La sconfitta patita contro la Lazio ha sancito la fine dell’imbattibilità dell’Empoli, ma non ha scalfito l’ammirazione per il suo avvio.
La Serie A 2024-2025, fra infortuni, coppe europee più pressanti rispetto agli altri anni e varie controversie, ha dimostrato di essere un campionato assolutamente aperto alle sorprese, che, nelle prime giornate, sono state le vere padrone della competizione.
Numerosi, infatti, sono stati i passi falsi delle grandi squadre, che, nonostante un tasso tecnico molto più elevato rispetto a quello di alcune avversarie, hanno perso tanti punti per strada.
Nonostante questo, la classifica è ancora molto corta, con il Napoli capolista che, aldilà delle ultime convincenti prestazioni, non ha ancora spiccato il volo, inseguito da vicino dalle rivali più agguerrite, quali l’Inter, la Juventus e la Lazio.
Quest’ultima, dopo un pre-campionato pieno di critiche e di dubbi riguardo il calciomercato condotto da Lotito e Fabiani, sta vivendo un momento d’oro, tra le due splendide vittorie in Europa League e il crescente rendimento in Serie A.
L’ultima vittoria nella massima competizione nazionale è arrivata domenica pomeriggio, quando, sotto il sole dello Stadio Olimpico, i biancocelesti hanno conquistato, soffrendo molto, tre pesantissimi punti, contro un avversario che ha venduto carissima la pelle.
La difficoltà provata nell’ultima partita, risolta dalla rete del veterano Pedro, non è stata, però, una sorpresa per Baroni e la sua truppa, visto che, fra le poche certezze di questo avvio di campionato, l’Empoli si è dimostrata essere una tra le più ferree, grazie ad un’imbattibilità durata per sei giornate.
La grande sorpresa
Il nome del commando ultrà principale dell’Empoli, aldilà della simpatica ripresa del nome della birra “Desperados”, è abbastanza emblematico dell’umore della tifoseria toscana prima dell’avvio di questa Serie A.
Dopo l’insperata salvezza dello scarso anno, infatti, erano ben pochi coloro i quali confidavano che, anche quest’anno, gli azzurri dei Corsi avrebbero potuto conquistare la permanenza nella massima categoria.
I dubbi principali riguardavano l’effettivo valore della rosa, la quale, aldilà di qualche sporadico acquisto interessante, come quelli di Colombo o Solbakken, non appariva rinforzata in nessun modo, confermando l’inferiorità rispetto alle altre squadre.
Anche il mister, d’altro canto, lasciava qualche perplessità, visto che, dopo aver salutato un maestro delle salvezze come Davide Nicola, la scelta era ricaduta su Roberto d’Aversa, reduce da un esonero molto polemico e confusionario rimediato a Lecce.
Insomma, nessuno riponeva delle reali aspettative nell’Empoli, pronosticando un’altra annata molto complicata, al termine della quale, molto probabilmente, sarebbe arrivata l’ennesima retrocessione della storia del club del Granducato.
Dopo sette giornate, al termine delle quali il bottino è pari a quello acquisito da una big (battuta) come la Roma, l’umore nella città della Sammontana è assolutamente diverso.
Si respira un’entusiasmo nuovo, oltreché una rinnovata fiducia nella propria società e nei suoi componenti, assolutamente meritevoli dei tanti complimenti arrivati dopo lo splendido avvio di stagione.
La forza dell’Empoli
Attribuire la causa di questo splendido avvio di campionato semplicemente ad un capriccio della fortuna, sarebbe quantomai sbagliato ed estremamente riduttivo nei confronti del lavoro svolto da D’Aversa, che, con il materiale umano a disposizione, è riuscito ad infondere solidità alla sua squadra.
Il primo punto di forza che si può sottolineare della formazione azzurra, infatti, è proprio la sua grande compattezza difensiva, che, però, è dovuta non solo al lavoro dei tre centrali, ma anche alla preziosa interdizione adoperata dalla mediana.
I vari Grassi, Henderson, Pezzella o Anjorin si stanno dimostrando dei centrocampisti di grande valore, capaci di alzare una diga difficilmente superabile dai propri avversari.
Non è un caso, quindi, che compagini dagli attacchi molto forti, come Juventus o Fiorentina, non siano riuscite a siglare nemmeno una rete contro l’Empoli, il quale, contro ogni previsione, ha fermato entrambe le squadre sul pareggio.
Un’altra grande dote della formazione allenata dall’ex allenatore del Lecce è di sicuro la capacità di ripartire molto velocemente in contropiede, sfruttando la rapidità di calciatori come Fazzini, Gyasi ed Esposito.
Questo trio, in particolare, sta facendo le fortune della società dei Corso, che, da bravi intenditori di calcio, hanno saputo dare una chance a tutti e tre, confidando nelle loro abilità, poi ampiamente dimostrate sul terreno di gioco.
Infine, come ultimo punto di forza, mi sento di segnalare la paradossale lunghezza della panchina in dote a D’Aversa, che, nonostante un tasso tecnico sicuramente non pari a quello dei calciatori delle big, dispone di sei o sette panchinari dello stesso livello dei titolari.
L’Empoli ha, quindi, la fortuna di poter riporre affidamento su molti giocatori, dando fiato a quelli che vengono impiegati maggiormente e tenendo alto il morale di tutto l’equipaggio della nave, la quale, al momento, sta navigando a vele spiegate