Com’è cambiata la Roma dopo l’arrivo di Ivan Juric sulla panchina?
Dopo anni di successi alterni, la società giallorossa si trova oggi a un bivio tattico con due allenatori dalla filosofia molto diversa: Ivan Juric e Daniele De Rossi.
Entrambi ex calciatori di grande temperamento, ma con idee calcistiche distinte.
Da una parte, Juric è noto per il suo calcio aggressivo, fatto di pressing alto e intensità.
Dall’altra Daniele De Rossi, ex bandiera romanista, propone un approccio più equilibrato, incentrato sul controllo del gioco e sull’intelligenza tattica.
In questo articolo, mettiamo a confronto le formazioni e le strategie delle due versioni della Roma, esplorando come i loro stili possano plasmare il futuro della squadra capitolina.
Formazioni a confronto
Prima giornata di campionato (Allenatore De Rossi)
Partita: Cagliari-Roma 0-0
ROMA (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka, Angelino; Le Fée, Cristante, Pellegrini; Soulé, Dovbyk, Zalewski.
La Roma di Daniele De Rossi, schierata con un 4-3-3 equilibrato, punta su solidità e controllo del gioco.
In porta Svilar, mentre la difesa vede Celik e Angelino sugli esterni, con Mancini e Ndicka al centro, a garantire compattezza.
A centrocampo, Cristante funge da perno davanti alla difesa, affiancato dalla dinamicità di Le Fée e dall’abilità di Pellegrini nel collegare i reparti.
In attacco, Soulé e Zalewski offrono velocità e imprevedibilità sulle fasce, mentre Dovbyk agisce come riferimento centrale, pronto a sfruttare ogni occasione in area.
Una squadra che riflette l’equilibrio tattico e la grinta del suo allenatore.
Prima partita con Ivan Juric allenatore
Partita: Roma-Udinese 3-0
ROMA (3-5-2): Svilar; Mancini, Ndicka, Angelino; Celik, Pisilli, Cristante, Pellegrini, El Shaarawy; Dybala, Dovbyk.
La Roma di Ivan Juric, schierata con un 3-5-2, riflette l’intensità e l’aggressività tipica del tecnico croato.
La difesa a tre con Mancini, Ndicka e Angelino è chiamata a sostenere un pressing alto e costante, mentre Celik ed El Shaarawy sugli esterni garantiscono sia copertura che spinta offensiva.
In mezzo al campo, Pisilli, Cristante e Pellegrini formano un centrocampo dinamico e fisico, perfetto per il gioco di transizione rapida di Juric.
In attacco, Dybala, con la sua fantasia, si unisce a Dovbyk, che rappresenta la presenza fisica per concretizzare le azioni in area.
Conclusioni
Con Ivan Juric alla guida della Roma in modo stabile, il club ha scelto un percorso di intensità, pressing alto e calcio dinamico.
Questa continuità permette alla squadra di sviluppare pienamente l’identità aggressiva che Juric vuole imprimere, sfruttando al massimo le qualità dei giocatori in un sistema di gioco energico e reattivo.
La stabilità tattica offerta dalla permanenza di Juric consente anche una maggiore crescita sul lungo termine, creando un progetto che punta a risultati concreti e immediati, ma anche a forgiare una Roma combattiva e competitiva in tutte le competizioni.