Ancora in corsa su due fronti all’inizio di Maggio, la Fiorentina ha dimostrato più di quello che, forse, ci si aspettava ad inizio anno.

La corsa Champions, come spesso si sta sentendo in giro in queste settimane, difficilmente negli ultimi anni è stata più effervescente ed emozionante, se è vero che, con quattro partite ancora da disputare per ogni squadre, in undici punti sono racchiuse ben sette squadre.

Ognuna di quest’ultime, anche quella più indietro in classifica, crede ancora alla speranza di qualificarsi alla massima competizione continentale e, di conseguenza, la competitività delle ultime giornate di Serie A non potrà che giovarne assolutamente.

Se ciò è potuto accadere, se questa situazione così imprevista alla fine si è realmente avverata, lo si deve a compagini come il Bologna e la Fiorentina, le quali, all’inizio della stagione, non sembravano poter essere in grado di giocarsi queste posizioni della graduatoria.

E’ inutile dire, dunque, che le loro annate, aldilà di come si concluderanno, se veramente con l’approdo all’ex Coppa dei Campioni o con il famigerato “pugno di mosche in mano”, non possono essere considerate in alcuna maniera negative.

La stagione dei viola, in particolare, i quali erano reduci dalla seconda e assai demoralizzante finale di Conference persa, va senza dubbio sottolineata, visto che, ad Agosto, dopo un avvio molto poco promettente, in pochi puntavano sulla banda di Palladino.

Quest’ultimo, facendosi largo fra tutte le difficoltà occorsigli durante l’anno, quali il brutto e perdurale problema di Bove, i molteplici infortuni e la fatica del doppio impegno, è riuscito a donare alla sua compagine un sistema di gioco ben preciso, in grado di mettere a suo agio la gran parte degli interpreti.

I meriti della Fiorentina

Se c’è una caratteristica della Viola di Palladino è quella, sebbene in alcune situazioni con un po’ di colpevole ritardo, costato punti preziosi, di essersi saputa adattare alle disavventure che le sono successe, tentando di trovare una via alternativa per mezzo di cui superarle tutte.

Come detto prima, infatti, l’annata della Fiorentina è stata piena zeppa di sfortune e di eventi inaspettati e assai sciagurati e, nel mondo del calcio, è molto facile abbattersi e crollare, come, difatti, ad un certo punto la compagine gigliata ha rischiato pericolosamente di fare.

La forza di un gruppo apparso sempre molto coeso e l’intelligenza tattica di Palladino, il quale ha saputo integrare bene nel suo sistema gli acquisti arrivati durante il mercato di Gennaio, hanno permesso, invece, alla società di Rocco Commisso di rimanere fra le prime della classe.

Il sogno Champions League, dunque, non è ancora assolutamente perduto, se è vero che, nelle ultime quattro partite, la Viola avrà la possibilità di affrontare due delle sue diretti concorrenti, quali la Roma e il Bologna, e giocarsi contro di loro la possibilità di approdare nell’Europa che conta.

Anche la Conference, poi, rimane un obiettivo realizzabile, se è vero che il Betis non è sicuramente una squadra molto solida difensivamente e, presa dall’entusiasmo offensivo, può di certo lasciare degli spazi importanti per gli attaccanti della Fiorentina.

Il primo a poter beneficiare di queste lacune da parte del reparto arretrato spagnolo è senza dubbio Kean, trascinatore dei toscani per tutta la stagione, il quale spera di poter rientrare proprio nella gara di giovedì, quando la sua squadra volerà in Spagna per sfidare i biancoverdi.

Comunque andrà, però, la Fiorentina deve essere sicura di una cosa: la sua è stata una gran bella annata.

Foto: facebook ACF Fiorentina.