Novanta minuti di grande intensità permettono al Bologna di battere i lariani, lasciati in dieci da Fadera al termine del primo tempo.
Esistono diversi modi di spegnere una fiamma, a partire da quelli più banali, come il gettare su di essa dell’acqua o, altrettanto semplicemente, il cercare di sedarla facendo aria o, se si tratta di una normale candela, soffiandovi sopra.
Un metodo più particolare e meno conosciuto, invece, consiste nel posizionare un bicchiere, ovviamente se il lume è piccolo come quello di un cero, sopra al fuoco, lasciando che quest’ultimo si trovi a corto di ossigeno e, lentamente, si esaurisca.
Questa strategia, usata anche per evitare che il fumo si disperda nell’area, infastidendo i presenti per il suo cattivo odore, è stata la medesima utilizzata da Vincenzo Italiano questa sera per annullare il Como di Cesc Fabregas, arrivato in Emilia con le solite intenzioni bellicose e propositive.
In particolare, il calciatore lariano che arrivava più lanciato alla sfida di Bologna era Nico Paz, vera e propria rivelazione del campionato biancoblù, influenzato pesantemente dalle giocate dell’argentino, indubbiamente fra i migliori giovani della Serie A.
Per fermare il talento sudamericano, a cui il tecnico spagnolo ha affidato fin dall’inizio della stagione il compito di organizzare le manovre della propria squadra, Italiano doveva necessariamente ingabbiarlo, circondandolo di “banditi” pronti a derubarlo del pallone.
Tornando alla metafora precedente, serviva che un bicchiere togliesse ossigeno a Nicolas e, seguendo le indicazioni dell’allenatore siciliano, il Bologna è riuscito pienamente in questa impresa, cancellando dalla partita il ragazzo e, di conseguenza, le velleità realizzative del Como.
La pressione del Bologna, la chiave del match
Come spiegato nel paragrafo introduttivo di questo pezzo, e anche nel titolo di quello che mi accingo ad iniziare, il leitmotiv di questa gara, disputatasi in un Dall’Ara caldo e accogliente come sempre da un anno e mezzo a questa parte, è stato sicuramente il grande pressing del Bologna, per nulla spaventato dall’andare a prendere i calciatori lariani anche nella loro metacampo, nel tentativo di impedire ai portatori di palla biancoblù di ragionare e impostare il gioco.
Specialmente nel primo tempo, quando il livello energetico medio della compagine di Italiano era ancora molto alto, il Como si è trovato aggredito fin da subito da dieci belve scatenate, pronte anche a sacrificarsi con continue corse all’indietro e scatti, utili a ingabbiare gli uomini di Fabregas.
Le occasioni, di conseguenza, grazie al recupero alto, sono arrivate con costanza, sottoforma delle due traverse di Lucumì e Dallinga e del bel colpo di testa di De Silvestri, il quale, dopo aver concluso a rete su un gran cross di Lykogiannis, ha dedicato alla moglie incinta la realizzazione, la ventottesima nella massima categoria.
Situazione simile quella che ha portato al raddoppio felsineo, arrivato nella seconda frazione grazie all’ennesimo pallone recuperato nella metacampo offensiva e lavorato pregevolmente dalla catena di destra del Bologna, composta da Dominguez e Miranda, che, dopo un’intelligente sovrapposizione, ha servito con precisione il neo entrato Giovanni Fabbian, tornato al gol dopo tanti mesi.
Inutile dire, però, che l’ingenua espulsione di Fadera, arrivata al termine del primo tempo per somma di ammonizioni, dovute entrambe a delle proteste nei confronti del direttore di gara, ha condizionato profondamente la prestazione del Como, che, già in svantaggio, ha dovuto sprecare il doppio delle energie per tentare l’insperato recupero.
Grandi meriti, in ogni caso, al Bologna, che ha confermato la sua ottima forma.
Una saetta sulla sinistra
Individuare il miglior calciatore della gara tra Bologna e Como, nonostante abbia posto l’accento sulla grande pressione corale felsinea, per quanto mi riguarda, non è molto complicato, se è vero che le giocate di Benjamin Dominguez, imprendibile per tutti i difensori che gli si sono parati davanti, hanno nettamente illuminato la serata del Dall’Ara.
Inserito ufficialmente nelle rotazioni rossoblù da Vincenzo Italiano ormai da più di qualche partita, il giovane argentino sta dimostrando tutte le sue qualità, proprie di un calcio divertente e bailado, difficile da trovare in Serie A al momento, e, anche in questa partita, ha dato prova di essere un calciatore molto interessante.
Puntando molto sul dribbling e sulla sua velocità, infatti, Benja non ha mai smesso di creare pericoli sulla fascia sinistra, costringendo Engelhardt a commettere continuativamente dei falli per tentare di fermarlo e arginare la sua pericolosità offensiva.
In generale, però, tutta la difesa del Como era quasi del tutto concentrata su di lui, come è ben visibile nell’azione del raddoppio, quando Miranda è stato tranquillamente libero di sovrapporsi e servire l’accorrente Fabbian a centro area, dopoché Dominguez aveva creato un vantaggio considerevole sull’esterno puntando il diretto marcatore.
Nel cielo di Bologna, dunque, in un post partita in cui, fra Dalla e Cremonini, ai tifosi rossoblù è sembrato di aver veramente toccato il cielo con un dito, la stella più luminosa è stata sicuramente quella di Dominguez, che, ovviamente, non ha alcune intenzione di calare l’intensità della sua luce.
Foto: facebook Bologna FC.