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Atalanta, Retegui è diventato imprescindibile: la sua trasformazione

Atalanta, la trasformazione di Retegui.

Arrivato a fine mercato per sostituire l’infortunato Scamacca, Mateo è divenuto in breve tempo l’uomo in più di questa Atalanta.

Riuscire a cambiare il proprio stile di gioco in meno di un anno, praticamente in quattro o cinque mesi, è un’impresa molto difficile, la cui riuscita è possibile solo se accompagnata da delle figure capaci e fidate, in grado di guidare il calciatore in un percorso molto delicato.

Gianpiero Gasperini, se questa diventasse una vera e propria disciplina sportiva, sarebbe di sicuro un plurimedagliato, se è vero che, durante tutta la sua lunga esperienza con l’Atalanta, è riuscito a mutare radicalmente la carriera di numerosi calciatori, ritrovatisi a dover ringraziare il tecnico piemontese al termine della loro esperienza orobica.

Nonostante manchino ancora più di tre mesi alla fine della stagione, è assolutamente lecito affermare che uno di questi sarà di sicuro Mateo Retegui che, arrivato in Lombardia ad agosto come rimpiazzo del lungodegente Scamacca, in breve tempo è divenuto il capocannoniere non solo della Dea, ma anche dell’intera Serie A.

Se il ragazzo italo-argentino, giunto in Italia nel 2023, ha raggiunto questo traguardo lo si deve sicuramente alla sua voglia e dedizione, senza la quale nulla sarebbe stato possibile, ma soprattutto alla visione di Gasp, il quale gli ha fatto comprendere che, per essere il più funzionale possibile alla propria squadra, era indispensabile che il suo gioco variasse.

Ecco, dunque, che Mateo è diventato un calciatore molto diverso da quello che avevamo ammirato al Genoa e con la Nazionale di Spalletti la scorsa stagione, capace di recitare un ruolo, nella sua Atalanta, ben maggiore rispetto a quello solito del “centravantone” d’area.

La stagione di Retegui

E’ inutile nascondersi dietro ad un dito: l’infortunio di Scamacca, grave così tanto da precludergli l’intera stagione, ha causato un grande ingrandimento delle giugulari della gran parte dei tifosi atalantini, i quali, nella scorsa annata, avevano imparato ad apprezzare le doti del centravanti romano.

Questa ira funesta orobica, volendo parafrasare il poeta cieco, non si placò di sicuro immediatamente dopo l’arrivo a Bergamo di Retegui, il quale era visto come un centravanti di livello inferiore rispetto al collega, più tecnico e abituato allo stile di gioco dell’Atalanta.

Con il passare delle partite, però, Mateo ha messo a tacere gran parte degli scettici, rivelandosi praticamente indispensabile per la Dea, la quale, se inizialmente si è adattata a lui iniziando a proporre un maggior numero di cross e palloni in area, con il tempo ha integrato il numero 32 all’interno della sua filosofia di calcio corale.

Le azioni viste anche ieri sera nel primo tempo, durante il quale “Retegol”, come è stato ribattezzato in questi mesi, ha realizzato una segnatura e ha rischiato di finire sul tabellino in almeno altre due situazioni, ne sono indubbiamente la prova.

Il centravanti, infatti, muovendosi spesso anche quasi come un terzo rifinitore, ha permesso alla manovra dell’Atalanta di trovare un punto fisso all’interno del suo attacco, capace di sfruttarlo come vero e proprio perno di tutte le azioni offensive.

Non è più un evento, dunque, vedere Mateo correre e gestire il pallone anche fuori dal suo terreno di caccia preferito, l’area di rigore, dove continua comunque ad avere un grande fiuto del gol: chiedere allo Sturm Graz per avere conferma.

Atalanta, a te la scelta

Se durante tutto questo girone di andata l’attenzione mediatica si è concentrata solo e unicamente sullo straordinario rendimento di Retegui, fra i migliori in Europa per media gol, fra qualche settimana il target della stampa potrebbe drasticamente cambiare.

Con il rientro di Gianluca Scamacca, infatti, arrivato ormai quasi alla fine del delicato percorso di riabilitazione, Gianpiero Gasperini avrà di fronte a sé una scelta molto ardua, più in ottica futura che attuale, se è vero che, inevitabilmente, uno fra il romano e il nativo di San Fernando dovrà accomodarsi in panchina.

Nonostante sia di sicuro innegabile come sia di gran lunga preferibile avere questo tipo di problemi, legati all’abbondanza, piuttosto che soffrire per la penuria di calciatori, la decisione dell’esperto tecnico piemontese non è sicuramente una di quelle da compiere a cuor leggero.

I due attaccanti, non a caso, sono entrambi giocatori molto validi, dalle qualità perfettamente complementari al gioco dell’Atalanta, la quale, in momenti diversi, ha dimostrato di averne bisogno.

Se, dunque, la convivenza potrebbe essere una strada rischiosa, ma percorribile grazie all’abilità di Gasp, quella di sondare il mercato sembra essere una delle più plausibili, visto che la Dea potrebbe incassare numerosi milioni dalla vendita di uno dei due.

Una bella matassa da sbrogliare, quindi, a cui, però, ora i Percassi non vogliono pensare, concentrati sulla stagione attuale, nella quale, arrivati a fine gennaio, sono ancora in corsa in tutte le competizioni.

Foto: facebook Atalanta BC.

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