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Milan, la svolta per il futuro: nasce l’under 23

Anche il Milan avrà la propria under 23 dal prossimo anno in Serie C

Il Milan segue l’esempio della Juventus e dell’Atalanta e fonda la propria succursale giovanile nella terza categoria italiana.

Ci sono mode che sono fastidiose come il prezzemolo fra i denti e, invece, altre che possono aiutare ad evolvere e a migliorare.

Per quanto mi riguarda, l’ammissione al campionato di Serie C delle seconde squadre è un po’ entrambe le cose, per dei motivi che spiegherò poi sotto.

In ogni caso, la FIGC, tramite anche una nota del Presidente Gravina, ha formalizzato che, dalla prossima stagione, il Milan under 23, denominato “Milan Futuro”, sarà iscritto alla Serie C Now 2024-2025.

Insieme ad Atalanta e Juventus, i rossoneri saranno la terza squadra di A ad iscrivere alla terza categoria nazionale la propria seconda squadra, che fungerà da serbatoio per rimpolpare poi di giovani la rosa principale.

Si conoscono già alcuni dei calciatori che militeranno in questa formazione, come ad esempio l’attesissimo Camarda, il quale a sedici anni ha già debuttato con il Milan dei grandi e ha appena vinto l’Europeo Under 17.

Ci sono poi i vari Jimenez, Traorè, Zeroli e Bertesaghi, ragazzi che, nonostante la giovane età, sono già finiti spesso sotto le luci della ribalta per le giocate che hanno mostrato nei propri campionati di appartenenza.

Ad allenare queste giovani stelline, che oggi conosceranno il proprio girone per la prossima stagione, ci sarà Daniele Bonera, il quale già dal 2019 era un collaboratore tecnico di Stefano Pioli e conosce benissimo l’ambiente.

A lui, dunque, il compito di fare in modo che queste giovani promesse abbiano un buon approccio con il calcio dei professionisti, preparandosi per un futuro luminoso fra i grandi.

Il “pro” del Milan Futuro

Il grande vantaggio che la creazione di squadre giovanili da trapiantare nei campionati inferiori offre è sicuramente la possibilità di far maturare i propri giocatori più giovani, in modo che dopo qualche anno siano pronti ad affrontare il calcio che conta.

E’ una strategia usata da molti club, specialmente in Spagna.

E’ risaputo, infatti, che molti calciatori ora affermati abbiano iniziato la propria carriera in compagini come il Barcellona B, dalla quale sono passati anche grandi allenatori come Pep Guardiola e Luis Enrique.

Insomma, l’istituzione delle seconde squadre è una moda che sta proliferando per tutta l’Europa, coinvolgendo tutti i maggiori top club del continente, dimostrando la sua utilità.

Quest’ultima è possibile verificarla osservando come molti ex-componenti della Juventus Next Gen siano oggi tra i giovani maggiormente ambiti in Serie A.

Gente come Fagioli, Miretti, Soulè o Huijsen, che vanta complessivamente moltissime presenze in Serie A e nelle varie nazionali, proviene tutta dalla seconda squadra bianconera, nata nel 2018 e già vincitrice, in questi sei anni, di una Coppa Italia di Serie C.

Il Milan, dunque, vuole prendere spunto da questi esempi e proseguire sulla linea tracciata da loro.

Il “contro” delle under 23

Arriviamo finalmente al che mi interessa personalmente di più della questione.

Parlando da tifoso di una squadra fondata nel 1910 e militante in Serie C ormai da tanto tempo, avendo al massimo conosciuto la B, trovo che sia un po’ immorale permettere alle big di crearsi le proprie succursali.

A mio avviso, è poco giusto che le seconde squadre delle compagini di Serie A possano prendere il posto di altre società che meriterebbero di stare in quella categoria.

L’Ancona, infatti, che non è riuscito a iscriversi alla prossima Serie C, poteva tranquillamente essere sostituito da una squadra di D tramite un ripescaggio.

Non c’era bisogno di creare l’ennesima seconda squadra, che, agli occhi di noi tifosi di provincia, appare, quando la incontriamo, come il parco giochi dei figli annoiati dei ricchi, che non sanno dove sbolognarli e per questo gli creano la squadra ad hoc per permettergli di giocare.

Non mi sembra, quindi, molto rispettoso nei confronti di società le quali, pur non avendo ovviamente la storia di una società blasonata come il Milan, sono attive comunque da molto tempo e coinvolgono allo stadio tutti gli abitanti delle città a cui appartengono.

Il calcio della Serie C è probabilmente quello più autentico e viscerale delle tre categorie professionistiche italiane, dove ancora il peso dei soldi è meno vincolante rispetto che in altri lidi.

E’ il campionato dove possono accadere sempre delle sorprese, come la Torres di quest’anno, a causa dei rimescolamenti che coinvolgono tutte le rose all’inizio di ogni stagione.

E’ un calcio vero, dove ci sono delle tifoserie autentiche che ripongono la loro passione nei giocatori che vestono i colori della propria città e che vivono la partita del fine settimana come un rito di popolo, non come delle “partite per maturare”.

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