In esclusiva per Calcio-Sport.com: Walter Sabatini ha parlato a Doppio Passo Podcast del suo rapporto con Zamparini ai tempi del Palermo.
Intervistato a Doppio Passo Podcast, Walter Sabatini, ha raccontato degli episodi di quando lavorava come direttore sportivo nel Palermo e del suo particolare rapporto con il presidente Maurizio Zamparini.
Il profilo di Maurizio Zamparini spiegato da Walter Sabatini:
Walter Sabatini, ospite a Doppio Passo Podcast, ha raccontato la sua visione di quello che era Maurizio Zamparini come suo presidente ai tempi del Palermo.
Sabatini sottolinea subito di come, nella sua lunga carriera in ambito calcistico e come ds, abbia lavorato con dei presidenti straordinari, incontrando Zamparini dopo Lotito.
Secondo il ds, Zamparini era veramente un fenomeno per l’alto carisma oltre che un uomo brontolone e cupo ma: “cupo ridendo”, sottolineando come l’ex presidente del Palermo usava molto il ridere e sorridere nelle situazioni.
Continua dicendo di come fosse un uomo di cultura ma anche uno screanzato visto il modo in cui cacciava gli allenatori nottetempo: “Se Zamparini decideva di cacciare un allenatore il direttore sportivo aveva zero voce in capitolo e questo lo so per esperienza diretta”.
Sabatini, infatti per spiegare questo tratto del suo ex presidente, fa riferimento all’episodio in cui cacciò Walter Zenga, tecnico che era stato scelto da lui e su cui il ds cercò di opporsi senza, però suo malgrado, essere neanche ascoltato.
“Era fatto così: dispettoso ma generoso essendo un uomo intellettualmente di alto livello che, imprevedibilmente, leggeva molto e si interessava parecchio alla filosofia, era un uomo di grande spessore e mi manca molto“.
Sabatini sottolinea di come gli manchino anche le litigate che faceva con lui, aggiungendo che erano dei litigi: “difficili anche da raccontare”.
L’episodio della litigata in ufficio:
Per spiegare meglio questo, il ds ha raccontato un episodio esplicativo di quando lavorava a Palermo assieme a Massara, che aveva l’ufficio con Sensibile al piano di sotto rispetto quello del presidente.
Sabatini racconta di come lui e Zamparini stessero litigando talmente forte in ufficio che Massara salì da loro sconvolto chiedendo cosa fosse successo visto che al piano di sotto non si riusciva neanche a parlare dalle urla che provenivano dal loro piano.
Perchè, a dire di Sabatini, con Zamparini “si urlava veramente e sempre per difendere l’allenatore perchè con lui se non difendevi l’allenatore duravi dieci anni altrimenti, al contrario, eri a rischio”.
La famosa telefonata dopo le 19:
Incalzato su l’episodio famoso riguardante la chiamata ricevuta dopo le sette di sera da Zamparini, Walter Sabatini ha tenuto a fare chiarezza sul fatto che visto fosse arrivata a quell’ora si trattava sicuramente di qualcosa di importante.
Questo perchè il presidente gli diceva sempre “Lei non mi deve rompere i c*****ni dopo le sei e mezza di sera perchè io ho gli orari contadini: alle sei ceno e poi stacco tutto perchè smetto di lavorare, quindi non mi chiami dopo quest’orario”.
Infatti quando, in quell’occasione, a Sabatini arrivò la chiamata di Zamparini dopo le sette di sera pensò: “Ecco fatto…”.
Il ds ha spiegato di come gli arrivò una telefonata delirante in cui, il suo presidente, diceva varie cose che non gli andavano bene per quanto al tempo il Palermo fosse addirittura terzo in classifica.
L’allenatore del tempo era Delio Rossi e la squadra era un team fortissimo e formidabile tanto da vincere a Torino ogni volta che si trovava faccia a faccia con la Juventus.
Alla fine dello sfogo Sabatini, quindi, chiese a Zamparini cosa gli mancava sportivamente per essere felice e lui di tutta risposta disse: “Glielo dico subito: per essere felice lei e Delio Rossi vi dovete levare dal c***o“.
Sabatini racconta di come gli rispose di non avere problemi a rispettare la sua scelta e che la mattina dopo alle nove avrebbe trovato le sue dimissioni sul tavolo.
Infatti, mantenendo la parola data, il giorno dopo se ne andò da Palermo.
La finale di Coppa Italia e la seguente telefonata di Zamparini:
La squadra, come ha raccontato Sabatini, anche dopo le sue dimissioni, continuò comunque a fare bene arrivando, in quella stagione, in finale di Coppa Italia contro l’Inter di Mourinho.
Si giocò a Roma e, a dire del ds, la città diventò completamente rosa dai 30000 palermitani accorsi per vedere la loro squadra del cuore giocarsi il trofeo contro i nerazzurri.
Il Palermo, alla fine, perse 3-1 contro l’Inter e, secondo Sabatini, fu una sconfitta immeritata in una gara che poteva finire tranquillamente in parità.
Dopo qualche giorno, racconta Sabatini, ricevette una chiamata da Zamparini in cui gli diceva di andare dall’amministratore delegato e di farsi pagare tutti gli stipendi.
Chiamata a cui, l’ex ds rosanero, rispose al suo ex presidente che non era tenuto a pagarlo viste le dimissioni fatte qualche giorno prima quando accolse il suo invito in telefonata a farle e per questo non gli doveva niente.
Ma Zamparini di tutta risposta disse a Sabatini di esserne consapevole di ciò ma che sarebbe dovuto andare lo stesso dall’amministratore delegato per farsi dare i soldi.
Walter continua affermando di come Zamparini era: “L’unico presidente al mondo che rincorre un suo dipendente per dargli dei soldi non dovuti” ma tutto questo, aggiunge, era dato dal fatto che era un uomo con dei principi con cui ha fatto la sua fortuna oltre al fascino che aveva come persona.
Foto: Instagram Walter Sabatini