Ogni giornata ci sono sempre più polemiche attorno alla figura dell’arbitro dovute ad errori o imprecisioni che questi commettono.
Purtroppo errori a cui sono legate numerose polemiche, stanno diventando un habitué del nostro campionato.
Non c’è una giornata di Serie A che passa indenne da polemiche. C’è un modo per migliorare la situazione?
È colpa degli arbitri che devono gestire meglio la situazione o sono i giocatori troppo accaniti verso la classe arbitrale?
Come placare polemiche ed errori?
I più grandi filosofi antichi dicevano che la risposta ad ogni domanda si trovava implicitamente nella domanda, inoltre è risaputo che il mondo non è né bianco né nero, esiste una via di mezzo.
La colpa non è al 100% degli arbitri così come non risiede interamente nei calciatori. C’è una concessione di colpe, che genera questo grande malcontento.
Per trattare appieno questo tema dobbiamo partire da molto lontano. In Italia noi non abbiamo ricevuto nessuna cultura sportiva, non conosciamo i valori dello sport e l’importanza che essi rappresentano anche nella vita di tutti giorni.
Da piccolini i nostri nonni ci hanno insegnato che l’arbitro doveva essere insultato in modo tale da condizionare le sue scelte future, l’arbitro è visto come un nemico pubblico di entrambe le squadre, con i giocatori pronti a sfogarsi nei confronti degli ufficiali di gara.
In Italia c’è una diffidenza genera per la quale ogni decisione al limite, giusta o sbagliata che sia, viene severamente contestata per cercare di condizionare l’arbitro, allontanandoci da ogni qual si voglia tipo di Fair play tanto pubblicizzato dalla Lega Serie A.
D’altro canto, anche gli arbitri non sono dei santi. Gli arbitri più contestati sono generalmente due. Il primo gruppo appartiene agli arbitri che ( come in un girone dantesco) peccano di superbia.
Si sentono superiori e utilizzano toni e modi scorbutici che conseguentemente generano malcontento in ambedue le compagini.
La seconda circoscrive i dubbiosi. Un arbitro deve sempre fischiare subito senza tentennare, senza aspettare qualche secondo( eccetto le situazioni in cui concede la norma del vantaggio, ovviamente).
Altrimenti, per esperienza personale, si può anche prendere la decisione corretta, ma il solo fatto di aver tentennato, porterà i giocatori che hanno commesso l’infrazione ad ammassarsi sull’arbitro.
In generale, l’auspicio è che si possa trovare unione di intenti fra le parti e che i calciatori( guidati da staff e società) siano collaborativi con gli ufficiali di gara, che da parte loro dovranno comunque mostrare autorevolezza certamente, ma anche un pizzico di capacità di sapersi rapportare con i calciatori.