Dopo l’esonero di Daniele De Rossi, il giovane prodotto del settore giovanile della Roma è stato reintegrato in prima squadra.
Una città come Roma, capitale, un tempo, del mondo, rapisce da sempre tutti gli studiosi e gli appassionati di cultura dell’intero pianeta, grazie alle sue bellezze storico-artistiche, che la rendono uno dei posti più affascinanti al mondo.
Ciò che, a mio avviso, rende la Città Eterna ancora più affascinante, però, è la sua popolazione, forgiata, nella sua particolarità, da un’insieme di valori, quali l’ironia, la generosità e l’orgoglio, che la rendono unica al mondo.
Il romano, dunque, è, parlando ovviamente in maniera generica, un tipo dal carattere amichevole e alla mano, che gli permette di risultare simpatico alla gran parte delle persone con cui viene in contatto, ma, allo stesso tempo, ha il grande difetto di mutare spesso opinione.
Accade, infatti, che a Roma spesso si tenda ora ad esaltare ora a distruggere uno stesso personaggio, dando vita ad un potentissimo tam-tam mediatico, il quale, spesso, finisce per screditare in maniera molto pesante chi viene chiamato in causa.
Questa peculiarità del romano viene fuori in tutta la sua enormità in uno degli ambiti dove il suo orgoglio e la sua passione si mostrano in maniera più verace, ossia il mondo del pallone, che, da sempre, ha fatto da teatro a grandi polemiche e storie da telenovelas sudamericana.
E’ accaduto spesso, infatti, che alcuni calciatori non riuscissero più ad esprimersi al loro meglio a Roma perché subissati dalle critiche dell’intero ambiente, il quale era così pesante nei loro confronti da costringerli a richiedere il trasferimento.
Quello di Zalewski, dunque, è solo l’ultimo caso di una lunga serie, l’ultimo capitolo di una lunga collana di grandi amori trasformati repentinamente in enormi odi, così accesi da sfiduciare totalmente il calciatore.
La storia di Zalewski a Roma
L’esperienza di Nicola Zalewski nella Magica, squadra con la quale ha disputato tutte le varie categorie giovanili, è iniziata con l’arrivo di José Mourinho nel 2021, quando il tecnico portoghese lo aggregò alla prima squadra, dandogli sempre più minuti e fiducia.
Nonostante il ragazzo fosse realmente un’ala, il “Vate di Setubal” lo schierò fin da subito come terzino o, al massimo, esterno di centrocampo, ordinandogli di applicarsi sia in fase difensiva che in quella offensiva.
Fin dall’inizio, tutti compresero subito come quest’ultima gli riuscisse molto meglio, grazie al suo passato da esterno d’attacco, che dimostrò, in particolare, nella splendida vittoria per 4-0 contro il Bodo Glimt ai quarti di Conference League.
In quella situazione, infatti, Zalewski fu nettamente tra i migliori in campo, sia per il bel assist per una delle reti di Nicolò Zaniolo, che per la prestazione in generale, ottima sia in fase di spinta che di copertura.
Impiegato anche nella trionfale finale di Tirana, Nicola, che intanto aveva scelto la nazionalità polacca, raggiunse il suo apice di popolarità, benvoluto sia dall’ambiente giallorosso, che lo vedeva come un vero e proprio romano, sia dagli addetti ai lavori, stupiti dalle qualità messe in mostra.
Le stagioni successive, dunque, avrebbero dovuto essere quelle della consacrazione e, invece, sono diventate, suo malgrado, quelle decisive per il crollo della sua popolarità, soprattutto fra i romanisti.
La causa di questo disamore da parte della sua tifoseria sta da ritrovarsi nelle magre prestazioni fornite in campo, durante le quali ha inanellato errori difensivi, costati caro alla Roma, e una poca precisione in attacco, soprattutto a livello di cross.
Giunto, così, all’inizio di questa stagione, Nicola si aspettava di lasciare la Roma, sicuro che il suo percorso nella Capitale fosse definitivamente concluso.
Dicesi “coerenza”
Le aspettative di Zalewski, almeno negli ultimi giorni di mercato, dopoché DDR aveva provato fallimentarmente a trovargli una posizione in campo, sembravano poter essere ripagate, con i Friedkin che avevano trovato un accordo con il Galatasaray, essendo intenzionati a mandarlo via.
La decisione, però, sembrò essere solo di loro matrice, visto che De Rossi affermò come la cessione di Nicola non fosse assolutamente un suo dettame, essendone stato informato solo quando la trattativa era già in fase di chiusura.
Il calciatore, però, proprio quando tutto sembrava fatto, manifestò la propria ferrea volontà di rimanere in Italia, rifiutando il trasferimento in Turchia e accettando le condizioni della Roma, che lo mise immediatamente fuori rosa.
La situazione, dunque, poteva dirsi ufficialmente rimandata al mercato di gennaio, con il calciatore che avrebbe atteso l’inverno per andarsene definitivamente.
L’esonero di DDR, arrivato improvvisamente e senza molti ragionamenti, ha cambiato, però, le carte in tavola, con la dirigenza che è tornata sui suoi passi e ha reintegrato Zalewski in rosa, annullando la damnatio memoriae che era stata proclamata nei suoi confronti e mostrando ancora come ci sia una qual certa confusione all’interno di Trigoria.
La sensazione è che in questo caso sia mancata, oltre che la chiarezza nelle idee, anche un po’ di coerenza, sicuramente difettata nel richiamare dopo dieci giorni un calciatore scaricato.
Insomma, non un’altra gran bella figura per la Roma, che ora si ritrova di nuovo ad avere il calciatore in rosa, sperando che Juric’ trovi la formula giusta per farlo rendere al massimo.
“N’do me mettete?”
Nicola Zalewski, sentendo le parole di Ivan Juric’ in conferenza stampa, non avrà potuto che essere contento, visto che il suo nuovo allenatore si è detto molto felice di averlo in rosa, apprezzandone le caratteristiche.
Si prospetta, dunque, per il giovane italo-polacco, una seconda possibilità con la maglia della Roma, con la quale, fino ad ora, ha disputato 72 gare, mettendo a segno solo due reti.
Il dubbio, però, che pervade tutti i tifosi e anche lo stesso Zalewski riguarda la posizione che il nuovo allenatore gli affiderà nel suo nuovo scacchiere tattico, tentando di inserirlo nel miglior modo possibile per lui stesso e per la squadra.
Secondo le indiscrezioni, il modulo che il croato andrà ad usare sarà il 3-4-2-1, confermando definitivamente l’utilizzo della difesa a 3 e la molto probabile abolizione del tridente puro, con Dybala e un altro fra Soulé, Baldanzi e Pellegrini alle spalle di Dovbyk.
Zalewski, di conseguenza, non giocherà sicuramente né in attacco, nè tantomeno in difesa, visto che ha dimostrato di non poter ricoprire il ruolo di braccetto al fianco di altri due centrali.
Con ogni probabilità, quindi, la posizione nella quale il giovane potrebbe andare a piazzarsi sarà quella di esterno di centrocampo, sia che Juric’ scelga il centrocampo a 4 sia che confermi quello a 5 lasciatogli in eredità da De Rossi.
Sulla fascia, infatti, Nicola potrebbe far valere la sua gamba, coprendo in fase difensiva e rendendosi pericoloso nell’altra metacampo, in modo da offrire alla Roma l’opportunità di ripartire velocemente sull’esterno, trovando, magari, le difese avversarie impreparate.
La gara di stasera contro l’Udinese può, quindi, mostrare cosa Juric’ abbia realmente in mente per il polacco, permettendoci di capire se Zalewski potrà finalmente tornare ad essere utile per la Magica.