
Ballardini, ospite di DoppioPasso podcast, ha spiegato come arrivano le offerte ai tecnici dai club e del rapporto con i suoi presidenti.
Come arrivano le offerte dai club
Nell’ultima puntata di DoppioPasso Podcast, Davide Ballardini ha ripercorso la sua lunga carriera, condividendo aneddoti e riflessioni su diversi temi. ra questi, nell’ultima parte dell’intervista, ha approfondito come arrivano le offerte dalle società, iniziando dal caso in cui si venga chiamati a stagione in corso: “Chiamano sempre direttamente me, o i direttori sportivi o i presidenti. A me è capitato di essere chiamato sopratutto dai presidenti, da Zamparini a Cellino. Mentre alla Lazio venni contattato da Tare“, all’epoca ancora Ds del club capitolino. Ballardini ha raccontato anche che già nel primo contatto la società manifesta il suo interesse. Tuttavia, il discorso viene sospeso fino alla partita successiva. Solo in caso di risultato negativo, il club riprende i contatti per valutare un eventuale incarico.
Nel caso in cui si venga contattati prima dell’inizio della stagione, l’allenatore ravennate ha sottolineato che le dinamiche restano molto simili: “In quel caso ti chiamano per tempo. Sono sempre o i presidenti o i direttori sportivi che contattano direttamente me“
Il lavoro dell’allenatore tra esoneri, subentri e frizioni
Nel corso dell’intervista, l’ex tecnico di Lazio, Palermo e Genoa tra le altre, ha raccontato anche come egli vive il suo lavoro, tra esoneri e subentri: “Mi è capitato sia di iniziare stagioni e non portarle a termine, sia di subentrare a campionato in corso e poi finirlo. Quindi l’allenatore sa bene una cosa. Se comincia una stagione, c’è sempre il rischio che le cose non vadano come previsto e che qualcun altro prenda il suo posto. L’allenatore che è a casa…sa che tutto dipende dalle decisioni di presidenti e direttori sportivi”.
Ha poi spostato il focus sulle difficoltà e sulle dinamiche a cui gli allenatori, sopratutto quelli italiani, si interfacciano ogni stagione: “Gli allenatori italiani, per me, sono tutti davvero molto preparati. Però ci sono stagioni in cui si crea un tutt’uno con la squadra e si riesce a fare un grande campionato, ottenendo ottimi risultati. E poi ci sono annate più complicate, con frizioni, dove magari i giocatori a disposizione non si sposano bene con la tua idea di calcio e il tuo stile. L’allenatore che è fuori, naturalmente, ha una gran voglia di rientrare. Quello che è dentro, invece, fa di tutto per tenersi stretto il posto.“
In merito agli esoneri e alla loro frequenza, Ballardini ha dichiarato che le società, sopratutto quelle straniere, oggi tendono ad esonerare sempre meno: “Le proprietà straniere ti concedono più tempo. Prima, con presidenti come Zamparini o Cellino, era tutto diverso…Oggi mi sembra che le proprietà riflettano di più, siano un po’ più ponderate e pazienti.”
Ha infine ricordato della famosa stagione 2015/2016, quella degli 8 esoneri di Zampairini: “Ricordo l’ultimo anno a Palermo, quello della salvezza, quando poi decisi di risolvere il contratto. Zamparini cambiò qualcosa come 8 allenatori in una sola stagione. Fu davvero una sorta di record“.