Quello dell’arbitro è un mestiere che si impara sì, ma a condizione di avere certe abilità che non si acquisiscono: rigore e comunicazione.
Rigore e comunicazione sono due dei prerequisiti fondamentali per svolgere la mansione di arbitro ad alto livello e che ad alcuni, arrivati in alto, ancora manca.
Il fattore decisionale è fondamentale, ma arrivati a certi livelli la differenza non la fa più la base, ma i dettagli come la comunicazione con i calciatori e il rigore decisionale.
Andiamo a vedere perché un arbitro necessita di dover avere queste caratteristiche fondamentali e cosa potrebbe accadere in assenza di esse.
Rigore e comunicazione: le basi dell’arbitro
Chiaramente, l’aspetto decisionale viene prima di tutto ciò e come ben sappiamo l’arbitro è chiamato a decidere a partire dal primo minuto della prima partita di esordio nei campionati provinciali.
Se manca la decisione, con tutto il rispetto, non si è portati per fare l’arbitro, la conseguenza è che i giocatori si arbitrano da soli, si chiamano i falli, si prendono la palla sulle rimesse laterali e l’arbitro li asseconda per paura di andare contro il loro pensiero.
Questa ovviamente è la base dell’arbitraggio è non sono necessarie troppe parole per fare capire questo concetto anche a chi non è dentro questo mondo.
Di natura più complessa invece soni la comunicazione e il rigore decisionale, abilità che si possono migliorare col tempo, ma che non si possono acquisire totalmente se partiamo da sprovvisti.
La comunicazione è fondamentale per incanalare la gara nel modo giusto, ossia fare capire ai calciatori, agli allenatori e ai dirigenti che c’è un canale di comunicazione fra i calciatori e l’arbitro, e che se rispettato entro i limiti, obbligherà l’arbitro a dare spiegazioni al capitano e solo al capitano di quanto accaduto.
Ci sono due estremi, gli arbitri a cui la parola comunicazione è quasi sconosciuta e che quindi mandano via tutti quelli che gli si ammassano intorno, e quelli che parlano con tutti, che se si vede accerchiato da tutta la squadra continua a spiegare senza accorgersi che dovrebbe prendere provvedimenti disciplinari: l’equilibrio è sempre giusto.
Il rigore
Discorso simile per il rigore, inteso in senso allegorico e non fisico chiaramente. Un arbitro deve avere rigore nelle scelte, essere convinto delle sue scelte e manifestare la propria convinzione.
Se qualcuno dovesse iniziare il meraviglioso percorso dell’arbitro, noterà che dalle prime lezioni i vertici della sezione diranno che il fischio deve essere forte e deciso.
Il fischio rappresenta la personalità dell’arbitro, da un fischio un esperto può accorgersi se l’arbitro è deciso o se invece è insicuro, così come dal tempismo.
Un fischi giusto, ma in notevole ritardo perché l’arbitro deve pensarci, fa perdere di credibilità all’arbitro a tal punto che anche se la decisione è inammissibile, ciò venga contestata proprio perché i calciatori percepiscono la non sicurezza dell’arbitro nel fischiare.