Superati tanti momenti negativi, la Fiorentina sembra avere di nuovo ritrovato la “diritta via” e vuole mantenerla per questi due mesi.
Nonostante sia innegabile che Roma abbia avuto un ruolo decisivo nello sviluppo della nostra civiltà, è assolutamente lecito affermare che la Toscana, ma in particolare Firenze, è stata, nel periodo rinascimentale, il centro promotore di un’idea più moderna di Italia, più vicina a quella attuale.
Non è un caso, infatti, che Alessandro Manzoni, prima di dare definitivamente alle stampe il suo capolavoro principe, decise di scendere nel Granducato per “sciacquare i panni in Arno”, visto che il dialetto toscano, diretto discendente del proto-italiano di Dante, è da sempre fra i più comprensibili dell’intera Penisola.
E’ evidente, dunque, come la città gigliata, per molti una delle più belle dell’intero pianeta, sia un centro catartico del nostro paese, ma, al pari di alcune sue bellissime antiche nemiche, quali Siena ed Arezzo, è altrettanto lampante come, ormai da qualche decennio, stia vivendo un po’ sottotraccia, lontana dalle luci della ribalta.
Conoscendo i toscani, probabilmente non è che questo fatto gli dispiaccia molto visto che, orgogliosi come sono, preferiscono di gran lunga fare quadrato e stare, per dirla nel dialetto di quella zona d’Italia, “nel loro”, evitando di finire al centro della scena.
A livello calcistico, però, questa assenza dai grandi palcoscenici nazionali comincia a farsi abbastanza sentire, se è vero che la Fiorentina, unica squadra del Granducato a vincere qualche trofeo rilevante, non conquista nulla da più di vent’anni.
E va bene che nell’ultimo biennio la compagine gigliata è riuscita a raggiungere due finali europee consecutivamente, ma, in Serie A, i viola non sono pericolosi per lo scudetto da ormai tanto, troppo tempo.
In alcuni momenti, però, in questa stagione gli uomini di Palladino avevano fatto sognare una città intera.
La stagione della Fiorentina
Dire che la Viola ha concorso realmente per lo scudetto, nonostante oggi, a due mesi dalla fine e a sedici punti dalla vetta sembri abbastanza assurdo, non è del tutto una follia.
Nei mesi di Ottobre e Novembre, lasciato alle spalle un inizio un po’ stentato, la Fiorentina era, infatti, una delle squadre più divertenti del nostro campionato, fresca e avvincente abbastanza da far girare la testa a tante prestigiose avversarie.
La Roma, il Milan e la Lazio, tutte cadute al Franchi, la cui capienza è quasi dimezzata a causa dei lavori di ristrutturazione della Curva Fiesole, ne sanno abbondantemente qualcosa.
Tutto sembrava, in quella prima parte di stagione, andare perfettamente, grazie anche ad un assetto tattico ben definito e in grado di evidenziare le qualità di ogni singolo calciatore della rosa assemblata con abilità in estate da Pradé.
Uno dei colpi migliori del dirigente viola, per esempio, è stato Edoardo Bove, il quale, “bidonato” inspiegabilmente dalla Roma, stava conducendo una stagione stupenda abbastanza da guadagnarsi la convocazione in Nazionale.
Il fattaccio del primo dicembre, poi, ha messo fuori gioco il centrocampista romano, facendo perdere, d’improvviso, molte delle certezze acquisite fino a quel momento alla formazione di Palladino.
Quest’ultimo, compresa l’importanza di Edo nella sua squadra, si è molto adoperato affinché a Gennaio arrivassero degli adeguati rinforzi per sopperire alla mancanza del 4, sostituito in parte da Folorunsho e Fagioli.
Le incertezze, però, non sono ugualmente mancate nell’ultimo mese e mezzo, con delle grandi prestazioni che sono andate alternandosi a delle figure molto più magre, gravose a livello di classifica.
Di conseguenza, il sogno scudetto se ne è andato veloce come, improvvisamente, era balenato nelle menti dei fiorentini.
Il finale di stagione
Quella che vivremo in questo fine settimana è l’ultima pausa nazionali della stagione, l’ultimo momento di “riposo”, se così si può dire alla luce dei numerosi convocati nelle varie rappresentative, prima del decisivo rush finale.
La Fiorentina, dal canto suo, si presenta a queste ultime nove gare con una discreta dose di ambizione, poiché, a differenza di molte sue rivali nella zona Europa, è ancora in corsa su due fronti, attesa ai quarti di finale di Conference dagli sloveni del Celje.
La terza coppa continentale, dunque, non può che essere un obiettivo per i toscani, i quali, al terzo tentativo, sperano finalmente di riuscire a conquistarla, sfatando un tabù che ha compromesso le ultime due annate, dipingendo con una sfumatura negativa l’esperienza di Italiano a Firenze.
Palladino vuole evitare ciò, ma, imparando proprio da quanto accaduto nelle scorse stagioni, non ha alcuna intenzione di mollare l’osso in campionato, concentrandosi solo sulla coppa.
La sua squadra, infatti, grazie all’equilibrio di questo campionato così combattuto, ha ancora l’opportunità di entrare in Europa League o, addirittura, in Champions League, al netto di un calendario non semplicissimo a causa dei molti scontri diretti.
E’ indubbio, in ogni caso, che la Fiorentina debba necessariamente trovare la continuità che, come spiegato nei paragrafi precedenti, le è mancata durante numerose fasi della stagione, rischiando di compromettere quanto di buono fatto nella parte iniziale.
Sarebbe un grandissimo peccato, infatti, sprecare il buon campionato disputato, bello ed avvincente abbastanza da animare una città intera, capace, in ogni situazione, di riempire, per quanto possibile, il Franchi.
Questo popolo merita una soddisfazione. Questa terra, così bella ed affascinante, ne ha tremendamente bisogno.
Foto: facebook ACF Fiorentina.