Inter, la difesa vacilla e preoccupa Inzaghi ed i tifosi, non è più quella dello scorso anno. Come si muove il reparto difensivo nerazzurro.
Oggi Simone Inzaghi va a caccia dei tre punti nella sfida casalinga contro il Torino di Vanoli.
Il tecnico nerazzurro è alla ricerca anche di una prestazione solida in fase difensiva.
In questo scorcio iniziale di stagione infatti è principalmente un dato ad allarmare l’ambiente interista: la squadra di Simone Inzaghi, dopo sole sei giornate di campionato, ha già incassato sette reti, mantenendo inviolata la propria porta soltanto nei match casalinghi contro Lecce e Atalanta.
Una statistica che rivela una netta controtendenza rispetto allo scorso campionato.
Nella passata stagione i nerazzurri sembravano letteralmente impenetrabili dal punto di vista difensivo: per arrivare a subire i sette gol che l’Inter ha già concesso in questo torneo, l’anno scorso si dovette “attendere” novembre inoltrato.
Il curioso rendimento del reparto difensivo nerazzurro in Champions League
Curioso il rendimento del reparto difensivo di Inzaghi nella massima competizione europea.
In Champions League, infatti, la porta di Sommer è ancora inviolata dopo due giornate tra Manchester City e Stella Rossa.
Dato che fa pensare che tutto potrebbe dipendere dalla maggiore concentrazione e tenuta mentale dei nerazzurri in campi rinomati ed internazionali.
Il problema difensivo dell’Inter in Serie A è dunque da ridursi solamente a cali di concentrazione dei giocatori in campo?
Inter, la difesa di Inzaghi vacilla in Serie A: le cause
Analizziamo le cause del brutto rendimento della difesa dei nerazzurri in quest’avvio del massimo campionato italiano.
Diverse sono le cause dietro questo inizio di stagione decisamente più “allegro” dei nerazzurri dal punto di vista difensivo.
Innanzitutto, la condizione fisica precaria di alcuni elementi del reparto come Pavard, ma anche di centrocampisti come Mkhitaryan, fondamentali nel garantire, nelle giornate migliori, equilibrio a tutto l’ecosistema nerazzurro.
In alcune circostanze però, come nella partita di Genova, l’Inter ha pagato errori individuali.
Altre volte, come nell’ultima gara ad Udine, è stata l’intera fase difensiva a traballare in alcuni frangenti a causa di rilassamenti collettivi.
Esempio emblematico è il gol del momentaneo 1-1 realizzato dai friulani, nel quale a Zemura viene concesso tempo e spazio sull’esterno per crossare in libertà e Bisseck è in netto ritardo su Kabasele che colpisce di testa.
Anche sul gol del 2-3 di Lucca che ha riaperto i giochi nel finale c’è uno sbandamento che coinvolge più uomini, dalla posizione errata di Calhanoglu alla lentezza di De Vrij nel recupero.
Il quesito sorge a questo punto spontaneo: si tratta soltanto di un momento di calo, nel quale si mescolano condizione fisica approssimativa e qualche svarione mentale di troppo, oppure la squadra ha un po’ smarrito la fame che l’ha contraddistinta durante la scorsa annata?
Nell’augurarsi che sia la prima ipotesi a prevalere, Inzaghi guarda anche alle forze fresche, come il nuovo innesto Palacios che fin qui non ha giocato neanche un minuto.
Il giovane argentino proveniente dal Talleres potrebbe rivelarsi una ventata di freschezza utile da inserire nel sistema nerazzurro in corso d’opera.
Per il resto, la crescita nella forma fisica di alcuni elementi chiave dello scacchiere interista dovrebbe ragionevolmente portare ad un miglioramento dello score alla voce reti subite.