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Inter – Juve, perché c’è tanto “odio” tra le due squadre: il motivo

Inter - Juve, cosa c'è dietro alla rivalità.

La partita più disputata nella storia del calcio italiano, Inter – Juve, non sarà mai una sfida come le altre.

Con la parola “derby”, solitamente, si tendono ad indicare le sfide fra squadre della stessa città o, al massimo, della stessa provincia, le quali sono, quindi, separate solo dalle diverse passioni delle due tifoserie.

In un paese campanilista e ultra-regionalizzato come il nostro, dunque, sarebbe stato impossibile pensare di non assistere a questa categoria di match, i quali riescono sempre ad emozionare anche gli spettatori neutrali.

E’ sorprendente, invece, che il più importante derby della Penisola non sia tale tanto per ragioni geografiche, trovandosi le due squadre in questione collocate in due regioni diverse, quanto più per motivazioni culturali e politiche.

Inter e Juve, infatti, hanno sede in due città, per quanto certamente non lontane, comunque situate in due zone differenti, ma, nonostante questo, alimentano una rivalità che coinvolge tutti gli appassionati di calcio del paese.

E’, quindi, questa la caratteristica peculiare e bellissima dell’eterna sfida tra nerazzurri e bianconeri, ossia il suo non coinvolgere solo le genti di una sola città, ma quelle di tutta l’Italia, dalle Dolomiti alla Sicilia.

Gianni Brera, di conseguenza, non sbagliò nemmeno nel dare un soprannome a questa gara, così strana e, allo stesso tempo, importante da necessitare di un nickname imponente come il suo stesso spessore: “Derby d’Italia”.

Inter – Juve, storia di una rivalità eterna

Le radici di un “odio” tanto grande da avvolgere la Penisola e spaccarla praticamente in due, sono da ritrovarsi già nelle prime sfide fra i due club, i quali, fin dalla loro fondazione, promettevano di divenire due delle più grandi potenze del nostro calcio.

Accadeva molto spesso, infatti, che alla forza e al potere economico dei bianconeri si opponesse la grinta e l’agonismo dei nerazzurri, i quali, negli anni Sessanta, riuscirono anche a superare gli acerrimi rivali, grazie alla perfetta macchina costruita dal “Mago” Herrera, capace di portare a Milano due Coppe dei Campioni.

Se l’Inter, dunque, fu superiore nel decennio dei Beatles, la Juventus dimostrò di essere complessivamente migliore fino a metà dei primi anni Duemila, prima di essere retrocessa a causa dei Calciopoli, riaprendo il ciclo vincente dei nerazzurri, ancora antecedente a quello incredibile collezionato dai bianconeri nel decennio ’10.

Insomma, solo da questo rapido resoconto è possibile comprendere come Inter e Juve si siano spartite, durante tutta la loro storia, un numero molto elevato di campionati, oltreché, ovviamente, anche di Coppe Italia e Supercoppe, arricchendo a dismisura la loro bacheca.

Se, quindi, la rivalità ha prima di tutto una motivazione prettamente agonistica, riguardante le questioni di campo, esiste un’altra causa di natura assai diversa, essendo profondamente legata al tessuto storico e sociale del nostro popolo.

Una guerra civile

La storia e la cultura del popolo italiano, durante gli ultimi ottant’anni, è stata condizionata da numerose guerre civili, alcune vere e proprie, combattute, purtroppo, a colpi di rapimenti e stragi, mentre altre di natura molto più giocosa.

Una di queste ultime è rappresentata sicuramente dall’eterna rivalità fra i tifosi bianconeri e quelli nerazzurri, che, sposando la causa della loro squadra del cuore, hanno abbracciato conseguentemente anche un vero e proprio stile di vita.

Se, difatti, lo juventino vive la vita “andando al massimo”, tentando di ottenere quanti più successi possibile, l’interista è un uomo molto più pragmatico e disilluso, che non ha paura di sporcarsi le mani per tenere testa ai rivali.

Sulla creazione di questo concetto, che, come tutti i luoghi comuni, ha una valenza puramente ideologica, hanno inciso moltissimo anche le due storiche proprietà dei due club, rispettivamente rappresentate dagli Agnelli e dai Moratti.

E’ risaputo, infatti, che i proprietari della Juve, per molti anni, sono stati la vera famiglia reale italiana, custodendo un potere quasi illimitato su tutta la Penisola, finendo per essere influenti in qualsiasi ambito della vita italiana.

I Moratti, invece, pur essendo un’altra grande famiglia del nostro paese, sono sempre stati visti come una forza minore, capace di guerreggiare con i torinesi, e anche con il Milan di Silvio Berlusconi, grazie alla passione e, soprattutto, alle conoscenze calcistiche.

I tifosi di tutta Italia, di conseguenza, non hanno potuto che identificarsi nei due modi di essere delle rispettive proprietà, immedesimandosi nei loro comportamenti e nella loro maniera di affrontare la vita.

Il risultato? Una sfida che fa vibrare tutto il paese.

Foto: instagram personale Lautaro Martinez.

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