Michele Criscitiello, in esclusiva per Calcio-sport.com ha parlato a Doppio Passo Podcast del licenziamento del giornalista Manuel Parlato.
Il direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, ha rilasciato un’intervista esclusiva al Doppio Passo Podcast, dove ha affrontato il caso del licenziamento in diretta del giornalista Manuel Parlato.
La vicenda, che ha fatto discutere molto negli ultimi giorni, ha visto Criscitiello prendere una decisione drastica dopo un episodio durante un collegamento televisivo.
La situazione si è innescata prima di una partita importante, Napoli-Juve, quando Manuel Parlato ha ironizzato sulla posizione della Juventus in classifica, prendendo in giro il collega della Juve, Albanese.
Ma le cose sono presto degenerate, portando alla decisione di Criscitiello di “licenziare” Parlato in diretta: “Buonanotte Manuel, vai a lavorare altrove. Fai il tifoso a casa tua. Chiudiamo il collegamento con Manuel che qua dentro non ci lavora più”.
Criscitiello spiega il caso Parlato: “Le regole vanno rispettate”
Intervistato da Doppio Passo Podcast, Criscitiello ha chiarito la sua posizione riguardo l’incidente.
“La situazione è molto semplice”, ha esordito Criscitiello, spiegando come si è sviluppato il malinteso.
“Prima di Napoli-Juve, andiamo sulla pagina di Manuel che è un bravissimo ragazzo, Albanese fa la Juve e Parlato fa il Napoli. Per me l’ironia, nella mia televisione, quando sono io ‘l’arbitro’ ci sta. Questo si occupa della Juve, quell’altro si occupa del Napoli, c’è Napoli-Juve ed il napoletano prende in giro il corrispondente della Juventus ‘La bicicletta pedala?’ perché la Juve è in fondo. Manuel fa il tifoso-giornalista contro il collega juventino e lo prende in giro, va avanti e lo mette lui sulla sua pagina (profilo Instagram).
Per me questo va bene, senza esagerare dico sempre perché poi ‘Criscitiello Trump, Criscitiello dittatore’. No, semplicemente ci vuole ordine e disciplina a casa mia. Comandano in cento? No, comanda uno. Ognuno ha il proprio ruolo, a casa mia comanda uno, il sottoscritto.”
Criscitiello ha continuato ribadendo la sua linea editoriale, che per lui è fondamentale per mantenere un ambiente di lavoro rispettoso e ordinato:
“Ragazzi questa è la linea editoriale: per me va bene fare un pò di cinema, poco, non andiamo sul trash.
Se vuoi prendere un pò in giro, tu da Napoli, quello della Juve, Tancredi, Letizia, Inter e Milan mi va bene, senza fare trashate. Dovete essere presenti.
La regola la conoscono, la legge la conoscono, i modi li conoscono.”
Secondo il direttore, anche se l’ironia è accettata, ci sono dei limiti ben definiti.
Ha portato l’esempio di altri giornalisti come Tancredi, che, pur facendo battute su temi caldi, non oltrepassano mai il confine dell’eccesso: “Quando Manuel prende in giro Albanese va bene, quello della Juventus non monta il caso. Quando Tancredi fa un ironia sulla porta ‘C’è Garnacho?’ non c’è niente di male perché noi facciamo informazione/intrattenimento l’ultimo giorno di calciomercato.
Tancredi prende in giro il fatto che il Napoli ne voleva perdere cinque ed ha preso il sesto, perfetto.
I napoletani sono impazziti perché i napoletani possono fare ironia ma non la vogliono subire.”
Nel caso di Parlato, però, Criscitiello ha rivelato che il giornalista era stato già richiamato più volte per comportamenti simili:
“Manuel, che nell’ultimo periodo già era stato richiamato due volte, ‘cartellino giallo/arancione’ gli ho detto: ‘tu devi fare il corrispondente ma non devi rappresentare il popolino social, devi rappresentare al massimo la napoletanità, ma non la napoletanità del 30% degli stupidi.'”
Criscitiello ha quindi spiegato come l’episodio che ha portato al licenziamento in diretta sia stato una goccia che ha fatto traboccare il vaso:
“Lui attacca Palmeri per quella scenetta che se l’ha fatta significa che l’ho autorizzata io, sulla televisione che io dirigo e Tancredi se l’ha fatta lo può fare perché è bravo a fare questo tipo di lavoro ma autorizzato dal sottoscritto. Attacchi Tancredi in sua assenza, Tancredi dormiva dalle 22:45 quindi non poteva intervenire e non mi avvisi di quello che avresti fatto.”
Il direttore ha anche chiarito la sua visione sul concetto di licenziamento in ambito televisivo:
“Licenziare significa mandare a casa uno che ha il contratto a tempo determinato/indeterminato. È un semplice collaboratore, era un collaboratore ed io posso decidere se sta sera o domani non collabori più con me.
Lo dovevo fare fuori onda? Certo. Se volete la televisione finta ci sono tra digitale terrestre, pay TV e u-t 748 canali, guardate gli altri 747. Io non so mentire, per come mi vedi sono, come mamma e papà mi hanno fatto.”
Criscitiello ha anche smentito le accuse di essere un “dittatore”, sottolineando che la sua è una questione di ordine e disciplina: “Dovevo fare un comunicato di redazione? Non esiste un comunicato di redazione, faccio tutto io.
Poi ci sono i miei uomini che sono bravissimi, ci sono i miei professionisti, ma devono seguire una linea editoriale. Se vogliamo aprire le gabbie ed ognuno fa ciò che vuole non è Sportitalia.
Dittatore? No, ordine, disciplina e rigore sono cose diverse.”
Infine, riguardo la sua metodologia di lavoro, Criscitiello ha difeso il suo approccio di controllo e rigore, essenziale per il successo del team:
“Se tu mi dici che sono uno che ha un controllo seriale sulle cose… Sono malato? No, se tu inizi a far fare ‘cani sciolti’ la squadra minore, il settore giovanile finisce. Io pretendo educazione e rispetto delle regole, se non le rispetti te ne vai.”
Con queste parole, Criscitiello ha chiarito la sua posizione e confermato la linea severa che applica al suo team, puntando su disciplina e ordine come principi fondamentali per il successo di Sportitalia.
Foto: Instagram Michele Criscitiello.