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Monza, Daniel Maldini regala qualità a Nesta: questione di famiglia

Monza, la storia di Daniel Maldini.

Dopo Cesare e Paolo, ecco l’ultimo Maldini, Daniel, che sta illuminando Monza con il suo talento offensivo.

Alessandro Nesta, da quando si è seduto per la prima volta ufficialmente sulla panchina brianzola, affidatagli in estate da Adriano Galliani in un quadretto commovente, non ha assistito a delle grandi prestazioni della sua nuova squadra.

Il magro bottino raccolto dal Monza, infatti, è stato di appena due punti in tre gare, a causa dei pareggi con Empoli e Fiorentina e della sconfitta interna rimediata contro il Genoa, tornato vincitore dalla Lombardia grazie alla rete del suo nuovo centravanti, Pinamonti.

Non sono state tante, dunque, le note liete da ascoltare per l’ex difensore di Lazio e Milan, che, indubbiamente, avrà usato la sosta per aggiustare alcuni meccanismi della sua formazione, apparsa ancora in rodaggio.

Nonostante tutto, però, una bella notizia, fresca e piacevole come la brezza marina d’estate, c’è stata ugualmente.

La cosa bellissima, poi, per il mister dei biancorossi, è che quest’ultima si sia materializzata sottoforma di un regalo da parte di un vecchio amico, compagno di mille avventure e battaglie.

Come avrebbe potuto pensare Nesta qualche anno fa, accarezzando la testa ad uno dei figli di Paolo Maldini, che due decenni dopo quel bambino sarebbe stato uno dei suoi giocatori più interessanti?

Daniel Maldini, il nuovo gioiello del Monza

Il destino a volte è proprio strano, con i suoi risvolti inaspettati e sorprendenti.

Si è divertito molto anche questa volta, spedendo in Brianza, alla corte di Nesta, proprio Daniel, che, sicuramente, da piccolo, avrà sognato mille volte di scendere in campo insieme al suo attuale allenatore.

Insieme, sì, ma non troppo vicino.

Il ragazzo, infatti, a differenza del babbo e del nonno, ha sempre preferito correre ben distante dalla propria metacampo, ormeggiandosi in quella offensiva, nella speranza di trovare lo spiraglio giusto per segnare o per regalare qualche assist.

Il figlio di Paolo, nonostante lo squarcio con la tradizione familiare, mostra, fin dal 2020, di avere la stoffa giusta per diventare un calciatore professionista e, proprio in quell’anno, il Milan di Stefano Pioli decide di dargli fiducia, inserendolo progressivamente all’interno delle proprie rotazioni.

Dopo gli esordi in Europa e Champions League, a fine 2022, per il ragazzo arriva la soddisfazione più grande, ossia diventare il terzo Maldini di sempre a vincere uno scudetto con la maglia rossonera, dopo i successi di Paolo e Cesare.

Smaltita l’euforia per la vittoria, Daniel inizia il suo viaggio nella penisola, lasciando Milano e approdando prima a La Spezia, poi ad Empoli e, infine, durante lo scorso gennaio, proprio a Monza.

Nell’ultimo girone di ritorno, dopo due anni di prestazioni non stellari, si è messo in evidenza quel tanto che bastava per convincere Galliani a riscattarlo dalla casa madre rossonera, permettendogli di diventare un calciatore biancorosso a tutti gli effetti.

Ecco, dunque, il percorso che Daniel ha compiuto per arrivare ad essere un titolare inamovibile del Monza di Nesta, nel quale sembra già essere decisivo.

Un fardello costante

La spada di Damocle che pende sulla testa di Daniel fin dal suo esordio fra i professionisti è la stessa che ha accompagnato tutti i figli di grandi calciatori del passato.

C’è stato chi è riuscito a sostenerne il peso, come Sandro Mazzola, e chi, invece, proprio come Christian, l’altro figlio di Paolo, ne è stato schiacciato talmente tanto da optare per un deciso cambio di rotta.

La particolarità del caso del giovane attaccante del Monza è che il fardello che trasporta quotidianamente sulle spalle gli è stato donato da suo padre stesso, che, dopo la carriera di Cesare, ha dovuto sopportarne il peso.

Spesso, infatti, si tende a ricordare solo Paolo Maldini quando si parla della sua famiglia, ma suo padre, il mitico Cesarone capitano del Milan degli anni Sessanta, è stato anche lui un calciatore fondamentale nella storia del calcio italiano.

Insomma, l’aratro che si trascina dietro Daniel è di quelli pesantissimi, che solo un grande campione può riuscire a sopportare senza cadere sotto la forza del peso.

Sparare dei giudizi è indubbiamente troppo prematuro, ma, per il poco che ha lasciato intravedere, il ragazzo può dire la sua nei prossimi anni, grazie alla tecnica e alla tranquillità di cui sembra disporre.

Sta a lui perseverare con forza di volontà lungo questa via o decidere di abbandonarla.

Onestamente, mi sembra che il ragazzo alla seconda non ci stia nemmeno pensando…

Foto: Instagram personale Daniel Maldini

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