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Serie A, formazioni Fiorentina a confronto: Prandelli vs Palladino

Fiorentina di Prandelli vs Fiorentina di Palladino

A quasi 15 anni di distanza dall’ultima Fiorentina di Prandelli quali sono le maggiori differenze con quella odierna di Palladino?

I viola dell’ex tecnico del Monza, dopo una partenza altalenante, sembrano ora aver trovato la quadra e ci si chiede se ora con la nuova guida, la Fiorentina, possa tornare ai vecchi e grandiosi fasti visti sotto la guida di Prandelli.

Il modulo di Prandelli al suo ritorno in viola:

Al suo ritorno alla Fiorentina, dopo averla allenata dieci anni prima, Cesare Prandelli, cambiò immediatamente la veste tattica della squadra.

Il tecnico di Orzinuovi, infatti, subentrò a Beppe Iachini e mutò il 3-5-2 usato fino allora con dei moduli, variabili, per far esprimere meglio la qualità dei suoi interpreti.

Prandelli infatti amava svariare dal 4-2-3-1 al 4-3-2-1 e 4-3-1-2 dimostrando una grande elasticità nei moduli e gran spirito di adattamento tattico.

Gli uomini che aveva a disposizione Prandelli nella sua Fiorentina:

Prandelli, al suo primo anno in viola, poteva fare affidamento ad una formazione di tutto rispetto che spiccava per la quantità di scelte a centrocampo.

Mediana viola che, infatti ai tempi, poteva scegliere tra Amrabat, Pulgar, Borja Valero, Castrovilli, Bonaventura e Duncan dimostrandosi di grande spessore e varietà.

Sulla trequarti, il tecnico, poteva contare sugli strappi di Callejon e la classe di Ribery con quest’ultimo che all’occorrenza veniva usato, anche, come falso nueve.

Nell’attacco di Prandelli, oltre Cutrone e Kouamè, si potevano ammirare le prime vere gesta di un giovanissimo Dusan Vlahovic che esplose proprio con il tecnico di Orzinuovi.

La linea della difesa a quattro, dinanzi all’estremo difensore Dragowsky, era composta dai centrali Milenkovic e Pezzella con ai lati Caceres e Biraghi ad alternarsi con Lirola e Barreca.

La storia di Prandelli alla Viola: cinque anni di bel gioco ed emozioni.

Al suo primo anno alla guida, nel 2006, Prandelli, portò i viola al quarto posto in classifica conquistando, l’accesso ai preliminari di Champions League.

Ma lo scandalo Calciopoli, che esplose in quell’estate, costrinse la Fiorentina a rinunciare alle coppe europee più 30 punti di penalizzazione inflitti (diventati successivamente 15).

Tutto ciò non portò a tensioni tra Prandelli e Commisso che lo confermò sulla panchina con il tecnico che, l’anno dopo, ripagò tutta la fiducia.

Prandelli, infatti, in quella stagione fece talmente bene da vincere il premio de La Panchina d’Oro” grazie anche al clamoroso sesto posto raggiunto in campionato che senza penalizzazione sarebbe stato terzo e quindi accesso diretto alla Champions.

L’annata dopo, i viola ri-chiudono quarti in classifica, al termine di un’altra grande stagione sotto Prandelli che li porterà alle semifinali di Europa League.

Pass staccato, grazie al piazzamento, quindi per la Champions League che la Fiorentina affronterà a testa alta portandosi a casa più di una soddisfazione.

I viola di Prandelli, dopo aver concluso primi il girone (battendo andata e ritorno il Liverpool) concluderanno la loro marcia agli ottavi sfiorando l’impresa contro il Bayern Monaco.

Un’annata che, tra l’altro, vedrà la Fiorentina arrivare di nuovo quarta e guadagnarsi, quindi, nuovamente l’accesso alla Champions League.

Viola che, dall’addio di Prandelli in poi, cadranno in un vortice discendente senza sosta dovuto anche a scelte sbagliate da parte della dirigenza.

La formazione odierna dei viola di Palladino:

Quel poco di Fiorentina che ci ha fatto conoscere il neo tecnico Palladino sembrerebbe avere, già, una titolare più delineata rispetto a quella di Italiano.

Il modulo che per ora ci ha mostrato l’ex tecnico del Monza è un dinamico 4-3-3, atipico per gli interpreti in attacco ed i loro movimenti.

A partire dalla porta la prima sicurezza: l’infinita ballata di Terracciano sembra ora, forse, essere arrivata alla conclusione con De Gea che sembra essersi preso con forza la titolarità tra i pali.

Linea a quattro davanti allo spagnolo con Dodò, il giovane Comuzzo, Ranieri e Gosens con Kayode, Quarta e Biraghi nel ruolo di ottimi rincalzi.

I tre in mediana Cataldi, Bove e Adli riescono ad equivalersi molto bene con i primi due che coprono bene il campo lasciando all’ex Milan la licenza di trasformarsi in trequartista aggiunto quando serve.

In avanti, Gudmunsson e Colpani sono chiamati ad innescare l’unica punta Kean che sta con i due in una sorta di tridente mobile in cui ruotano spesso le pedine.

Le due Viola a confronto, considerazioni:

Fare un confronto tra la Fiorentina di Palladino e quella di Prandelli non è facile per vari motivi.

Il primo è da attribuire al tempo che sono stati alla guida dei viola con l’ex tecnico della Nazionale che è stato sulla panchina della Fiorentina per ben cinque anni a confronto del percorso appena iniziato da Palladino.

Il secondo fattore è quello del cambiamento del calcio negli ultimi anni che come ogni cosa si è evoluto radicalmente cambiando tattiche, preparazione e modi di giocare.

Ma qualche somma si può già tirare: notare come la Fiorentina, dopo Prandelli, non sia più tornata a quei livelli, non calcando più i maestosi campi della Champions League.

Ma che, anzi negli ultimi anni, galleggiava nella parte destra medio-bassa della classifica di Serie A esprimendo un calcio non di alto livello.

Una creatura che è stata rimessa in forze da Italiano e poi passata di mano, rinvigorita dal ritorno nelle coppe europee, ad un tecnico giovane ed ambizioso come Palladino.

L’ex Monza sembra stia iniziando a capire come far funzionare bene la macchina viola anche se la strada da fare è lunga, tortuosa e si è solo all’inizio.

Di sicuro pensare ora di riuscire a ripercorrere le gesta di Prandelli è quasi utopico ma non sembrerebbe neanche nei progetti a breve termine dei viola.

Sarà solo il tempo a risponderci ma ciò che si può notare già è che la Fiorentina di Palladino è una squadra viva e dinamica.

Come la Viola di Prandelli infatti, gli uomini dell’ex punta rossoblù, alle volte corrono il doppio ed i singoli hanno tutti una grande qualità.

Dipenderà da Commisso e la dirigenza fidarsi e dare tempo al tecnico per poter imprimere la propria idea calcistica e far tornare la Fiorentina nell’ “europa che conta”.

FOTO: Instagram Ribery

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