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Euro 2024, la Spagna trionfa: quarto europeo della storia

la spagna alza il trofeo per la quarta volta

Euro24 – Nico Williams e Oyarzabal firmano le reti del trionfo della Spagna all’europeo. Per gli inglesi la vittoria resta un tabù.

Quarto titolo europeo per le furie rosse e Spagna che detiene ora il primato di trofei ottenuti.

Ennesima delusione per la nazionale dei tre leoni, che sembra essere la vera nemica di se stessa.

Segnano i giovani talenti di entrambe le nazionali. Il futuro del calcio è in buone mani.

Spagna campione d’Europa

Passato, presente e futuro trionfano all’Olympiastadion di Berlino.

La Spagna si qualifica campione europea per la quarta volta nella storia, piazzandosi prima tra le nazionali per trofei ottenuti dopo aver superato la Germania con cui deteneva il primato.

Le furie rosse vincono questa edizione del torneo portando a casa sette vittorie su sette. Vittorie tutte frutto di identità ed espressione dell’idea di calcio di una nazione intera.

Gli iberici infatti si impongono dall’inizio alla fine della manifestazione esprimendo un gioco offensivo e aggressivo, a tratti asfissiante grazie alla gestione che fanno della palla.

Un tipo di gioco questo frutto di un lavoro fatto su tutti i livelli, fin dai giovanissimi.

La Spagna nel calcio dimostra una visione unita e identitaria, ed è cosi che vince il passato di questa nazionale. Le furie rosse si impongono grazie al proprio credo, rimasto coerente fin dal 1964, anno del primo titolo, ma in particolare dal 2008.

Il loro stile di gioco è saggiamente tramandato di generazione in generazione grazie al mix di giocatori saggi ed esperti con i giovani entusiasti e spregiudicati che portano in campo sia la nazionale sia i club spagnoli.

Un lavoro continuo anno dopo anno che permette di sfornare regolarmente giovani talenti e di render sempre più forti i giocatori più grandi.

Per la Spagna vince anche il presente dunque, che la incorona campione d’Europa 12 anni dopo l’ultima vittoria.

Presente che, dicevamo, funge un po’ da collante tra credo ed esperienza e gioventù ed entusiasmo.

Nico Williams e Lamine Yamal sono l’esempio lampante di questo incontro. Grazie alla saggia guida di Rodri e Morata si sono potuti imporre nel presente e possono offrire, oggi più di ieri, una certa garanzia per il futuro calcistico della Spagna e del mondo.

La partita

La finale di Berlino racconta però anche un rapporto complicato dell’Inghilterra con la vittoria.

Gli inglesi arrivano in finale per la seconda volta consecutiva e sono costretti a incassare la seconda sconfitta di fila.

Pur vantando anche gli inglesi un certo mix di talenti cristallini ed esperienza, nel loro caso sembra venir meno una certa mentalità.

Da una parte infatti c’è la Spagna, che non ha paura di aggredire e sfruttare ogni arma a disposizione, dall’altra c’è un’Inghilterra timorosa, che preferisce sacrificare l’estro e il talento di giocatori come Bellingham e Foden per arginare le geometrie di Rodri o gli affondi di Lamal.

Questo approccio li ha di fatto trasformati in pedine difensive, limitandone fortemente la possibilità di giocare e inventare, e portando l’Inghilterra a fare, di fatto, il gioco della Spagna.

Il palleggio continuo e serrato degli spagnoli permette infatti a Nico Williams di affondare subito all’inizio del secondo tempo, su assist del solito Yamal.

Gli spagnoli sfiorano il raddoppio in almeno altre tre occasioni con Dani Olmo, Morata e lo stesso Yamal, che si pesta un po’ i piedi da solo con uno stop non eccelso e non riuscendo quindi a tirare come voleva.

Southgate all’ora di gioco applica dei cambi, facendo uscire un delusissimo Kane e affidandosi a Watkins e Palmer.

E’ proprio il giovane inglese a segnare il gol del pari al 73′, grazie a un’apertura sopraffina di Bellingham dal centro dell’area, in quella che di fatto è l’unica disattenzione difensiva spagnola dell’intera partita.

Pur raggiunto il pareggio, la Spagna non si lascia intimorire e riacquista subito il pallino del gioco, creando e insistendo, consapevoli di avere tutte le carte in regola per riacquistare il vantaggio.

E’ all’86’ infatti che gli spagnoli segnano il 2-1 finale. Dopo un ottimo scambio tra Oyarzabal e Cucurella, è quest’ultimo che mette in mezzo proprio per Oyarzabal, che deve solo insaccare in rete.

La Spagna domina quindi il presente alzando il trofeo, ma la partita ci lascia anche in buone mani (piedi) per il futuro, grazie ai giovani messi in campo da Spagna e Inghilterra.

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