Dal suo straordinario esordio contro il Milan, a Formello sono tutti pazzi di Nuno: come può aiutare la Lazio il portoghese?

La storia del calcio, come in generale quella con la “S” maiuscola, è sempre stata segnata da degli enormi “What if?”, ossia quelle situazioni in cui ci si chiede come si sarebbe potuta sviluppare una vicenda se una determinata scelta non fosse stata presa.

E’ un giochino che ha sempre funzionato, tanto che la Marvel, negli anni ottanta, produsse una collana a fumetti proprio con questo titolo, presentando ai lettori delle “origin stories“ dei propri supereroi completamente cambiate.

Anche nel contesto del calcio, ovviamente, è lecitissimo porsi questo tipo di domande, che finiscono sempre per affascinare gli appassionati, dando il via a lunghe discussioni fra tifosi, tutti sicuri di disporre di una palla di vetro per visionare scenari alternativi.

Di conseguenza, anche la vicenda di Nuno Tavares alla Lazio, di per sè, è cominciata con un enorme “What if?”: “Cosa sarebbe successo se Baroni si fosse affidato nuovamente a Marusic’ sulla fascia sinistra per Lazio-Milan?”.

La risposta più immediata a questo dubbio è che i biancocelesti, probabilmente, non avrebbero realizzato le due reti per il pareggio, ma, se si ragiona di più, si capisce come il vero lascito che ci regala questa domanda sia un altro.

Il ragionamento che deve essere compiuto, infatti, è che se il tecnico fiorentino non avesse avuto il coraggio di cambiare, inserendo il terzino portoghese al posto del veterano Marusic’, probabilmente il calciatore acquistato dall’Arsenal sarebbe finito nel dimenticatoio, senza suscitare questo grande entusiasmo.

Il vero eroe di questa storia, dunque, è proprio l’allenatore della Lazio, che ha avuto l’audacia di sostituire un pilastro biancoceleste degli ultimi anni con un nuovo acquisto semi-sconosciuto, fidandosi delle sue qualità.

Perché Nuno può essere una chiave nella nuova Lazio

Fin dal suo arrivo durante il mese di luglio, il profilo di Tavares, ventiquattrenne portoghese di Lisbona, aveva suscitato pareri discordanti nella piazza laziale.

C’era, infatti, sia chi sosteneva che il terzino fosse soltanto l’ultimo nome di una lunga serie di flop biancocelesti e chi, invece, riteneva che il ragazzo potesse essere un ottimo colpo di Fabiani.

Nonostante sia ancora presto per valutare del tutto l’acquisto estivo di Lotito, la prima uscita contro il Milan ha indubbiamente evidenziato le qualità che Nuno può regalare alla squadra di Baroni.

A livello prettamente tecnico, il portoghese è dotato di un buon piede, con il quale, come abbiamo potuto ammirare nella sfida dell’Olimpico, può servire dei palloni invitanti ai propri attaccanti.

La caratteristica che si nota maggiormente di questo calciatore, però, è la sua incredibile forza fisica, alla quale abbina una velocità nel lungo veramente notevole, di quelle che possono fare malissimo a molte squadre di Serie A.

I due gol che è riuscito a costruire (più il possibile terzo salvato dalla retroguardia del Milan) nascono proprio da alcune accelerazioni di pura potenza sulla fascia sinistra, in una serata nella quale il terzino mancino protagonista non sarebbe dovuto essere lui, essendoci Theo Hernandez in campo.

Se si giudica, poi, a livello tattico, si capisce come Tavares sia perfetto per una squadra come la Lazio, che è dotata di un’ala sinistra, Zaccagni, alla quale piace molto accentrarsi, lasciando spesso sguarnita la propria fascia.

Nuno può inserirsi proprio lì, nei vuoti lasciati dall’attaccante di Cesena, sovrapponendosi con tutta la sua vigoria fisica e permettendo alla Lazio di attaccare con un uomo in più durante la manovra offensiva.

Umile ridimensionamento o intelligente cambio di rotta?

L’operazione estiva di rinnovamento condotta da Lotito e Fabiani nei confronti della Lazio, proprio come l’arrivo di Nuno Tavares, è stata giudicata in molti modi diversi, dando grande libertà d’espressione a chiunque ne volesse parlare.

L’impressione della maggior parte degli appassionati è stata che l’intento della dirigenza biancoceleste, dopo stagioni importanti sotto la guida di un grande allenatore come Maurizio Sarri, fosse quello di applicare un ridimensionamento all’intera rosa, abbassando le ambizioni per questa stagione.

Le cessioni di giocatori importanti come Luis Alberto, Felipe Anderson e, soprattutto, Ciro Immobile hanno confermato ancora di più questa tesi, resa ancora più forte dall’arrivo di un allenatore inesperto a certi livelli come Marco Baroni.

Personalmente, nonostante sia assolutamente lecito pensare che la Lazio possa aver applicato questo tipo di strategia, ritengo che non si debba aver fretta nel giudicare questa squadra, la quale ha condotto un mercato poco altisonante, ma molto funzionale.

I biancocelesti, infatti, si sono rinforzati acquistando dei calciatori giovani ed interessanti, spesso provenienti, a parte il caso proprio di Tavares, da squadre piccole e con poche ambizioni.

Quest’ultimo fatto ha permesso a Fabiani di rimanere sottotraccia, senza suscitare grande clamore intorno a sé, continuando a lavorare in silenzio e ascoltando i suggerimenti di Baroni, che si è perfettamente allineato alle esigenze economiche del club.

Una sinergia, dunque, che rischia di aver costruito una squadra molto intrigante, che, indubbiamente, avrà bisogno di un po’ di rodaggio prima di mostrarsi nella propria veste migliore, ma che, dopo questo periodo di assestamento, metterà paura alle rivali.

Foto: instagram personale Nuno Tavares