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Roma, è l’ora di “Artemio”: perché può essere la gara di Dovbyk

Roma, occasione di Dovbyk.

Salito costantemente di prestazioni, il centravanti della Roma vuole tornare a siglare una rete dopo quella realizzata contro il Parma.

Essere un “pichichi”, ossia un capocannoniere della Liga, se da un lato è sicuramente un grande traguardo, osservando le cose da un’altra prospettiva, rischia di essere un peso molto gravoso da portare sulle spalle, se è vero che a conquistare questo riconoscimento, in passato, sono stati gente del calibro di Messi, Ronaldo o, tornando all’antichità del calcio, il leggendario Zarra.

Insomma, Artem Dovbyk, dopo la grandiosa stagione trascorsa lo scorso anno al Girona, all’inizio della Serie A, aveva su di sè tantissime aspettative, amplificate dal fatto di essere divenuto l’acquisto principale di una squadra dalla tifoseria caldissima come la Roma, abituata ad infervorarsi per questo tipo di trattative estive.

Arrivati alla metà del campionato, e quasi alla fine anche del primo girone europeo, si può dire che la stagione dell’ucraino, fermato talvolta anche da dei fastidiosi problemi fisici, sia stata un po’ altalenante, scandita da delle belle prestazioni e da altre più opache, dovute a vari motivi.

Il primo di questi è sicuramente l’ovvia fase di ambientamento che aspetta la totalità dei calciatori che si approcciano per la prima volta al nostro calcio, molto diverso e parecchio più tattico rispetto a quello praticato nel resto d’Europa.

L’altro motivo che si può ritrovare per spiegare l’altalenante rendimento di “Artemio”, come l’hanno ribattezzato i romanisti, è indubbiamente l’annata sottotono che la Roma ha condotto fino ad ora, segnata indubitabilmente dai tanti stravolgimenti subiti.

Ora, però, Artem vuole dare una svolta alla sua prima stagione italiana e, dopo le due buone prestazioni contro Milan e Lazio, vede l’imminente gara di Bologna come una ghiotta occasione per tornare alla rete.

Come Dovbyk può far male al Bologna

Di Vincenzo Italiano, inteso come tecnico, si possono dire tante cose, sia in positivo che in negativo, ma è assolutamente innegabile che sia un allenatore coraggioso, che non ha paura di osare e portare in toto il suo modo di giocare in campo.

Delle sue squadre, dal primo Trapani allo Spezia e alla Fiorentina conosciute in Serie A ed in Europa, si è sempre ammirata la grande propensione offensiva, frutto di un recupero alto del pallone e di un gioco corale molto ben calibrato, visibile anche nel Bologna che, mattoncino dopo mattoncino, il siciliano è riuscito a costruire quest’anno.

Come tutti i modi di interpretare il calcio, però, anche quello di Vincenzo, per quanto bello ed entusiasmante, non è privo di falle e, purtroppo, la più evidente è ben scolpita nella memoria dei tifosi della Fiorentina, che si ricordano ancora della rete subita a Praga contro il West Ham, decisiva per perdere la Conference League.

Aldilà dell’errore di Igor, che si lasciò scappare l’accorrente Bowen, la linea viola era altissima e messa molto male contro il nascente contropiede degli inglesi, che trovarono spazio e profondità per andare a siglare quella fondamentale rete.

Prendendo spunto da ciò, e da situazioni analoghe verificatesi quest’anno, la Roma di Ranieri e, in particolare, il suo centravanti devono cercare di sfruttare questo tipo di disattenzioni.

Artemio, d’altronde, ha una grande capacità di buttarsi in profondità velocemente, alle spalle della difesa avversaria, sfruttando sia la sua velocità che la grande fisicità di cui dispone.

Ecco, allora, come il Bologna può essere un’occasione ghiottissima per il Lupo di Cerkasy.

Perché è il momento dell’11 della Roma

L’opera che Claudio Ranieri ha compiuto dall’inizio del suo terzo mandato sulla panchina della Roma, squadra della sua città e, soprattutto, del suo cuore, è stata sicuramente un grande lavoro di recupero di tutti i calciatori che, per vari motivi, nella prima parte di stagione non sono riusciti a rendere come previsto o auspicato.

Dire che il testaccino ci è riuscito è poco: uno dopo l’altro, da Hummels a Paredes, da Saud a Dybala, concludendo (forse) con Pellegrini, quasi tutti i giocatori giallorossi sono tornati sui loro livelli abituali, fornendo alla causa, finalmente, delle prestazioni accettabili.

Uno dei pochi che, nonostante nelle ultime gare abbia mandato segnali più che positivi, appare ancora come un giro indietro è proprio l’ucraino, che, sebbene ultimamente abbia sempre delle occasioni nitide per timbrare il cartellino, fatica tremendamente a segnare.

Anche contro il Parma, nella goleada dell’ultima domenica d’Avvento, il numero 11 è riuscito a segnare solo per gentile concessione di Dybala, che gli ha generosamente servito un cioccolatino da spingere solo in rete, entrando pure in porta con il pallone.

E’ dunque evidente che, insieme a Soulé, Artem sia uno degli ultimi calciatori della Roma da sbloccare definitivamente e, sia per le caratteristiche della difesa felsinea che per gli incoraggianti segnali visti nell’ultimo poker di gare, quella di domani potrebbe veramente essere la sua gara.

Riuscire a disputare una grande gara al Dall’Ara per Dovbyk sarebbe molto importante e segnerebbe senza dubbio una svolta decisiva nella sua stagione, che, giunta alla metà, non aspetta altro che spiccare il volo, sia in Italia che nel Continente.

Foto: instagram AS Roma.

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