Dopo un periodo lungo e complicato, si è rivisto il carattere della Roma delle ultime stagioni, grazie all’intervento del “Sor” Claudio.
Il tifoso romanista, quando si approccia a scontri di portata molto elevata in Europa, prima di accomodarsi in poltrona, un po’ per scaramanzia e un po’ per triste obiettività, va a recuperare dalla soffitta il pallottoliere delle elementari, rassegnato com’è ad un eventualità occorsa fin troppe volte nella storia giallorossa.
Numerose, infatti, sono state le batoste subite dalla Roma nel continente: dal 7 a 1 di Manchester a quello subito in casa contro il Bayern, passando anche per i 6 a 1 contro Barcellona e Bodo Glimt.
Roba da farsi assolutamente il segno della croce, anche da atei, prima di ogni grande gara europea, aldilà dell’attitudine internazionale che la società dei Friedkin ha scoperto di possedere negli ultimi anni rispetto alle compagini connazionali.
Ieri sera, dunque, la trasferta di Londra, nel bellissimo Colosseo del Tottenham, il quale è riuscito a sostituire White Hart Lane in mlaniera più che egregia, appariva proprio come un nuovo capitolo della lunga serie di debacle capitate alla Roma in queste stagioni, non solo per la forza dell’avversario, ma anche e soprattutto per il pessimo periodo della squadra della Capitale.
I romanisti, di conseguenza, erano già prontissimi ad una lunga serata di sofferenza e pallonate, ma, inaspettatamente, la gara delle 21 ha regalato un andamento assolutamente diverso dalle aspettative.
La grande gara della Roma
Del fatto che potesse essere una serata catastrofica i tifosi romanisti ne hanno avuto una conferma dopo soli due minuti, quando Mats Hummels, in netto ritardo, ha sdraiato il giovane Sarr in area, causando il rigore poi trasformato dall’eterno Heung-Min Son.
L’ennesima figuraccia, l’ennesima partita persa malamente in Europa, sembrava profilarsi all’orizzonte per la truppa di Ranieri, la quale, però, è apparsa, fin dai minuti immediatamente successivi al vantaggio inglese, come assolutamente serena e determinata nel mettere in pratica la strategia tattica provata in allenamento.
Nonostante il gol, infatti, tutti e dieci i calciatori di movimento della Roma partecipavano attivamente al pressing, costringendo la squadra di Postecoglou a numerosi errori di disimpegno.
La rete del pareggio, seguita da quella annullata ad El Shaarawy, sono state, dunque, il naturale frutto di un atteggiamento offensivo e per nulla spaventato dalla grande qualità offensiva degli Spurs, capaci, ogni qualvolta riuscissero a superare la prima linea di pressione giallorossa, a creare tanti grattacapi a Svilar e compagni.
Il gol di Johnson, quindi, arrivato in un momento in cui la squadra di Ranieri stava controllando il ritmo della gara, avrebbe potuto rappresentare un colpo pesantissimo per i romanisti, ma questi ultimi, anziché abbattersi, nel secondo tempo hanno accettato di scoprirsi un po’ per cercare di recuperare la partita, proponendo anche un gioco, a tratti, divertente ed emozionante.
La rete di Mats Hummels, allora, arrivata al 92′ minuto, non può assolutamente definirsi come “immeritata”, se è vero che i giallorossi l’hanno raggiunta dopo una prestazione di enorme tenacia e sacrificio, nella quale, nonostante una evidente inferiorità tecnica, hanno messo tanta paura ad uno squadrone come il Tottenham.
“Rossa come er core mio”
Alla fine della gara, osservando il settore ospiti del bellissimo Tottenham Stadium, ammutolitosi di fronte alla rete del pareggio romanista, si è finalmente potuto intendere il vero cambiamento che Ranieri era chiamato a fare.
Ciò che mancava alla brutta Roma di questi mesi, capace di riuscire in un’impresa quasi impossibile, quale far disamorare i propri affezionatissimi tifosi, era questo ritrovato carattere, questa voglia di dominare la partita in ogni situazione, imponendosi con le buone e, talvolta, anche con le cattive.
La Lupa di ieri sera, infatti, specialmente nelle persone di Paredes e Mancini, non ha mai avuto paura, come appariva ultimamente, di tirare indietro la gamba o di giocare ai limiti del regolamento, proprio come faceva la squadra di Mourinho o quella di De Rossi, entrambe adorate dal proprio popolo.
Un ritorno al passato, dunque, assolutamente necessario sia per riavvicinare i sostenitori, sia, soprattutto, per ritrovare le proprie certezze, quelle che, nelle ultime stagioni, hanno permesso ai giallorossi di arrivare sempre in fondo nelle competizioni europee disputate.
Era questo, dunque, il vero grande compito richiesto a Claudio Ranieri, i cui occhi, dopo la fine della gara, intervistato dalle varie emittenti, sprizzavano una gioia incontenibile, neanche troppo velata, per un risultato che, in maniera sincera e genuina come da sua abitudine, non ha avuto problemi a descrivere come “inaspettato”.
Ci è voluto un mito come “Claudietto“, dunque, per regalare ai tifosi giallorossi questa Roma ritrovata, ma, ora che l’entusiasmo è tornato a raggiungere livelli accettabili, non ci si deve certo fermare.
Che Tottenham, dunque, non diventi l’arrivo di una tappa faticosa e stancante, quanto più l’avvio di una nuova corsa, o, considerando la situazione in classifica, di un bel Palio “di rincorsa”.
Foto: instagram As Roma.