Il centravanti argentino sta dimostrando di meritare la titolarità nel nuovo Bologna di Italiano, che vuole sfruttarne le qualità.
Quando si cammina in un posto buio, dove non si riesce a vedere ad un palmo di distanza, la presenza di una luce, di un faro nel mare buio intorno a noi, diventa per noi imprescindibile e anelata.
Appena questa, per qualche strano motivo, si manifesta, il nostro animo si tranquillizza, sapendo che finalmente c’è qualcosa alla quale ci possiamo aggrappare per continuare a camminare ed iniziare a comprendere meglio ciò che ci sta intorno.
Deve essere stata questa la sensazione provata da Vincenzo Italiano in questo avvio di campionato, dal momento che si è trovato a dover iniziare un percorso quasi totalmente all’oscuro, non conoscendo bene i suoi compagni di viaggio e il tragitto che lo aspettava.
Le prime partite, non a caso, hanno dimostrato proprio questo, ossia un’amalgama ancora non trovata dall’ex Fiorentina, che brancolava nel buio alla ricerca di una formula per riuscire a far girare il suo Bologna.
Una prima fiammella, nata per indicargli la via, si è accesa a Como, quando Santiago Castro ha siglato il suo primo gol in campionato, dando il via alla rimonta contro i lariani, concretizzatasi poi con il pareggio definitivo di Iling-Junior.
Dopo l’esordio in Champions e la gara di Monza, poi, la flebile fiaccola si è trasformata in un vero e proprio “treno nella notte”, per dirla alla François Truffaut, che ha indicato definitivamente ad Italiano la strada da seguire.
Quella di ieri contro l’Atalanta, dunque, è stata solo una lieta conferma, arrivata grazie alla terza bellissima rete di Castro, il quale, a meno di un risveglio improvviso di Dallinga, sarà il centravanti titolare del Bologna per i prossimi mesi.
Cosa dà Castro al Bologna
Le qualità di Santiago Castro, ventenne centravanti di Buenos Aires, spaziano dalle doti tecniche, che è riuscito a dimostrare in queste ottime prestazioni, fino a quelle morali.
Sono proprio quest’ultime, forse, a piacere tanto ad Italiano, il quale ha dimostrato di apprezzare moltissimo la garra che il ragazzo mette ogni volta in campo, sacrificandosi anche in fase di pressing sui portatori di palla avversari.
Questo lavoro extra, però, non dà molto fastidio a Castro, che, intervistato su cosa gli piaccia fare in campo, ha risposto di divertirsi molto nel combattere duelli con i difensori avversari, tentando di dimostrare di essere più forte anche fisicamente.
Un vero e proprio guerriero che, d’altro canto, oltre alle innegabili doti fisiche e caratteriali, dispone anche di un attitudine da abile schermidore, capace di piazzare, al momento giusto, dei fendenti forti e precisi.
I tiri con i quali ha trafitto Monza e Atalanta (e quasi anche lo Shakhtar) sono delle prove che stanno a dimostrare questa sua enorme abilità nel tiro, che, probabilmente, è il fondamentale che gli riesce meglio.
E Dallinga?
Nonostante ad oggi sembri abbastanza scontato come Italiano abbia già trovato il suo centravanti, grazie a ciò che Castro ha dimostrato nelle prime giornate, non si deve fare l’errore di scordarsi qual era la situazione poco più di un mese fa.
Prima dell’inizio della Serie A, infatti, ben pochi affermavano che l’argentino avrebbe guadagnato la titolarità nei confronti dell’olandese Dallinga, arrivato a Bologna con grandi aspettative, dopo le belle cose mostrate con il Tolosa.
Essere troppo definitivi, come forse lo si era all’opposto in fase di pre-campionato nei confronti di Castro, è sicuramente un grande errore, visto che Joey Saputo ha investito molto su Thijs e, senza dubbio, proverà a far fruttare i 18 milioni versati nelle casse del francese.
Attenzione, dunque, ad essere superficiali e a dare il giovane attaccante olandese per spacciato, attribuendogli il ruolo di vice-Santiago, visto che, per tornare all’inizio di questo pezzo, questo campionato, fin ora, ha dato prova di portare con sé una sola certezza: l’incertezza.