Dopo appena quattro minuti, Leandro Paredes si è fatto ammonire per un fallo inutile a palla lontana, condizionando il suo derby.

Il derby di andata fra Roma e Lazio, come il sottoscritto aveva avuto modo di evidenziare nell’articolo uscito il giorno seguente, rappresentò la più completa esaltazione delle caratteristiche che avevano permesso alla squadra di Mourinho di farsi largo spesso e volentieri in Europa.

I giallorossi, difatti, imponendosi frequentemente non solo a livello tecnico, ma anche e soprattutto a livello psicologico, esercitando anche una serie di comportamenti, diciamo, non “consoni” al regolamento calcistico ufficiale, riuscirono a trionfare contro i biancocelesti, rei di essere caduti troppe volte nelle provocazioni dei rivali.

Le prese in giro di Dybala, le risatine di Hummels, gli sguardi cattivi, sportivamente parlando, di Mancini: tutto questo mandò fuori di testa i calciatori della Lazio, i quali, già abbondantemente sotto nel punteggio, non furono capaci di rialzarsi, dando il via, con quella sconfitta, alla rimonta della squadra di Ranieri.

Il protagonista di quel derby fu, però, indubbiamente un altro giocatore, che, dopo mesi di panchine e tentennamenti riguardo al suo futuro nella Capitale, si riprese la sua compagine sulle spalle, fungendo sia da leader tecnico che da guida morale.

Il vero grande vincitore della gara d’andata fra Roma e Lazio, infatti, fu sicuramente Leandro Paredes, il quale, dopo aver disegnato calcio in tutto il primo tempo, permettendo ai suoi di passare in vantaggio, dominò, a livello emotivo, tutta la seconda frazione, demolendo, provocazione dopo provocazione, la sanità mentale dei suoi avversari, innervositi dal suo fastidioso atteggiamento.

E’ risaputo che strategia che vince non si cambia e, per questo, l’argentino, desiderava ripetere lo stesso tipo di prestazione anche ieri, ma un eccesso di foga gli ha giocato un brutto scherzo.

La “mezza” gara di Paredes

Che il Lazio – Roma di ieri sera, soprattutto dopo la tensione degli ultimi derby, sarebbe stata una gara nervosa, nevrastenica allo sfinimento, era abbastanza risaputo e, purtroppo, lo si è compreso fin dal pomeriggio, quando, da fuori lo stadio, sono iniziate ad arrivare le notizie degli scontri fra ultras.

Un clima da guerriglia, dunque, a cui, da buon “xeneizes” qual è sempre stato, Paredes non può che essere molto abituato.

Il centrocampista argentino, quindi, preferito a Cristante al fianco di Manu Koné per le di gran lunga maggiori doti in impostazione, era l’ultimo da cui gli appassionati di calcio si sarebbero aspettati una leggerezza, un’errore dovuto all’estrema tensione che c’era in campo.

Al quarto minuto, invece, dopoché la Roma aveva approcciato meglio della Lazio la gara, Leandro ha commesso la sua stupidaggine, andando, a pochi passi dall’arbitro, bravo ad accorgersene, a prendere letteralmente “per un orecchio” Castellanos.

Il direttore di gara, di fronte ad un gesto compiuto a palla lontana, una specie di regolamento di conti rimasti in sospeso dalla partita di andata, non ha potuto che estrarre il primo giallo della contesa, andando a condizionare pesantemente il resto della prestazione di Paredes.

Quest’ultimo, infatti, non è apparso sfrontato e sboccato come è suo solito, ma semplicemente molto nervoso, in balia di una gara che pensava di poter dominare a livello psicologico e che, invece, per colpa sua, era destinato ad attendere, senza poterla aggredire da abitudine.

Claudio Ranieri, intuendo la nevrastenia del suo giocatore, ha compiuto la mossa più saggia, andando a sostituirlo durante l’intervallo, evitando che, preso magari dalla foga, il numero sedici commettesse un’altra leggerezza.

Che dire, insomma, Leandro: stavolta ti hanno, o meglio, ti sei proprio fregato da solo!

Foto: facebook AS Roma.