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Balotelli-Genoa, il grifone necessita super Mario: le migliori 5 partite

migliori 5 partite di balotelli

Genoa ancora a secco contro la Fiorentina. Il grifone spera in gol e talento di super Mario. In quali partite ha dato il meglio di sé.

Al Genoa serve un vero super Mario

E’ l’ennesima partita, quella contro la Fiorentina, che si conclude con zero reti da parte del Genoa.

Continuano a palesarsi difficoltà offensive in termini sia di conclusione sia, e sopratutto, in termini di manovra d’attacco.

Ribadiamo ancora che le partenze congiunte di Retegui e Gudmundsson sono state sicuramente traumatiche. E peggio ancora non completamente sostituite.

Adesso la punta di riferimento nel Grifone è Andrea Pinamonti. Per lui si tratta di un ritorno dopo la stagione 19-20.

Il centravanti italiano fin qui ha vissuto una carriera un po’ altalenante in termini realizzativi. Ma questo dato è una conseguenza anche del contesto in cui si è ritrovato.

Pinamonti infatti è un attaccante d’area di rigore, abile nel proteggere la palla ed eventualmente appoggiarla per gli inserimenti dei compagni.

Ma è un finalizzatore. Non ci si può aspettare da lui giocate sopraffine o dribbling smarcanti.

Insomma, ha bisogno di essere supportato perché ha comunque dei limiti che non gli consentono di prendere l’intero attacco sulle spalle.

Ed è qui che potrebbe venire in soccorso Mario Balotelli.

L’attaccante palermitano non ha solo uno spiccato feeling con il gol, ma è anche capace di portare e gestire la palla. Ed è questa la caratteristica fondamentale che sta mancando negli ultimi 25 metri al grifone.

Ecco che super Mario non arriva come goleador, ma come comprimario d’attacco con la responsabilità di spronare un cambiamento.

E’ anche vero che Balotelli si è sempre contraddistinto per essere una testa calda. Ma più volte ha dimostrato di avere un talento eccezionale.

Vediamo 5 partite in cui Mario ha fatto capire di essere super.

Atalanta-Inter, 6 aprile 2008

A Bergamo, Mancini deve rinunciare a Ibrahimovic e concede a Balotelli la seconda partita da titolare in Serie A. Mario gioca accanto a Crespo, realizza un gol molto bello ma soprattutto gioca davvero benissimo.

Negli highlights della partita Mario è molto presente, non solo nell’area avversaria.

Anzitutto, crossa dalla bandierina il pallone che Vieira mette in rete per il vantaggio dell’Inter.

Poi opera come centravanti che accorcia la squadra, retrocede verso il centrocampo e smista il pallone per i compagni, facendo tutto questo con enorme qualità.

Nel primo tempo Balotelli mostra una giocata splendida, addomesticando un pallone alto con il petto, sovrastando qualsiasi cosa si muova sul campo.

Poi resiste alla marcatura da dietro del difensore avversario, e senza perdere il contatto visivo con il pallone sente che Stankovic si sta inserendo alle spalle e della difesa avversaria. A quel punto lo serve con un pallonetto perfettamente dosato, ma il compagno non riesce a concludere.

Nella ripresa arriva il gol che ha consacrato Mario nella serie A. La lettura del passaggio di Cruz è un prodigio di tempismo, poi il controllo ancora con il petto che non fa perdere neanche mezzo tempo di corsa, e la falcata verso il portiere con il corpo che ondeggia per mandarlo fuori tempo.

Il tocco di palla serve a superare l’uscita bassa per poi appoggiare a porta vuota.

Manchester United-Manchester City, 23 ottobre 2011

Quando segna il primo gol, Mario Balotelli mostra la maglia “Why Always Me?”.

Il motivo è che il giorno prima è scoppiato un incendio a casa sua, e i giornali inglesi non hanno perso l’occasione di raccontare la bravata, con uno stile che a Mario non è piaciuto.

Si è sentito sotto attacco, anche perché è da un anno in Inghilterra e ha fatto vedere solo a sprazzi il suo potenziale.

Il derby in casa del Manchester United di Ferguson, per lui e per il City di Mancini, che se lo è portato appositamente dall’Italia, è una sfida generazionale. Tradizione e identità contro novità e tentativo di ascendere al cielo.

In quella partita, Balotelli è così forte da sembrare l’anima di quel nuovo Manchester City.

Segna il primo gol con un tocco da biliardo su assist di Milner, poi costringe Evans a fargli fallo da ultimo uomo.

Con i Red Devils in dieci, Balotelli ha ancora più spazio per dominare, nonostante i ritmi infernali della Premier League.

Esce poi al 70′ dopo aver siglato un altro gol. Forse meno bello rispetto al primo, ma che ribadiva al mondo che la sua squadra, con lui al comando, era pronta a ribaltare le gerarchie della Premier e del calcio continentale.

Italia-Germania, 28 giugno 2012. Super Mario nazionale

Forse la vittoria più bella della Nazionale italiana da dopo il 2006, con unica concorrente la finale dell’Europeo 2021.

Quella vittoria va ascritta a Mario Balotelli, e dovrebbe essere una cosa di cui tener maggior conto quando si parla di lui.

I due gol sono solo la punta dell’iceberg di una partita splendida. Balotelli si muove tantissimo ma soprattutto si muove sempre bene, creando spazi per essere servito sul lungo e sul corto.

Inoltre sa sempre cosa fare dopo il passaggio e col pallone tra i piedi, così l’esito di ogni sua giocata dipende dalla misura del tocco o dall’intesa con i compagni.

I due gol nel primo tempo sono furbi e maestosi, frutto di letture intelligenti e di qualità tecniche, fisiche e di coordinazione superiori.

Nella ripresa Balotelli continua a giocare benissimo, ma deve arrendersi a un problema fisico che lo mette fuori combattimento in maniera progressiva.

L’Italia era sfavorita contro una Germania fortissima e Mario aveva dato tutto quello che aveva, e anche di più, per ribaltare tutto.

Ci è riuscito grazie a Prandelli, che aveva costruito il contesto migliore per esaltare un centravanti unico nel suo genere, capace di giocare di fino, con il fisico e con le intuizioni, al punto da assomigliare al leader spirituale che tutti speravamo potesse essere.

Milan-Udinese, 3 febbraio 2013

Prerogativa dei grandi calciatori è quella di avere un impatto forte, possibilmente immediato, sull’ambiente nel quale vanno a operare.

L’impatto di un attaccante si misura con i gol, e al suo ritorno in Italia, Mario Balotelli dimostra di poter essere un grande giocatore e un attaccante efficace.

Il Milan lo acquista dal Manchester City, lo lancia subito da titolare e Mario risponde con due gol all’esordio contro l’Udinese, in una partita dominata.

La superiorità di Balotelli si percepisce chiaramente negli highlights. L’attaccante galleggia tra le linee di difesa e centrocampo avversari, si muove da punta pura ma anche da rifinitore e trova spesso corridoi geniali per Niang.

Mario realizza un gol apparentemente semplice. Tira da solo a centro area, ma il movimento prima della conclusione è splendido, perché Balotelli intuisce che El Shaarawy andrà sul fondo a cercare il cross, allora lui finge di attaccare la porta, poi però si scrolla di dosso il difensore avversario, si ferma e il pallone arriva sul suo piede sinistro, col quale segna.

Dopo segnerà anche il rigore del 2-1, con la sua proverbiale freddezza dal dischetto. Nei primi sei mesi con il Milan, segnerà 12 gol in 13 partite. Un impatto mostruoso.

Italia-Inghilterra, 14 giugno 2014. Mario ai mondiali

La Nazionale che Prandelli porta ai Mondiali brasiliani ha essenzialmente due obiettivi.

Il primo è far girare il pallone tra difesa e centrocampo. Il secondo è poi farlo lanciare da Pirlo alle spalle della difesa avversaria, laddove c’è Balotelli.

Contro l’Inghilterra gli azzurri centrano entrambi questi obiettivi. Gli scambi continui irretiscono la fisicità degli inglesi. Pirlo è magistrale, in avanti Balotelli agisce da solo, senza Cassano come agli Europei di due anni prima, ma sembra non pesargli.

Partecipa meno alla costruzione del gioco ma riesce a essere più lucido in fase conclusiva.

Se ne accorgono tutti poco prima dell’intervallo. Quando il tabellone del risultato dice 1-1, Mario riceve un pallone molto largo di Pirlo, evita l’uscita bassa di Hart e anche se non avrebbe spazio per la conclusione se lo inventa, grazie a un geniale pallonetto con l’interno destro.

La palla gira ma viene spazzata sulla linea. Nessuno crede che questo sia possibile e Mario viene rincuorato da Verratti.

Nella ripresa, dopo pochi minuti, Candreva trova uno dei pochi spunti della sua partita, saltando Baines e rientrando sul sinistro per crossare in area.

Balotelli ha sempre avuto una grande capacità di smarcarsi. Il suo è un istinto primordiale da vero centravanti per la ricerca degli spazi più invitanti, e si sposa perfettamente con le sua qualità migliori, ovvero la coordinazione e la tecnica di tiro.

Il cross di Candreva passa sopra la testa di tutti i difensori inglesi, mentre Balotelli è al posto giusto al momento giusto e salta anche col tempo giusto.

Pure Hart è fuori tempo e fuori posizione, a volte i sette metri tra un palo e l’altro diventano una distanza davvero enorme da coprire.

Quello di Mario l’ultimo gol realizzato dalla Nazionale italiana in una partita di Coppa del Mondo.

Foto, Ig: @mg459

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