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Addio a Papa Francesco: le 5 frasi che lo hanno legato al calcio

Da tifoso del San Lorenzo a pontefice del dialogo: le parole di Papa Francesco che hanno reso il calcio una metafora di vita e fraternità.

Con la scomparsa di Papa Francesco, il mondo perde non solo una guida spirituale, ma anche una voce vicina al cuore della gente, capace di parlare con semplicità anche attraverso lo sport più amato: il calcio.

Jorge Mario Bergoglio, argentino di origine e tifoso dichiarato del San Lorenzo, ha sempre visto nel calcio un potente veicolo educativo, un linguaggio universale capace di unire, ispirare e insegnare valori profondi.

Il suo pontificato è stato ricco di riferimenti sportivi, spesso utilizzati per lanciare messaggi morali e sociali.

Ecco cinque frasi che lo hanno legato per sempre al mondo del pallone.

“Il calcio è uno sport che può creare ponti, non muri.”

Papa Francesco ha più volte sottolineato la forza unificante del calcio, invitando a viverlo con spirito di rispetto e solidarietà.

In un incontro con le nazionali di Argentina e Italia, nel 2013, parlò dell’importanza di non dimenticare mai che dietro ogni squadra ci sono milioni di persone che sperano, gioiscono o soffrono insieme.

Il suo appello fu chiaro: il calcio non deve diventare strumento di divisione, ma occasione di incontro.

“Nella vita come nel calcio, bisogna giocare di squadra.”

Spesso il Papa ha usato metafore calcistiche per spiegare concetti spirituali e sociali.

L’idea di “fare squadra” è stata una delle sue preferite: per lui, nessuno si salva da solo.

Così come in una partita il talento individuale conta, ma non basta, nella vita cristiana e civile è la collaborazione che fa la differenza. Una lezione semplice ma potentissima.

“Il vero campione è colui che sa vincere con umiltà e perdere con dignità.”

Durante diverse udienze con atleti e dirigenti sportivi, Papa Francesco ha sempre ribadito l’importanza dell’educazione attraverso lo sport.

Questa frase, pronunciata in occasione di un incontro con i giovani calciatori, racchiude la sua visione etica del calcio: una scuola di vita, dove si impara a rispettare l’avversario, a non esaltarsi nella vittoria e a non abbattersi nella sconfitta.

“Lo sport, e il calcio in particolare, può insegnare la bellezza del sacrificio e del lavoro quotidiano.”

Papa Francesco ha spesso lodato la disciplina degli sportivi, sottolineando come il calcio possa essere una grande palestra per la vita.

Allenamento, costanza, spirito di sacrificio: tutti elementi che, secondo lui, possono formare non solo l’atleta, ma l’uomo.

Per questo ha invitato più volte i giovani a praticare sport come antidoto contro la pigrizia e l’indifferenza.

“Tifare è bello, ma rispettare è meglio.”

In un’epoca in cui gli stadi sono troppo spesso teatro di violenza verbale e fisica, Papa Francesco ha voluto ricordare che il tifo deve rimanere un atto di passione, non di odio.

Una frase semplice, ma forte, pronunciata durante un Angelus dopo alcuni episodi di scontri tra tifoserie: un invito a vivere il calcio con gioia e senza ostilità.

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