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Lutto nel calcio, se ne è andato Sven Goran Eriksson: il ricordo

Lutto nel calcio, se ne è andato Eriksson

La morte dell’ex allenatore è stata un lutto dolorosissimo per tutti i suoi ex collaboratori o giocatori, molto affezionati a lui.

“Voletevi bene e prendetevi cura della vostra vita”.

Più una frase da padre di famiglia durante una strigliata ai figli che una da ex allenatore di calcio ormai in pensione.

Eppure, in fondo in fondo, la differenza, quando si parla di Sven Goran Eriksson, non è così enorme come si potrebbe erroneamente pensare.

Quello che lo svedese è stato, infatti, per tutti i giocatori che ha allenato durante la sua lunghissima carriera, che ha abbracciato praticamente tutti i continenti del mondo, è una figura simile a quella di un genitore.

Un padre dalle regole rigide e schematiche, capace di riprenderti senza alzare mai la voce, ma dal carisma e dalla bontà illimitata.

Questo è stato Sven per tutti i suoi figli, ossia l’interezza dei calciatori che ha gestito nella sua esperienza da allenatore, durante la quale è stato benvoluto anche da dirigenti, presidenti, magazzinieri e, soprattutto, tifosi.

Sì, perchè lo svedese non era un idolo solo per i giocatori, che lo rispettavano e ascoltavano i suoi precetti, ma anche e soprattutto per i suoi tifosi, i quali lo hanno sempre adorato, anche nei momenti più complicati della sua carriera.

Famoso l’episodio occorso nel 2008 quando i tifosi dei Citizens, appresa la notizia dell’imminente esonero di Eriksson, diedero vita alla petizione SOS (Save Our Sven) affinché la dirigenza decidesse di non mandare via quell’allenatore così gentile e simpatico.

Un vero e proprio beniamino, oltreché una persona ed un allenatore intelligente, che ha saputo adattarsi a seconda di ciò che il campo e, in misura maggiore, la vita gli indicavano fosse corretto fare.

La carriera di Sven

La lunga esperienza di Eriksson in panchina è iniziata nel suo paese, nel Degerfors, che allenò prima di trasferirsi al Goteborg, una delle squadre più titolate della nazione.

Ciò che Sven mostrò allenando quella compagine suscitò l’interesse prima del Benfica e poi della Roma, la quale stava cercando un tecnico con cui rimpiazzare la leggenda Nils Liedholm dopo la finale persa contro il Liverpool.

Da quel momento, con l’arrivo in Italia, la carriera dello svedese cambiò drasticamente, visto che i suoi modi, inizialmente molto freddi ed essenziali, si addolcirono, lasciando più spazio ad un carattere mite e simpatico.

Il punto più alto della carriera Eriksson lo raggiunse nel 2000, quando, alla guida della Lazio più forte di sempre, regalò il secondo scudetto ai capitolini, dopo la rocambolesca partita di Perugia fra il Grifo e la Juventus, beffata in extremis.

In pochi anni, Sven portò nella bacheca della società di Cragnotti numerosi trofei, i quali gli valsero la chiamata della Football Association per dirigere la nazionale inglese ai Mondiali 2002 e 2006, oltreché ad Euro 2004.

Conclusa l’esperienza da ct e quella già citata sulla panchina del City, Sven divenne un giramondo, iniziando ad accettare offerte da tutte le parti del globo, dal Messico all’Arabia Saudita.

Il suo giro del pianeta, compiuto sempre con una grande apertura mentale nei confronti di tutte le culture, si esaurì nel 2023, quando si dimise dal ruolo di direttore sportivo al Karlstadt per dei problemi di salute.

A gennaio di quest’anno, poi, ha annunciato di aver contratto un’orribile malattia terminale, che ha combattuto con fierezza e decisione, mostrando la sua battaglia tramite i social fino al giorno del lutto.

Un lutto trasversale

Il mondo del calcio, da quando si è diffusa la notizia della morte dell’allenatore svedese, è stato attraversato da una tristezza e una commozione osservata difficilmente in altre situazioni.

Il lutto è passato per ogni città, nazione e continente, che si sono stretti in un abbraccio collettivo, per farsi forza ora che una persona così amata da tutti se ne è, purtroppo, andata.

In fondo, però, ciò che Eriksson, in questi mesi di frequenti messaggi social in cui invitava a godersi la vita e a trascorrerla con i propri cari, ha predicato, si è avverato.

Per un volta, infatti, un mondo scontroso e pieno di diversità come quello del calcio si è unito in un unica morsa collettiva nel ricordo di Sven, il quale, probabilmente, ovunque sia ora, starà sorridendo osservando questa scena.

Foto: Instagram Sven Goran Eriksson

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