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Napoli, lo scudetto non è un sogno: le differenze Conte e Spalletti

napoli conte e spalletti

Conte e Spalletti hanno riportato a Napoli una nuova linfa vitale, con i due tecnici i partenopei hanno sognato e continuano a farlo.

Luciano Spalletti, durante la sua esperienza al Napoli, ha messo in evidenza una filosofia di gioco incentrata sulla fluidità del possesso palla, il pressing alto e un calcio propositivo che esalta le qualità tecniche dei singoli.

La sua squadra si basava su un 4-3-3 dinamico, dove i reparti erano sempre connessi e pronti a sfruttare le transizioni offensive con rapidità.

Gli attaccanti esterni, come Khvicha Kvaratskhelia, avevano un ruolo chiave nel creare superiorità numerica, mentre il centrocampo, guidato da Stanislav Lobotka, agiva come un metronomo, garantendo ritmo e controllo del gioco.

Questa impostazione ha reso il Napoli spettacolare e imprevedibile, capace di dominare l’avversario con un calcio offensivo e intrattenente.

Il lavoro di Spalletti è stato improntato sulla fiducia nei giocatori e sulla costruzione di una mentalità offensiva che richiedeva una buona dose di creatività individuale.

Antonio Conte, d’altro canto, ha una filosofia ben diversa. È un allenatore noto per la sua attenzione maniacale alla fase difensiva e all’organizzazione tattica.

Il suo sistema di gioco preferito è il 3-5-2, un modulo che garantisce solidità e compattezza, ma che si distingue anche per la capacità di sfruttare le corsie esterne con i suoi esterni a tutta fascia.

L’approccio di Conte prevede spesso l’utilizzo di transizioni veloci per attaccare gli spazi e portare rapidamente la palla agli attaccanti.

La sua attenzione alla disciplina tattica e alla preparazione fisica ha sempre contraddistinto le sue squadre come formazioni difficili da superare e capaci di mantenere un ritmo alto per tutti i 90 minuti.

L’obiettivo primario di Conte è sempre stato quello di ottenere un risultato concreto, anche sacrificando talvolta l’estetica del gioco per la sostanza.

Conte e Spalletti, differenze tattiche

Nel Napoli di Spalletti, l’idea di gioco prevedeva un ruolo predominante della manovra corale.

I terzini come Giovanni Di Lorenzo avevano licenza di sovrapporsi e partecipare all’azione offensiva, creando una superiorità numerica sulle fasce.

Questa impostazione esaltava le doti di giocatori tecnici e permetteva alla squadra di mantenere un pressing alto, soffocando l’avversario e recuperando la palla rapidamente.

Il Napoli di Conte, ipotizzando un suo arrivo, presenterebbe invece una struttura più rigida e meno disposta a rischi in fase di costruzione.

Conte preferirebbe basare il gioco su una difesa a tre solida, con centrali esperti e aggressivi. Gli esterni avrebbero un ruolo cruciale nel passare rapidamente dalla fase difensiva a quella offensiva, ma con un’attenzione sempre rivolta a non perdere compattezza difensiva.

A centrocampo, Conte schiererebbe giocatori con capacità di interdizione e inserimento, capaci di supportare sia la fase di costruzione che quella di finalizzazione.

In attacco, gli schemi prevederebbero combinazioni tra i due attaccanti, spesso fisici e abili nel gioco aereo, in grado di sfruttare i lanci lunghi e le ripartenze.

Anche sul piano della gestione dei giocatori, le differenze sono marcate. Spalletti è noto per il suo approccio più riflessivo e relazionale, capace di creare un legame emotivo con i giocatori.

Questo gli ha permesso di ottenere il massimo da atleti come Victor Osimhen, instillando fiducia e responsabilità.

La sua gestione empatica ha contribuito a creare un ambiente coeso, in cui la squadra sentiva il supporto e l’unità del gruppo.

Conte, invece, è conosciuto per la sua leadership forte e autoritaria. Pretende molto dai suoi giocatori, sia in allenamento che in partita, e ha la capacità di motivare i suoi uomini al massimo, spingendoli a superare i propri limiti.

Tuttavia, il suo stile può portare a situazioni di tensione con chi non riesce ad adattarsi al suo alto livello di esigente disciplina.

Conte è abile nel creare una mentalità vincente, ma spesso con un approccio che può risultare più rigido e meno incline al compromesso. Queste le differenze tra Conte e Spalletti

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