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Fonseca, Milan vince il derby: perché il 4-4-2 è il modulo giusto

La vittoria di carattere di ieri sera non dà solo tre punti al Milan, dà loro anche tante conferme. Merito del modulo di Fonseca?

Il Milan di ieri sera

Boccata di ossigeno per Paulo Fonseca, il quale, dopo una sola vittoria in campionato contro il Venezia e la brutta batosta contro i Reds, era chiamato a portare la squadra ad un solo risultato, la vittoria.

Quello di ieri infatti è stato un Milan diverso dal solito. Il bisogno di vincere del tecnico portoghese per rimanere aggrappato alla panchina rossonera, lo ha portato a fare delle scelte rischiose ma al contempo necessarie, vista la sua situazione.

Di fatti, definirla una squadra semplicemente a trazione anteriore sarebbe stato riduttivo, e proprio questa aggressività e pericolosità hanno portato il Milan a interrompere una striscia negativa di ben sei derby.

Gli uomini di Inzaghi, sicuramente sottotono e senza molte idee in questa uscita, hanno provato a creare più occasioni pericolose possibili, dimostrandosi talvolta capaci di arginare la furia milanista e di essere in controllo della partita.

Nonostante ciò, la combinazione di tanta qualità e di un modulo estremamente offensivo e propositivo, si è rivelata un cocktail letale per i nerazzurri. Procediamo con un’analisi tattica, tutta a tinte rossonere.

La metamorfosi di Fonseca nel derby: 4-4-2 o 4-2-4?

Sulla carta, si sarebbe dovuto trattare di un Milan con centrocampo a quattro, che avrebbe dovuto avere il compito di contenere l’attacco dell’Inter e allo stesso tempo di servire le due punte, Alvaro Morata e Tammy Abraham.

Ma diciamo che non è stato proprio così, almeno non del tutto. Infatti, l’innalzamento dei due esterni Leão e Pulisic, ha portato di fatto la squadra ad essere molto più offensiva.

Complici anche la fluttuazione di Morata a legare centrocampo e attacco, in veste di regista offensivo, e la posizione, più avanzata che mai, dei terzini, Emerson Royal sulla destra e Theo Hernández sulla sinistra.

Era dunque sufficiente una semplice combinazione di movimenti per trasformare il Milan; da una squadra tutta in attacco ad una di contenimento.

A coordinare tutte le manovre infine, un sensazionale Tijjani Reijnders (MVP), il quale oltre a illuminare San Siro con la pennellata per Matteo Gabbia, si è dimostrato utilissimo alla gestione della squadra, sia in attacco che in fase di non possesso.

Insomma, un Milan straripante quello di ieri sera, che se non fosse stato per tutte le occasioni sprecate da Leão e Abraham, avrebbe meritato forse anche un risultato più largo.

Dovesse continuare su questa linea, Fonseca potrebbe avere vita più lunga del previsto sulla panchina del Milan.

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