Reduce da annate non sempre brillanti, Manuel Locatelli si sta pienamente riscattando in questa stagione.
Sembrano passati anni, ma in realtà da quei due urli così forti, così liberatori, che squarciarono il cielo dell’Olimpico semi-vuoto del Giugno 2021, sono trascorse solo quattro primavere.
Quattro anni lunghissimi per l’Italia, che ha perso malamente il titolo continentale guadagnato in quell’estate, per la Juventus, che non è più riuscita ad imporsi in Italia, e anche per Manuel Locatelli, il quale, dopo quella splendida campagna europea, ha vissuto stagioni di alti e bassi.
Acquistato dopo la vittoria di Wembley dai bianconeri di pari passo con il ritorno di Max Allegri, il centrocampista ex Milan, infatti, non sempre è riuscito a fornire l’ottimo livello di prestazioni che aveva regalato all’Italia di Roberto Mancini e, anzi, a volte ha deluso abbastanza le aspettative.
A sua difesa, tuttavia, è impossibile non evidenziare come la Juventus del triennio 2022-2024 non sia stata esattamente la compagine più forte del nostro campionato e i risultati ottenuti stanno lì a dimostrarlo.
Locatelli, di conseguenza, aldilà di alcuni suoi demeriti, ha sofferto anche a causa delle difficoltà della squadra, per la quale, molto spesso, ha accettato senza problemi di sacrificarsi, andando anche a ricoprire dei ruoli non suoi.
All’inizio di quest’anno, dunque, non tutti i tifosi della Vecchia Signora erano concordi sul suo valore e, al contrario, per molti Manuel era un calciatore di cui liberarsi, lasciando spazio ai più blasonati Thuram, Douglas Luiz e Koopmeiners.
Il ragazzo di Lecco, invece, ha ribaltato tutti i pronostici, risultando essere una delle note più liete della fallimentare parabola di Thiago Motta alla Continassa.
La crescita di Locatelli
Una delle costanti che ha accompagnato l’intera esperienza di Motta alla Juve in questi mesi, che prometteva molto più di quello che alla fine ha regalato, è stata la sua tendenza a variare ogni volta l’undici titolare, mutando non tanto il modulo, ma quanto più gli interpreti.
Il maggior capo d’accusa da parte dell’opinione pubblica nei confronti dell’italo-brasiliano, difatti, risiede nella sua incapacità di fornire stabilità alla squadra mediante l’imposizione di alcune gerarchie, risultate assenti o di difficile comprensione.
Tutto ciò, dunque, ha lasciato intendere come, nonostante le dichiarazioni di Thiago, all’interno dello spogliatoio bianconero ci fosse un po’ di confusione, risultata fatale nel computo totale di questa stagione.
Nel marasma più completo, tuttavia, alcuni giocatori sono riusciti a trovare un loro equilibrio, comprendendo le indicazioni del proprio allenatore ed elevando enormemente il proprio rendimento, andando, di conseguenza, a rappresentare delle note liete in uno spartito assai malridotto.
Una di queste non può che essere Manuel Locatelli, che, al netto di qualche infortunio qua e là, è stato uno dei pochi a non essere mai coinvolto nelle ampie rotazioni adoperate dal tecnico ex Bologna, il quale gli ha sempre dato molta fiducia nella posizione di mediano.
Schierando spesso accanto a lui Koopmeiners, infatti, Motta aveva necessariamente bisogno che l’olandese fosse affiancato da un centrocampista dedito all‘interdizione, capace di rappresentare, all’occorrenza, un terzo centrale in fase di non possesso.
Il numero 5 ha completamente abbracciato questo ruolo, aggiungendovi delle ulteriori abilità in impostazione, utili alla Juventus per attuare la tanto decantata “costruzione dal basso” proposta da Thiago.
A tutte queste doti, poi, Manuel ha aggiunto qualcosa di più: l’atteggiamento.
Un leader imprescindibile
E’ risaputo che, quando una nave si trova nel bel mezzo di una tempesta, i marinai tentano disperatamente di aggrapparsi al proprio capitano, provando a trarre da lui la forza e la sicurezza per proseguire nel proprio viaggio, superando la catastrofe che gli sta accadendo.
Ciò è abbastanza riproponibile anche nel mondo del calcio, visto che è tendenza comune cercare, nei momenti più complicati di una stagione, di appoggiarsi al giocatore ritenuto caratterialmente più forte e stabile, sereno anche nei periodi bui.
In un’annata piena di critiche e contestazioni, Locatelli ha rappresentato questo per la Juventus, se è vero che, in ogni partita, ha sempre fornito delle prestazioni di sostanza, utili sia a livello tecnico che a livello morale per i compagni, spronati dal suo atteggiamento.
Non è un caso, quindi, che Igor Tudor lo abbia subito individuato come il capitano della sua nuova squadra, riconoscendo in lui delle dote indispensabili per un giocatore che si appresta ad indossare la fascia di una società storica e vincente come la Vecchia Signora.
Un percorso di grande crescita, insomma, di cui il primo e assoluto fautore è Manuel stesso, capace di non demoralizzarsi nei momenti più complicati e, al contrario, di dare il massimo in ogni situazione, anche quando lui stesso era finito nell‘occhio del ciclone.
Sono questi i valori che rendono un leader un calciatore e, forse, anche qualcuno a Coverciano dovrebbe tenere d’occhio di più questo ragazzo…
Foto: facebook Juventus FC.