto da Ranieri è impossibile, basti pensare che nella sua carriera il tecnico ha giocato con il 4-4-2 allenando: Valencia, Chelsea, Fiorentina, Juve, Parma e Leicester poi sempre con il Leicester ha usato il 4-2-3-1 e a Cagliari ha osato con la difesa a tre.
È difficile provare a leggere nella mente di un uomo che nella sua vita ha cambiato tante squadre quanti moduli ma delle certezze ci sono.
Se la trattativa è andata per le lunghe è perché l’allenatore ha chiesto delle sicurezze, vedremo quindi più spesso Dybala? Oppure finalmente Hummels giocherà?
Difficile dirlo nessuno era nella stanza con i Friedkin e Ranieri, ma se l’allenatore classe 51′ ha detto di sì, oltre che per l’amore incondizionato per la Roma, lo ha fatto per delle sicurezze che ha chiesto e sono arrivate.
Ranieri è il cerotto non la soluzione
Sir Claudio una Roma così disastrata e messa male non l’ha mai presa, il peggio che gli è capitato è stata una Roma sesta in campionato in appanno e con degli acciacchi non da poco, ma questa volta si tratta di una Roma ferita e zoppicante.
Ranieri accorre a salvare la Roma firmando un contratto -stando alle indiscrezioni- fino a giugno 2025, ma Claudio Ranieri è una “toppa” sulla ferita.
Per quanto il suo arrivo rappresenti un intervento d’emergenza necessario, è evidente che i problemi della Roma vadano ben oltre la semplice guida tecnica e tocchino radici profonde a livello societario e strategico.
Ranieri può mettere in sicurezza la nave e ridare fiducia ai giocatori, ma la vera cura arriverà soltanto quando la società saprà fare le scelte giuste, delineando una visione chiara e stabile per riportare la Roma dove merita.
In questo momento, quindi, più che un rimedio, Ranieri potrebbe essere considerato un cerotto su una ferita aperta: una soluzione temporanea in attesa di un intervento strutturale che possa davvero sanare le problematiche profonde della squadra.
Claudio Ranieri non è nuovo al ruolo di “salvatore della patria” per la Roma, ma questa volta il contesto è decisamente più complesso e delicato rispetto al passato.
Quando nel 2009-2010 prese in mano la squadra, trovò una Roma in difficoltà ma comunque capace di lottare per un posto in Europa, mentre ora si trova davanti a una Roma ferita e zoppicante, piegata non solo dagli infortuni, ma anche da un ambiente pesante e da una classifica ben al di sotto delle aspettative. La situazione, di certo, non è delle più rosee.
In Conclusione
Auguriamo a Claudio Ranieri un ritorno positivo in una piazza che lo conosce bene e con cui ha un legame profondo.
La sua esperienza e il suo carisma potrebbero essere determinanti per ridare stabilità a un ambiente attualmente in difficoltà, aiutando la squadra a ritrovare compattezza e determinazione. È però evidente che la soluzione ai problemi della Roma richiederà un progetto di lungo termine che vada oltre il momento di emergenza.
Con l’auspicio che il suo contributo possa segnare l’inizio di un percorso di rinnovamento, osserviamo con interesse l’evolversi di questa nuova pagina nella storia giallorossa.
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Foto Instagram: @cagliaricalcio