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Motta, come cambia la sua Juve nell’intervallo di Marassi

Motta cambia faccia alla Juve di Marassi, cosa è successo

Dopo una prima frazione bloccata, nel secondo tempo Thiago Motta cambia volto alla Juventus, cosa ha cambiato il tecnico italo-brasiliano.

Il primo tempo disputato dalla Juventus contro il Genoa, ha ricalcato lo stesso copione delle gare precedenti. La “Vecchia Signora” in controllo della gara, ma incapace di rendersi pericolosa in avanti.

Perciò, vedendo l’andamento del match, nell’intervallo Thiago Motta ha cambiato la disposizione in campo dei suoi.

La disposizione della Juventus nel primo tempo

Il primo tempo, la Juventus lo ha giocato con un modulo inedito per questa stagione, un 4-3-3. Fagioli in cabina di regia, affiancato da due mezz’ali quali Mckennie e Koopmeiners, ancora troppo lontano dalla porta e da Vlahovic.

Dall’altra parte gli uomini di Gilardino erano schierati con un 5-4-1, impedendo alla Juventus di sfruttare l’ampiezza similmente a quanto successo ad Empoli.

Nella prima frazione infatti, i bianconeri hanno cercato continuamente di attaccare il Genoa sugli esterni, senza successo, e senza poter creare la superiorità ricercata.

Le uniche occasioni nascono infatti da strappi individuali dei due esterni bianconeri, Nico Gonzalez, e Kenan Yldiz, che non sono tuttavia riusciti a incidere come sperato.

La svolta arriva però nel secondo tempo, quando cambia totalmente la disposizione degli uomini bianconeri in campo.

Cosa ha cambiato Motta durante l’intervallo

Durante l’intervallo di Marassi, Motta ha ridisegnato le posizioni dei suoi, a partire dalla difesa. In primo luogo infatti, il tecnico italo-brasiliano ha invertito la posizione di Danilo e Kalulu.

Negli ultimi anni infatti il capitano bianconero ha sempre giocato come difensore centrale e non da terzino, come inizialmente schierato.

In questo modo, la Juventus ha potuto sfruttare una delle caratteristiche migliori di quest’avvio di stagione, i movimenti dei terzini, che non rimangono bloccati dietro, ma salgono per aiutare la manovra.

Per quel che riguarda il reparto centrale, invece Motta ha cambiato totalmente il modulo di partenza. Da un 4-3-3, si passa ad un 4-2-3-1. In questo modo, l’allenatore bianconero libera Fagioli dalla pressione di Pinamonti, fisso a uomo su di lui nel corso del primo tempo.

A Fagioli viene quindi affiancato Mckennie, e così l’attaccante del Genoa è costretto a muoversi tra i due mediani, lasciando libertà a Fagioli di creare gioco.

Per quel che riguarda invece il tridente dietro Vlahovic, composto da Yldiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez, il tecnico ex Bologna gli ha assegnato incarichi diversi.

Il turco infatti sposta il suo raggio d’azione. Allontana i piedi dalla linea di fondo, e viene a giocare più in mezzo al campo, occupando la posizione del “10.”

Lascia così la possibilità al terzino di salire, costringendo il Genoa a difendere a blocco molto basso, e questo gli permette di ricevere palla tra le linee, dialogando con Koopmeiners ma senza pestarsi i piedi.

Anche il centrocampista ex Atalanta cambia la sua posizione. Si sposta a giocare più vicino a Vlahovic, svincolando il serbo dai compiti di costruzione della manovra, e permettendogli di concentrarsi su una delle sue qualità migliori, l’attacco della profondità, come in occasione del secondo gol.

Nico Gonzalez dall’altra parte ricalca fondamentalmente quanto fatto da Yldiz, allontanandosi dalla linea di fondo e creando densità in mezzo al campo.

Di fatto la densità per vie centrali ha rappresentato la chiave di volta per sbloccare la gara. Seppure il rigore nasca da un’errore individuale di Koni De Winter, sul cambio gioco dell’argentino, la Juventus occupa perfettamente l’area, portando in mezzo, Yldiz, Koopmeiners, Mckennie e Vlahovic.

I subentrati, Douglas Luiz e Conceição

Meritano una menzione d’onore gli ingressi in campo del brasiliano e del portoghese. Nonostante le perplessità espresse sul suo conto nelle ultime settimane, ancora una volta l’ex Aston Villa è entrato in campo, elevando nettamente il tasso qualitativo del centrocampo bianconero.

Con il pallone tra i piedi, da infatti l’impressione di non perderlo mai, e di poter creare da un momento all’altro occasioni per i suoi compagni.

Quanto al portoghese invece, svolge il ruolo di esterno in maniera diversa rispetto a Nico Gonzalez. Pesta maggiormente la linea di bordocampo, e si contraddistingue per un’esplosività maggiore. Vincendo sempre i suoi duelli individuali infatti ha creato diverse occasioni da gol per i suoi.

Thiago Motta ha avuto la capacità di leggere perfettamente la gara, soprattutto nel secondo tempo, ma per battere la concorrenza agguerrita di Napoli, Inter e di un Milan che ha cominciato a correre, sarà necessaria una Juventus dominante, sia nella prima che nella seconda frazione di gioco.

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