Lazio-Como finisce in parità, gli uomini di Baroni non riescono a trovare la vittoria. Dia non basta e Cutrone ferma la Lazio, cosa è mancato.
Il Como guastafeste rovina il compleanno alla Lazio
Nella sera dei 125 anni dalla fondazione della società, la Lazio trova un misero pareggio contro un Como determinato e coraggioso.
La Lazio sblocca al 33’esimo il risultato con Boulaye Dia che dopo due mesi torna al gol con una azione eccezionale, tutto in verticale prima Isaksen poi Guendozi e poi Boulaye Dia.
Al 57’esimo la Lazio si rovina la festa da sola, perché arriva l’espulsione di Tchaouna, nonostante ciò dopo dieci minuti la Lazio arriva vicina al 2-0 con Isaksen ma il suo tiro diventa un calcio d’angolo.
Attorno al minuto la Lazio di Baroni si apre come una cerniera lasciando uno spazio importante per Fadera che però trova un Provedel attento e reattivo.
Dopo un minuto arriva l’uno a uno del Como, ci pensa Cutrone, su un cross sfruttato bene, si lancia in area e buca la difesa biancoazzurra.
Cosa è mancato alla Lazio?
Lazio, troppi limiti per il salto di qualità
La festa per i 125 anni della Lazio si è conclusa con un’amarezza difficile da digerire: l’1-1 interno contro il Como rappresenta un altro passo falso per una squadra che fatica a ritrovare brillantezza e continuità. Il pareggio, maturato in una partita complicata e giocata con tante assenze, ha messo in evidenza le lacune che frenano i biancocelesti in questo delicato momento della stagione.
Gestione e cinismo assenti
La Lazio era riuscita a portarsi in vantaggio grazie alla qualità individuale di Dia, ma ciò che è mancato è stata la capacità di gestire il risultato e infliggere il colpo del ko. L’assenza di alternative valide a centrocampo e in attacco ha obbligato Baroni a chiedere gli straordinari ai suoi uomini chiave, con una squadra troppo passiva che ha concesso campo e iniziative agli avversari.
L’espulsione di Tchaouna: il punto di svolta
L’episodio chiave è arrivato al 58′, quando Tchaouna, ingenuamente, ha rimediato due ammonizioni in pochi secondi. La squadra, già in difficoltà, si è ulteriormente schiacciata nella propria metà campo, rinunciando di fatto a qualsiasi possibilità di ripartenza efficace. L’inferiorità numerica ha tolto respiro e fiducia, lasciando spazio a un Como che ha continuato a crederci, trovando il pareggio con un bel movimento di Cutrone su cross di Strefezza.
Un centrocampo senza idee
La mancanza di soluzioni offensive è stata evidente: senza Zaccagni e Castellanos, i biancocelesti si sono affidati a Dia, ma l’attaccante non ha ricevuto il supporto necessario dai compagni. Guendouzi ha avuto il merito dell’assist, ma nel resto della gara ha mostrato poca lucidità in fase di costruzione. Ancora più evidente è stata la difficoltà nell’uscire dal pressing avversario: il Como, con aggressività e intensità, ha sfruttato ogni errore in uscita dei biancocelesti, lasciando alla Lazio solo sporadiche occasioni in contropiede.
La panchina corta pesa
Le assenze, unite a una panchina corta, hanno amplificato i problemi. Baroni non ha potuto variare il copione del match: i cambi non hanno inciso, e uomini come Basic e Hysaj, reintegrati da poco, hanno mostrato limiti sia fisici che tattici. In una stagione lunga, la mancanza di ricambi all’altezza si sta rivelando un problema cruciale.
Serve un cambio di rotta
Con soli 8 punti nelle ultime 7 gare, la Lazio rischia di compromettere la corsa alla Champions. Urge ritrovare un’identità chiara e una condizione fisica ottimale, oltre a un mercato di gennaio che possa dare profondità alla rosa. La strada è ancora lunga, ma per tornare grande la Lazio di Baroni dovrà ritrovare coraggio, solidità e idee: il tempo stringe, e il margine di errore si assottiglia sempre di più.
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Foto Instagram: @marcorosiphotographer