Kvara ha un nuovo partner in attacco. Tutti curiosi di sapere se il jolly del Napoli farà meglio o peggio a fianco del belga.

Evoluzione Kvara nel segno di Conte

Rivoluzione Napoli in corso e che entra nel vivo, con Conte che punta fortissimo sul georgiano provando a trasformare il suo modo di giocare.

Antonio Conte non ha neanche guardato le proposte arrivate in estate per Kvara. Il tecnico salentino ha avuto le idee chiare fin dal primo giorno.

Kvaratskhelia sarebbe stato catalizzatore assoluto nel gioco del Napoli.

Ora infatti il georgiano gioca come se avesse la numero 10 sulle spalle.

Rivoluzione ed evoluzione per Napoli e Kvara. Conte vuole imporre un cambiamento, e piano piano il processo, che è già in atto, porterà a una sbocciatura completa per il georgiano.

La crescita però non è solo del calciatore, ma anche dell’uomo. Dopo la partita contro il Verona infatti l’attaccante azzurro è partito per Tibilisi, tornando in Italia da padre. La nascita del figlio Damiane gli ha certamente cambiato la vita, risvegliando in lui un nuovo senso di responsabilità e dedizione.

La “mutazione genetica” da esterno tutto istinto e giochetti, a trequartista libero di svariare su tutta la trequarti, ma capace anche di rincorrere gli avversari fino alla propria area, era in atto già dalle amichevoli estive.

Con la nascita del figlio, Kvara si è anche tolto delle ansie, oltre a sentirsi uomo nuovo.

Dal Bologna in poi si è trasformato in un produttore di gratificazioni. Contro i felsinei infatti rifinisce, grazie al nuovo ruolo, per Di Lorenzo e arriva anche alla conclusione vincente.

Col Parma è venuta fuori la dedizione al sacrificio fisico, in una partita leggermente povera di lampi di genio e occasioni particolarmente creative.

Con la nazionale continua l’ottimo periodo, segnando e trascinando i propri connazionali.

Kvara jolly partenopeo

Questo nuovo ruolo pensato da Conte rende di fatto Kvaratkhelia il jolly offensivo della squadra.

E’ anche per questo che probabilmente è stato acquistato, dopo averlo tanto desiderato per tutta l’estate, Lukaku.

Nuovo modo di giocare può anche voler dire necessità di nuovi compagni.

E in effetti Lukaku ha sempre dato il meglio di se quando affiancato da giocatori mobili e di qualità.

Il paragone con gli anni all’Inter al fianco di Lautaro è improprio, data la differenza tra argentino e georgiano oltre ai compiti affidati, cosi come improprio sarà un paragone con Osimhen.

Insieme al nigeriano Kvara giocava da ala, con Osimhen al centro dell’attacco e in qualità di prima punta chiamato ad accentrare su di lui le responsabilità di finalizzazione.

Questo non ha comunque impedito a Kvaratskhelia di segnare 12 gol al suo primo anno in Serie A e ripetersi con 11 gol nella stagione 23/24.

Insomma, cifre da top di ruolo. In Italia le ali migliori si attestano sempre tra i 12 e i 15 gol circa, con possibili exploit o flop a dipesa anche delle performance stagionali delle squadre.

Con Lukaku invece il ruolo del georgiano sarà diverso. Agirà molto di più all’interno del campo, andando a cercare il dialogo col belga che è bravissimo a usare la sua stazza per mettersi spalle alla porta e creare spazi di inserimento.

Insomma, molto dipenderà prima di tutto dal rendimento di squadra, e poi da quanto riusciranno a essere efficaci gli scambi tra Lukaku e Kvara.

Meglio o peggio? Ne uno ne l’altro. Cambia il modo di giocare per via dell’arrivo di Lukaku, ma in termini di rendimento i numeri del georgiano rimangono circa gli stessi.

Fare meno di 11 gol è difficile, ma nel momento in cui supererà i 15 forse allora si starà parlando di scudetto Napoli.