L’attaccante del Genoa, arrivato dopo l’infortunio del suo compagno in Nazionale, ha cambiato l’attacco dell’Atalanta.
Se c’è una cosa che ha caratterizzato l’Atalanta di Gianpiero Gasperini fin dal suo arrivo nella città orobica, nel lontano 2016, è sempre stata la continuità nello stile di gioco, che, al variare di interpreti e situazioni, ha seguitato a rimanere lo stesso.
Da ormai nove stagioni, infatti, la Dea propone sempre lo stesso tipo di calcio, quello offensivo ed aggressivo in fase di non possesso che gli ha permesso di raggiungere traguardi insperati, come la conquista della scorsa Europa League.
In particolare, il modo di attaccare dei nerazzurri, i quali, negli anni, sono risultati essere sempre tra le compagini più prolifiche della Serie A, ha perseguito nel puntare su un’impostazione molto simile di anno in anno.
L’idea di “Mago Gasp”, come molti lo hanno soprannominato in questo decennio “fantascientifico”, è, non a caso, quella di proporre una manovra molto corale, nella quale i calciatori fondamentali sono i due trequartisti dietro alla punta e i due esterni di centrocampo, che devono garantire spinta tramite continue sovrapposizioni.
In questo meccanismo, che ha dimostrato durante il corso delle stagioni la sua micidiale efficienza, indubbiamente anche il centravanti ha avuto un ruolo molto importante, ma, rispetto alle altre pedine dello scacchiere, è quella che, spesso, ha presentato delle caratteristiche variabili.
In tutti questi anni, infatti, si sono susseguiti dei bomber d’area come Petagna e Zapata e, al contrario, degli attaccanti più mobili e tecnici, al pari di Gianluca Scamacca, esploso nella parte finale della scorsa stagione.
Le premesse, di conseguenza, all’inizio di Agosto, erano quelle di continuare con il centravanti romano, ma il suo infortunio ha portato ad un deciso cambio di rotta, voluto dal Gasp per ritornare al passato, ad un altro tipo di “nove”.
Una scelta coraggiosa
Il nome di Mateo Retegui, fin da quel Marzo 2023 durante il quale Roberto Mancini decise di chiamarlo con la nazionale azzurra, ha sempre suscitato molta curiosità fra i tifosi italiani, che hanno fin dall’inizio apprezzato la caparbietà e l’umiltà del ragazzo venuto dall’Argentina.
Durante la sua prima stagione nella Penisola, disputata con la maglia del Grifone, questa ammirazione non ha fatto che crescere, nonostante l’esperienza negativa con l’Italia ad Euro 2024, nella quale non ha certamente brillato.
Spiegato ciò, diventa quindi più semplice comprendere il motivo per cui il nome del centravanti sia stato uno dei più chiacchierati durante il mercato estivo, con tantissime squadre che erano stuzzicate dall’idea di accaparrarselo.
Alla fine, la compagine che, piombando su di lui come un condor, è riuscita ad acquisirlo è stata quella di Gianpiero Gasperini, il quale, per sostituire Scamacca, espresse ai Percassi la volontà di avere Retegui come centravanti per questa stagione.
La scelta del piemontese, però, andò incontro a numerose critiche, visto che Mateo non era ritenuto in grado di compiere il prezioso lavoro di raccordo che l’attaccante romano aveva fornito alla sua squadra durante la stagione precedente, muovendosi spesso anche fuori dall’area di rigore.
Ovviamente, Gasperini non ha minimamente ascoltato nessuna di queste voci, proseguendo dritto per la sua strada ed iniziando a studiare una maniera per integrare le qualità del figlio di Carlos all’interno della sua rosa, rimasta orfana di uno dei suoi pilastri.
Alla luce di ciò che è accaduto in queste prime sette giornate, mi sembra il caso di dire che il Mago di Grugliasco ha nuovamente trovato la formula esatta.
La nuova Atalanta di Retegui
Come detto nel primo paragrafo di questo articolo, la decisione di Gasperini non è sicuramente stata una grande innovazione, ma semplicemente un ritorno ad uno stile di centravanti meno tecnico e più rapace in area.
L’attacco dell’Atalanta, infatti, venendo a mancare un centravanti in grado di giocare molto bene nello stretto come Gianluca Scamacca, ha iniziato più a puntare sulle fasce, dalle quali, in questo avvio, sono piovuti molti più cross rispetto al passato.
Non è un caso, quindi, che tre delle sette reti realizzate da Mateo in questo scintillante avvio di campionato siano arrivate da dei bellissimi colpi di testa dell’italo-argentino, al quale è bastato spingere in rete gli splendidi cross arrivategli dalle corsie esterne.
La scelta di Gianpiero, però, non è stata quella di rivoluzionare completamente il modo di attaccare della sua squadra, se è vero che l’Atalanta continua ad affidarsi ancora moltissimo al gioco palla a terra dei propri trequartisti e agli inserimenti dei centrocampisti, spesso in grado di sorprendere le retroguardie avversarie.
Più che un radicale cambiamento, dunque, la decisione di iniziare a crossare un po’ di più, tentando di valorizzare le qualità aeree di Retegui, si è rivelata essere un semplice accorgimento, un minuscolo ingranaggio sistemato all’interno di un meccanismo molto più grande.
E’ risaputo, però, che sono proprio i dettagli a fare la differenza e, in questo, Gasp ha dimostrato di essere un maestro, rispondendo machiavellicamente ad una fortuna avversa, che lo ha privato del suo centravanti.
Come enunciato nel venticinquesimo capitolo del “Principe”, infatti, il piemontese ha semplicemente costruito gli argini per rispondere all’esondazione del fiume, che, sottoforma del KO di Scamacca, avrebbe rischiato di portare alla sua “ruina”.
La sua barriera contro il destino avverso, il suo Mateo Retegui, per ora, sta funzionando alla grande.
Foto: instagram Retegui.