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Euro 24, Italia al 98′: perché Spalletti ha sbagliato formazione

L'Italia si salva ad Euro 24 nonostante delle gare non perfette

L’Italia si salva all’ultimo respiro con una bellissima rete del neo-entrato Zaccagni e raggiunge insperatamente gli ottavi di Euro 24.

Se non si soffrisse, non saremmo italiani, questo lo sappiamo bene, ma un’agonia come quella di ieri sera è una delle partite che ti fanno passare la voglia di tifare la Nazionale.

Novanta minuti di sofferenza assoluta, contro un avversario inferiore e che ha disputato una partita furba, alla ricerca dell‘episodio giusto per far male ed ottenere il pass per gli ottavi.

L‘Italia, bisogna dirlo, ieri è sembrata una squadra impaurita, molto poco sicura dei suoi mezzi, priva anche delle poche certezze che percepiva di avere prima dell’avvio di Euro 24.

Come hanno detto in molti in questi giorni, Italia-Croazia era la classica partita nella quale non contano tanto il modulo con il quale i giocatori sono schierati in campo, ma al contrario la personalità che gli interpreti hanno.

Ieri sera, purtroppo, sono mancate sia le caratteristiche individuali che quelle tattiche, che sono ad appannaggio di Luciano Spalletti.

Ci è andata bene, anzi benissimo, visto che, se già prima della rete di Modric’ non eravamo sembrati molto a nostro agio, dopo il vantaggio slavo non siamo riusciti a calciare nello specchio della porta.

Il gol al 98′ di Zaccagni, come ha esclamato Caressa rischiando l’infarto in telecronaca, è stato un miracolo, di cui dobbiamo sicuramente beneficiare, ma non gioire troppo.

C’è molto da lavorare, ma, soprattutto, ci sono tantissime idee da riordinare, cercando di non commettere più gli errori fatti nelle prime tre gare di questa manifestazione e di trovare una formula giusta per mettere in difficoltà la compagine elvetica, che ci aspetta a Berlino sabato pomeriggio.

Gli errori tattici di Spalletti a Euro 24

Criticare un maestro come Luciano Spalletti è veramente difficile, soprattutto se si parla nelle vesti di un ragazzo con un oceano di esperienza in meno del ct della nostra nazionale. Con grandissimo rispetto per l’allenatore proveniente da Certaldo, dunque, mi permetto di osservare come ci siano stati degli errori durante queste prime tre partite di Euro 24.

Il primo sbaglio commesso in queste prime tre uscite dell’Italia, che mi sento di evidenziare, è il continuo cambiamento tattico operato dal ct.

A mio modesto parere, stravolgere per molte volte schieramento in uno stesso torneo, anche a partita in corso, non può che mettere in difficoltà tutta la squadra, che già di per sé non è sicuramente tra le più dotate tecnicamente.

Siamo passati dal 4-2-3-1 iniziale visto con l’Albania al 3-5-2 di ieri sera, passando per il 4-3-3 esibito con la Spagna, il quale, a gara in corso, si è spesso trasformato in un difensivo 4-5-1, dopoché Luciano aveva compreso come fosse il caso di barricarsi di fronte alle ondate iberiche.

Uno scacchiere tattico, dunque, testimone di una qual certa confusione tattica, figlia delle poche certezze e dei tanti dubbi che albergano nella testa di Spalletti.

Pedine molto mobili

Se il modulo usato dal ct è cambiato quasi sempre nel corso delle prime tre uscite, anche gli stessi interpreti sono molto variati nei primi 270′ di Euro 24.

In particolar modo, il fronte offensivo ha vissuto stravolgimenti di ogni tipo.

Per quanto riguarda il “nove”, si è partiti con Scamacca in veste di lupo solitario e, dopo due partite, siamo giunti al tandem formato da Raspadori e Retegui, senza che nessuna delle due soluzioni producesse il risultato sperato.

Anche le ali sono state spesso soggette a mutazioni, con Chiesa che, partito da trascinatore di questa Italia, si è visto relegato in panchina nell’ultima uscita, in rotazione con Zaccagni, Cambiaso, Frattesi e Pellegrini, tutti impiegati in posizioni diverse da quelle che occupano abitualmente nei rispettivi club.

Il responso da parte dei calciatori è stato, nella maggior parte, molto negativo, in particolare dal numero 10 di questa selezione, uno dei giocatori di maggiore qualità.

Lorenzo Pellegrini, infatti, era dato come titolare quasi inamovibile dell’Italia di Luciano Spalletti e, in fin dei conti, lo è stato, ma non ha reso come si sperava.

Tre prestazioni, con l’unica eccezione forse dell’Albania, tutte insufficienti, al di sotto delle possibilità del capitano della Roma, che arrivava ad Euro 24 con un entusiasmo che prometteva benissimo.

Molta stabilità, invece, l’hanno avuta i terzini, ossia Di Lorenzo e Dimarco, e uno dei due mediani, cioè Jorginho, i quali, nonostante abbiano fornito delle prestazioni ben poco convincenti, sono stati sempre confermati in ogni starting eleven spallettiano.

Insomma, al momento l’Italia è dominata da una confusione pericolosa e che, se continuerà ad esserci, potrebbe provocare conseguenze nefaste.

Come raddrizzare Euro 24

Come detto, nonostante tre prestazioni poco convincenti e pieni di dubbi, in qualche modo siamo riusciti a staccare il biglietto per gli ottavi di finale, per la fase ad eliminazione diretta.

Già da sabato, quindi, nonostante un avversario sulla carta meno probante rispetto alla Spagna affrontata nel girone o alla Germania padrona di casa, Spalletti dovrà riuscire a riorganizzare una squadra apparsa un po’ sfiduciata.

Sempre con grandissimo rispetto per il ct, mi permetto allora di provare ad ipotizzare un undici giusto con il quale affrontare la Svizzera a Berlino.

Innanzitutto, senza stare a questionare su Donnarumma, vista l‘assenza di Calafiori, tra i pochi promossi del girone appena concluso, io opterei per una difesa a 3 formata da Bastoni, Buongiorno e Mancini, tre centrali rocciosi in grado di contrastare il pericoloso attacco elvetico.

In mezzo al campo, nonostante Fagioli mi sia piaciuto nei venti minuti disputati ieri, tenterei di schierare la coppia Barella-Cristante, ossia due mastini in grado di contrastare efficacemente la manovra del neo-campione di Germania Xhaka, metronomo del Leverkusen di Xabi Alonso.

Come esterni di centrocampo saluterei sia Di Lorenzo che Dimarco, sostituendoli con Darmian a destra e, sorpresa, El Shaarawy a sinistra. Il Faraone, infatti, per me può essere il giocatore giusto per coprire tutta la fascia. Il suo spirito di sacrificio potrebbe tornare molto comodo nella prossima (speriamo prossime) partita.

Passando all’attacco, mi sentirei di schierare sulle fasce Chiesa e Zaccagni, che ha meritato la titolarità dopo due buoni spezzoni contro Spagna e Croazia, puntando sulla loro velocità.

Come centravanti, invece, riproporrei Gianluca Scamacca, sperando che ritorni con un atteggiamento diverso, più propositivo e aggressivo, rispetto a quello mostrato ieri.

E’ questa, secondo me, la formazione con la quale potremmo risolvere alcuni dei problemi che ci hanno afflitto nelle prime tre giornate.

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