Ivan Zazzaroni in esclusiva a DoppioPasso Podcast ha raccontato della sua prima volta da inviato, coincisa con la tragedia dell’Heysel.
Intervenuto ai microfoni di DoppioPasso Podcast, l’attuale direttore del Corriere dello Sport ha raccontato della sua prima esperienza come inviato.
Dopo un periodo di tempo trascorso a occuparsi di Rally e Formula 1, il giornalista è rapidamente tornato a occuparsi di calcio. “Finalmente tornai al calcio grazie a Cucci che mi volle prima a Master, e poi al Guerin Sportivo.
“Esordio brillantissimo, 29 maggio 1985 all’Heysel. Terribile” La tragedia dell’Heysel in Belgio viene tutt’oggi ricordata come una delle pagine più tristi del calcio.
Infatti, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus di Michel Platini e il Liverpool, ci furono 39 morti e oltre 600 feriti, più o meno gravi.
Circa un’ora prima del calcio d’inizio, previsto per le 20:15, alle 19:15, gli hooligan, cominciarono a caricare verso il settore Z, sfondando le reti divisorie. Il settore Z, posto vicino le tribune X e Y occupate dal tifo organizzato dei Reds, era occupato soltanto da tifosi neutrali.
Il tifo organizzato bianconero invece, si trovava dall’altra parte dello stadio, nei settori, M, N ed O. Quando dunque gli inglesi iniziarono a caricare a semplice “scopo intimidatorio” le persone presenti nel settore Z, prese dal panico iniziarono ad appoggiarsi al muro opposto.
Muro che tuttavia, per il troppo peso, dato dalla calca di persone ammassate, e da chi provava a scappare, finì col crollare. Quasi un’ora più tardi arrivò un battaglione della polizia a ristabilire l’ordine, quando ormai era inutile e i corpi dei tifosi italiani erano sparsi tra le tribune.
Solo alle 21 e 40, per motivi di ordine pubblico la Uefa mandò in campo le due squadre, in un clima surreale.
Zazzaroni: “Ricordo la luce che c’era allo stadio”
Alla sua prima esperienza da inviato dunque Ivan Zazzaroni come da lui stesso dichiarato si ritrovò in una situazione agghiacciante.
“Ricordo la luce che c’era allo stadio. Era una luce particolare perché non era sera ancora. Noi eravamo centrali, la curva Z era a sinistra. Vedemmo questo spostamento di tifosi del Liverpool.” Non capivamo, poi ci dissero che qualcosa era crollato”.
“Io ero sopra Pizzul. Ci dissero, guardate c’è un morto. Giocheranno non giocheranno? Alla fine hanno giocato, ma i morti erano 39.” “Io mi sedetti fuori dallo stadio che era fatiscente, una roba che non si poteva guardare. Su un muretto, sono rimasto lì circa mezz’ora a cercare di capire.”
“Ricordo che Pizzul faceva la diretta e doveva stare molto attento a parlare di morti perché c’erano i parenti a casa. Fu una cosa veramente agghiacciante.”
Un’esperienza terribile dunque che ha segnato la prima volta da inviato di Zazzaroni, che probabilmente non dimenticherà mai uno dei giorni più bui nella storia dello sport.