I pochi gol segnati dai bianconeri sono una questione. Forse è anche causa di posizioni, e abbiamo fatto delle prove di formazione.

La situazione attuale

Il mercato diretto da Giuntoli ha portato in casa bianconera molti giocatori nuovi.

Alcuni di questi sono profili più futuribili, come Conceicao o Kephren Thuram, ma anche, per certi versi, Kalulu. Altri invece sono già affermati nel calcio che conta, come Koopmeiners e Gonzalez.

Dal mercato dunque ne è uscita una squadra quasi interamente rivoluzionata, con anche un allenatore nuovo in panchina.

Davvero apprezzabile, inoltre, che gli acquisti della Juve siano stati effettuati in funzione delle richieste del nuovo allenatore.

Thiago Motta ha da subito avuto le idee chiare su come far giocare la sua nuova squadra, sfruttando profili già in rosa e chiedendone di nuovi per poter esprimere al meglio i suoi concetti.

Lo storico del campionato però non è fin qui molto benevolo.

In queste prime cinque giornate i bianconeri sono andati in gol solo nelle prime due uscite, segnando tre gol prima al Como e poi all’Hellas Verona.

In seguito le partite contro Empoli, Roma e Napoli hanno portato a degli anonimi pareggi per 0-0.

Da un lato si potrebbe parlare bene della difesa che risulta molto solida e non prende gol. E questo è certamente un aspetto importante, ma per vincere bisogna segnare.

Ecco perché anche a seguito dei profili presi in estate, e del loro costo, i zero gol segnati nelle ultime tre partite sono un dato preoccupante.

Certo, tanti giocatori nuovi potrebbero comportare una ricerca dell’affinità di squadra più lunga nel tempo, eppure ci sentiamo di dire che forse il 4-2-3-1 voluto da Motta può non essere il miglior modo per valorizzare i suoi giocatori.

Tra questi giocatori poi c’é Yildiz, che partita dopo partita trova sempre un modo per mettersi in mostra. Anche il turco sembra, in parte, patire il 4-2-3-1 di Motta ed è finora quello che ha mostrato più qualità in campo.

E’ per questo che nella ricerca di nuove soluzioni tattiche abbiamo identificato Yildiz come uomo chiave di formazione, cercando, nelle varie prove, il miglior ruolo per lui.

Due prove di formazione

Andando a imputare nella formazione attuale la causa dell’attuale poca concretezza offensiva, abbiamo provato a teorizzare due soluzioni alternative per quanto riguarda lo schema di gioco.

Per la prima delle due prove proponiamo il 4-3-3.

In questa formazione Koopmainers arretrerebbe di qualche metro a centrocampo, giocando insieme a Douglas Luiz e K. Thuram.

Il tridente invece vedrebbe come protagonisti Yildiz a sinistra, Vlahovic in mezzo e Gonzalez a destra.

Un attacco decisamente pesante, ma che sarebbe comunque coperto da giocatori capaci e quindi libero di osare in fase offensiva.

L’aspetto più preoccupante infatti non sono gli zero gol segnati in queste ultime tre partite, bensì il poco coraggio che hanno avuto i giocatori nel portare avanti azioni offensive o nel provare a tirare.

Quindi avvicinare le ali a Vlahovic, che non sembra molto in grado di fare reparto da solo, renderebbe più offensivi i giocatori e li avvicinerebbe alla porta avversaria, con conseguenti maggiori possibilità di tentativi da parte di tutti.

La seconda proposta invece andrebbe un po’ a snaturare quello che è stato il calciomercato, ma per certi versi potrebbe anche essere la soluzione più efficace.

Parliamo del 4-3-1-2.

In questo caso il centrocampo sarebbe formato da D. Luiz, K. Thuram e Locatelli/McKennie. Come trequartista invece ci sarebbe l’uomo che è stato tanto voluto per quel ruolo e posizione di campo, ovvero Koopmeiners.

La coppia d’attacco infine verrebbe composta da Vlahovic e Yildiz. Entrambi i giocatori beneficerebbero di molti aspetti in questo schema.

Come già detto, Vlahovic ha palesato evidenti difficoltà nel mantenere da solo il reparto offensivo.

Le doti da “striker” non si discutono, ma il serbo manca della qualità necessaria a mantenere la palla e farla girare con efficacia.

Ecco dunque che Yildiz diventa ancora più centrale rispetto al 4-3-3. Agendo, in pratica, da seconda punta, supportato anche da Koopmeiners, andrebbe a compensare le mancanze di Vlahovic.

Porterebbe così rapidità e fantasia nella zona avanzata, permettendo gli inserimenti sia di Koopmeiners, sia di Vlahovic, ma anche di far salire i terzini.

Savona e Cambiaso infatti si sono mostrati giocatori di qualità e concreti in attacco. Dare loro maggiore spazio gli permetterebbe di incidere ancor più di quanto stiano facendo ora.

In questo schema dai movimenti e giocate di Yildiz dipenderebbe tutta la squadra, e non ci sono dubbi sul fatto che il turco abbia già tutte le carte in regola per interpretare un ruolo cosi delicato.

Considerazioni finali

Yildiz è un giocatore di grande qualità, che potrebbe adattarsi bene a molti altri moduli.

Il bene della Juve in campionato si mostrerà certamente anche in funzione delle prestazioni del turco, che possono arrivare anche dal 4-2-3-1.

Qualora Motta e i suoi ragazzi trovassero presto una soluzione per essere più pericolosi in attacco, non servirebbe andare a stravolgere l’ambiente con cambi di modulo.

Vige infatti comunque una discreta sicurezza sul fatto che la Juve arriverà a incidere. Pochi dubbi.

Forse però il successo della squadra dipende più da Vlahovic, che non è in grado di fare l’unica punta e quindi sarà in ogni caso centrale il ruolo di Yildiz, a prescindere dalle nostre prove di fantasia.