In pochi mesi, la situazione centravanti della Nazionale italiana si è completamente capovolta, passando dalla penuria all’abbondanza.
L’ultimo decennio della Nazionale italiana, scandito da tantissimi bassi e un alto difficilmente spiegabile e assai, per questo motivo, isolato, ha visto in tutta la sua interezza il persistere di un problema molto gravoso, che gli Azzurri, come dimostrano i brutti risultati ottenuti, non sono mai riusciti a superare del tutto.
Da ormai tantissimi anni, infatti, l’Italia non ha più contato su centravanti in grado di regalarle tanti gol, attirando a sé tutte le difese avversarie e creando spazi ed occasioni per il resto della squadra, permettendo a tutti gli altri giocatori di rendersi pericolosi secondo le proprie qualità.
Anche quando la squadra di Roberto Mancini alzò l’Europeo a Wembley, Ciro Immobile non disputò un torneo così importante da poter essere definito un nove fondamentale per quella Nazionale, se è vero che la critica individuò gli uomini decisivi di quel torneo in altri profili, quali i vari Chiesa, Jorginho o Chiellini.
Ultimamente, poi, questa situazione non ha fatto che peggiorare, come si può comprendere dal pessimo rendimento di Gianluca Scamacca all’ultima grande manifestazione disputata, dove, sebbene fosse reduce da un grande girone di ritorno, non riuscì mai ad essere incisivo per la propria squadra.
Finito Euro 2024, dunque, il problema del centravanti sembrava essere nuovamente uno dei più grandi ad affliggere la Nazionale di Spalletti, il quale, tra l’altro, durante l’estate, ha dovuto fare i conti anche con i propri errori tattici, corretti, nella stragrande maggioranza, nelle gare di Nations League.
Il campionato, però, è riuscito nell’impresa, almeno apparentemente, non solo di risolvere il rebus della punta, ma anche, a sorpresa, di aggiungerne un altro: chi giocherà al centro dell’attacco fra Kean e Retegui?
Le grandi stagioni dei due centravanti
Primo e secondo nella classifica marcatori della Serie A, con Retegui a sedici e Kean a quindici, i due centravanti italiani, di pari passo con le rispettive squadre, stanno disputando due ottime stagioni, riuscendo a sorprendere tutti coloro che, prima dell’avvio del campionato, non li ritenevano ancora due nove di spessore.
Entrambi, infatti, erano accompagnati da numerosissimi dubbi, riguardanti sia aspetti fisici, tecnici e, nel caso soprattutto dell’ex Juve, mentali.
Moise, non a caso, fin da ragazzo è stato bollato come un calciatore dal carattere abbastanza frizzantino e difficile da controllare, spesso fuori controllo e disfunzionale alla squadra, come racconta il brutto episodio avvenuto a Gennaio del 2023 contro la Roma, quando, entrato da pochi secondi, colpì Mancini con un calcione, meritandosi l’espulsione diretta e la conseguente incontenibile ira di Max Allegri.
Su Retegui, invece, i dubbi erano più di tipo tecnico, se è vero che l’italo-argentino, abituato a muoversi in prevalenza dentro l’area di rigore, non appariva un sostituto adeguatissimo dell’infortunato Scamacca, uso, al contrario suo, a giocare quasi da rifinitore, aggirandosi per varie zone della metacampo.
Sorprendendo tutti, come detto, i due centravanti hanno dimostrato di possedere delle qualità molto preziose, individuabili in entrambi nella caparbietà in area di rigore, nelle ottime doti fisico-atletiche e nel grande spirito di sacrificio dimostrato finora.
E’, quindi, oggettivamente difficile trovare dei difetti alle annate di questi calciatori, che, al momento, sono sicuramente i due centravanti di Spalletti per la sua Italia.
Resta da capire, però, chi fra loro due scenderà in campo da titolare.
La scelta di Luciano
Siccome l’Italia, dopo un Europeo trascorso nel tentativo fallimentare di trovare il giusto assetto tattico, sembra essere riuscita a reperire un modulo che, come dimostra la buona Nations League disputata negli ultimi mesi del 2024, può portare dei dividendi, l’ennesimo cambio di sistema in favore di un attacco a due punte appare come difficilmente pronosticabile e, con il senno del poi, anche poco utile.
Tocca, quindi, a Luciano la scelta fra uno dei due centravanti, scegliendo fra la forza fisica e il senso della posizione di Retegui e la maggior tecnica ed eleganza di Moise Kean.
Quella della staffetta, purtroppo, è una decisione abbastanza inevitabile e che, per quello che è il passato della nostra Nazionale, assai ricorrente.
Partendo da Mazzola e Rivera nel ’70 per arrivare a Totti e Del Piero nel 2006, infatti, questo problema offensivo ha afflitto numerose versioni della nostra rappresentativa nazionale, che, in questa maniera, ha finito per alimentare il mito dell’Italia catenacciara e difensivista che ancora oggi ci perseguita.
A fronte del Brasile che si permetteva, a volte, di schierare cinque numeri dieci contemporaneamente, infatti, noi molto spesso facevamo fatica a mandarne in campo uno, riparandoci dietro a tatticismi e retropensieri non sempre rivelatisi esatti.
In questo caso, però, come già detto prima, l’idea di premiare solo uno fra Kean e Retegui con la maglia da titolare è corretta e, per questo, Luciano dovrà ragionarci su parecchio, visto che la Nazionale è attesa da partite importanti per il suo stesso destino, se è vero che, dopo due non partecipazioni consecutive, non andare al Mondiale americano dell’anno prossimo rappresenterebbe una vera e propria ecatombe.
Foto: profilo facebook ACF Fiorentina.