Ripercorriamo tutti i passi del Milan nella scelta del suo nuovo direttore sportivo, da Paratici a Tare passando per la suggestione Manna.
Ipotesi Paratici: il motivo dietro al fallimento dell’operazione
La società rossonera ha deciso di non puntare più su Fabio Paratici per il ruolo di Ds. Al fallimento dell’operazione potrebbero aver contribuito anche alcune valutazioni arrivate dalle autorità calcistiche. Attorno allo stop alla candidatura di Paratici si sono rincorse interpretazioni e ipotesi poi smentite dai fatti. Una delle più discusse riguardava una presunta comunicazione, formale o informale, da parte dell’Adise, il cui presidente è Beppe Marotta, indirizzata al presidente federale Gabriele Gravina per sollecitare un intervento sulla questione. Tuttavia, tale segnalazione non è mai esistita e a chiarirlo è stata la stessa associazione.
È stata invece confermata la notizia del contatto tra il Milan e Gabriele Gravina. Il presidente della FIGC avrebbe semplicemente chiarito che non esistono vincoli formali nell’ingaggiare un dirigente squalificato. Ha però precisato che quest’ultimo, pur sotto contratto, non potrebbe svolgere alcuna attività operativa fino al termine della squalifica, prevista per Luglio.
I nomi ancora in corsa per il ruolo di direttore sportivo del Milan
Dopo il fallimento della pista Paratici, il Milan ha iniziato subito a sondare altri Ds. Tra questi figura l’attuale direttore sportivo del Napoli Giovanni Manna, che però, come riportato dal giornalista Alfredo Pedullà, avrebbe declinato l’offerta del Milan:
“Manna è stato contattato in tempi non sospetti e ha declinato l’offerta dei rossoneri. Ha un contratto lungo col Napoli, ma il contatto c’è stato”, dice il giornalista Siciliano.
Ora i nomi caldi in orbita Milan sono due. Nelle ultime ore sono tornati prepotentemente in auge i nomi di Igli Tare, ex dirigente della Lazio, e di Tony D’Amico, sotto contratto con l’Atalanta dal 2022. Al momento, l’albanese sembrerebbe in vantaggio, anche perché il suo ingaggio eviterebbe al club rossonero di dover trattare con un’altra società italiana. Infatti, un incontro tra Tare e l’amministratore delegato Furlani sarebbe atteso entro metà settimana, per approfondire il discorso già avviato nelle scorse settimane da Zlatan Ibrahimović.
Tare ha già dimostrato di saper lavorare in situazioni complicate, sfornando plusvalenze quasi ogni anno. Il suo miglior colpo fu Sergey Milinkovic–Savic: comprato a 12, raggiunse un valore di circa 90mln, per poi essere liberato a zero la scorsa stagione. Una notevole plusvalenza è quella del primo Felipe Anderson, acquistato dal Santos per 7.5 milioni di euro per poi essere rivenduto dopo 5 stagioni al West Ham per 38 milioni di euro.
Tra i migliori affari di D’amico figurano invece Rasmus Hojlund, comprato a 20 milioni e venduto a 74 dopo una singola stagione, e il pallone d’oro africano Ademola Lookman, acquistato per soli 9 milioni dal Lipsia.
Chiunque sarà il nuovo direttore sportivo del Milan, dovrà subito fare i conti con una situazione tutt’altro che semplice. In cima alla lista delle priorità ci sono i rinnovi di Maignan e Theo, due pilastri della squadra. Sul fronte mercato, serviranno rinforzi a centrocampo: un’alternativa credibile a Reijnders e un mediano di peso. L’attacco, invece, è il reparto che offre maggiori certezze, anche grazie al rinnovo di Pulisic e all’arrivo del messicano Gimenez. Infine, il nuovo direttore sportivo sarà chiamato a valutare e scegliere il prossimo allenatore. In caso di arrivo a Milano di Tare, egli potrebbe portare con sé Max Allegri.
